Note: Soggetto dal saggio biografico "L'assassino più colto del mondo" (The Surgeon of Crowthorne: A Tale of Murder, Madness and the Love of Words) di Simon Winchester e pubblicato nel 1998.
Film focalizzato sulla creazione del primo dizionario storico inglese i cui principali artefici furono il professor Murray e il dottor Minor. Il più evidente punto di forza è il cast, con un magistrale Penn capace di rendere al massimo nel ruolo del genio che progressivamente perde il lume della ragione (notevole il make-up da malato) e un altrettanto bravo Gibson. Le note positive si espandono a una regia elegante capace di vivacizzare una storia che, sulla carta, poteva rischiare di tediare, rendendola invece avvincente e alquanto stimolante.
Un erudito professore scozzese autodidatta incaricato di redigere l’Oxford English Dictionary, aiutato nell’impresa da un geniale reduce americano, vittima di manie di persecuzione e rinchiuso in manicomio per l’omicidio di un passante. Ci sono tutti gli ingredienti per una storia epica e appassionante, narrata con molta enfasi e qualche eccesso romanzesco, secondo un format già più volte visto sugli schermi. Ottima la performance di Gibson e Penn.
Cinema dall'impianto classicissimo, che racconta una storia vera romanzandola quanto serve per creare una narrazione coinvolgente e commovente. La sceneggiatura sa come costruire momenti di grande impatto, avvalendosi di una buona ricostruzione storica, di una regia attenta e di due mostri sacri come Gibson e Penn che offrono performance sentite e appassionate. Un film che ricorre a tutti i dettami della Hollywood più vecchia e che funziona proprio per questo.
È la più classica delle storie vere che sembrerebbe in realtà romanzata: l'amicizia e collaborazione professionale fra sir James Murray, primo curatore dell'OED e William Chester Minor, reduce della guerra di secessione divorato dalla schizofrenia. Confezione di assoluto livello che, oltre a un tema più interessante della media, si pregia dell'interpretazione impeccabile di Natalie Dormer, fattore femminile determinante nello spostare gli equilibri della vicenda. Elegantissimo nel vestito, emozionante nel contenuto, come The imitation game.
Stroncato (forse con malafede) dalla critica americana e distribuito sottovoce è in realtà un film interessante, basato su ambientazioni e stili narrativi classici e un cast ben diretto dove ai due protagonisti si aggiungono Marsan, Coogan e la brava Dormer. Smarrisce la bussola soltanto nell'estremizzare la storia con la vedova e in qualche frase a effetto ma riesce ad abbracciare con attenzione e tatto europeo diverse tematiche (povertà, guerre, gelosie accademiche, manicomi) e proponendo fotografia e musiche in tono col racconto.
Nonostante un soggetto alquanto respingente (la storia della composizione dell'Oxford English Dictionary) è ammirevole il lavoro di Safinia - già storico collaboratore di Gibson- in fase di scrittura, il quale compone una storia d'amicizia che con lo scorrere dei minuti si fa sempre più appassionante. E' soprattutto il personaggio interpretato da Penn (su livelli che non si vedevano da anni) a generare nello spettatore un forte senso di empatia. La conduzione tecnica è di livello, con una regia dall'inconfondibile stile classico che ben si confà alla vicenda.
MEMORABILE: Le allucinazioni del pazzo (Penn); La parola arte; La prima visita di Gibson all'istituto di detenzione
La storia si incentra sulla redazione del primo dizionario etimologico della lingua inglese, impresa poderosa portata a termine con un metodo anticipatore rispetto wikipedia ossia sollecitando la collaborazione di tutti gli interessati al di là dei recinti accademici. Bella storia sorretta da una rappresentazione adeguata per quanto convenzionale e una buona prova del cast, peccato che la sceneggiatura, invece di focalizzarsi sul rapporto fra i due protagonisti, indugi troppo nella sotto-trama riguardante la povera vedova, indebolendo la forza del film che resta comunque valido e interessante.
Film dall'ampio respiro che racconta una poderosa impresa intellettuale, non trascurando momenti intimisti e sentimentali. Si percepisce l'amore per la parola e il gusto del dialogo per merito di una bella sceneggiatura ben calibrata sulle diverse fasi della storia. Ambientazione suggestiva e bella prova dei due protagonisti: ai punti prevale Mel Gibson, laddove Sean Penn tende a strafare. Buona la prova degli attori impegnati in parti secondarie, tutti credibili. Si segnalano in particolare Marsan e Coogan. Buon film.
L'amicizia tra un medico americano sofferente di turbe psichiche e un professore incaricato di redigere un dizionario. Una pellicola di valida realizzazione che si avvale di due ottimi interpreti ben coadiuvati dal resto del cast. Interessanti ambientazioni con lo sviluppo narrativo che offre momenti drammatici miscelati con altri più intimistici.
Drammatico e biografico, racconta la storia di Murray (Gibson) e la creazione del primo dizionario storico di inglese, coadiuvato da volontari da ogni dove, tra cui un dottore internato (Penn). Alla prima ora davvero entusiasmante, interessante e diretta con dinamismo, fa da contraltare una seconda parte da melodramma, con toni da tragedia sentimentale, che sfocia in un corale piagnisteo, quando sarebbe stato più decoroso proseguire con i toni celebrativi. Rimangono le eccellenti interpretazioni dei due attori principali, e in questo caso quella di Sean Penn è davvero memorabile.
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CuriositàDaniela • 23/07/19 21:35 Gran Burattinaio - 5467 interventi
Soggetto dal saggio biografico "L'assassino più colto del mondo" (The Surgeon of Crowthorne: A Tale of Murder, Madness and the Love of Words) di Simon Winchester e pubblicato nel 1998.
Il libro parla della prima redazione del monumentale dizionario della lingua inglese ora noto come Oxford English Dictionary, attraverso le vicende del suo più famoso direttore editoriale, il dottor James Murray della Philological Society di Londra, e del suo più famoso collaboratore, William Chester Minor, un medico americano rinchiuso in un manicomio.
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