Il piccolo Nicolas e i suoi genitori - Film (2009)

Graziosa commedia francese tratta da una serie di libri di Goscinny. Il ritmo c'è, la storia è simpatica, ma manca di originalità. Il film infatti ricorda per la costruzione della vicenda film come Piccola peste o Mamma ho perso l'aereo. Gli attori comunque sono bravi (soprattutto uno strepitoso Kad Mérad) e la colonna sonora è molto bella. Il risultato finale è un film senza infamia e senza lode che, comunque, diverte grandi e piccoli senza l'uso di parolacce e volgarità.

Tratto da una serie di racconti umoristici per ragazzi (il cui coautore è Goscinny, lo stesso di Asterix), Il piccolo Nicolas e i suoi genitori è un buon esempio di film per ragazzi assolutamente godibile anche per gli adulti. Divertente e ben fatto, ha dalla sua un buon ritmo, una riuscita ambientazione e una felice scelta del cast, sia per i ruoli dei ragazzi (ovviamente fondamentali all'economia del racconto) che per quelli degli adulti.

Un film delizioso che forse piacerà più agli adulti che ai bambini, anche se i molti bambini presenti alla proiezione (l'ho visto a luglio 2010 in un cinema all'aperto) ridevano di gusto. Delicato e divertente, molto lontano dalle volgarità americane tipo Mamma ho perso l'aereo e successivi cloni. Il tocco francese si sente, eccome. Si ride moltissimo e ogni tanto ci si commuove. Riuscito.

È la letteratura per ragazzi di Goscinny e Sempè a dare il la a questa tenera commedia solare e disincantata. Dopo quel capolavoro di oscura delicatezza poetica che fu Innocence, la Francia sembra confermarsi a tutti gli effetti la patria ideale a rappresentare il mondo visto attraverso gli occhi di un bambino. Un piccolo universo sotto il segno della stilizzazione fumettosa dai toni pastello, ove il filtro della visuale infantile ammorbidisce tutte le asperità e le problematiche della vita reale, trasformando il racconto in una favola giornaliera sullo stupore dell'esperienza.

Divertente con grazia e soprattutto con una straordinaria capacità di descrivere il mondo infantile. Le avventure del tenero gianburrasca (e dei suoi irrefrenabili compagni), alle prese con la paura di essere scaricato dai genitori per un nuovo fratellino, sono raccontate con un’inventiva fresca e vivace in cui l’umorismo dei racconti originari di Goscinny trova la sua miglior rappresentazione in una narrazione filmica dai tratti surreali e dal ritmo coinvolgente. Si ride di gusto, ci si commuove e si torna bambini. Fiabescamente reale.

Il piccolo Nicolas teme che, con l'arrivo di un fratellino, i genitori possano metterlo in un cantuccio o addirittura abbandonarlo nel bosco come Pollicino. Cosa fare? Si potrebbe far rapire il pargolo da un gangster... Dagli amabili volumetti di Goscinny, un film delizioso, rinfrescante come una bibita fresca, colorato come una raccolta di figurine, teneramente buffo. Gli adulti se la cavano più che bene, mentre il cast infantile è assemblato in modo tale da suscitare ricordi personali. Visione gradevolissima, adatta a grandi e piccini.

Non mi ha convinto. La trasposizione cinematografica dei simpatici racconti di Goscinny appare molto macchinosa, il film stenta a decollare e il tutto sa molto di costruito a tavolino. Rari i momenti riusciti e di vero divertimento. I bambini hanno comunque apprezzato, io meno.

Chi l'ha detto che per far ridere servono sempre e solo lo sproloquio o le allusioni sessuali? Sicuramente non Tirard, che disegna addosso a ciascuno dei suoi giovanissimi personaggi un fumetto divertente, nella sua semplicità. I rapporti con le autorità (genitori ma anche maestre), con il possibile incremento familiare e con il resto del mondo costituiscono un sostrato ideale per degli attori che, seppur anagraficamente verdi, riescono a regalare novanta minuti davvero spassosi. Bravo Godart, simpatica la coppia di genitori Mèrad e Lemercier.

In Francia le edizioni stampate hanno avuto un discreto successo; il film è una commedia veramente per tutta la famiglia, molto simpatico e a tratti divertente. Per la commedia francese si tratta di un una delle tante, però rispetto a quelle nostrane conserva un livello di educazione e pulizia esemplari. Molto ben fatte le varie disavventure, sia scolastiche che domestiche.

Tirard trova il preciso dosaggio degli elementi in grado di ricreare la magica pozione degli albi di Goscinny e Sempè, donando al film quell'aura "mitica" di realismo incantato che ci fa desiderare un età (storica e cronologica: gli anni '50 e la fanciullezza) che sappiamo bene essere letterariamente immaginaria e che pure avvertiamo come una zona prioritaria di confort(o) e dolce rimpianto. Buonissima la direzione del cast, equilibrata la parte dedicata al mondo adulto (i para fantozzismi del papà, la tiepida emancipazione materna). Si tira appena la corda dell'immacolata tenerezza.