Il nano e la strega - Film d'animazione (1973)

Che mai vi passi per la testa di proporre a qualche bambino questa esilarante parodia (al limite dell'hard) prodotta da Carlo Monti e diretta da Gibba (anche se, per questioni di censura, sigla Gioacchino Libratti). Il cartoon narra del Nano Pipolo, alla spasmodica ricerca (?!) della duale (brutta/bella) Strega Merlina. Il celebre disegnatore, in seguito, è stato attivo anche per il buon thriller di Cavara (... e tanta paura) per il quale ha composto quadri stile fetish ed autoritratti (il grosso nano deforme). Scorretto e divertentissimo.

Questo film a disegni animati riempiva i palinsesti notturni di un'emittente privata negli anni della mia adolescenza, quando le immagini trasmesse non necessitavano di bollini gialli, rossi o verdi. Le erezioni sconvolgenti del nanetto e le sue fughe dall'orrenda streghetta infoiata, condite con scene più che piccanti (più hardcore che erotiche, ad essere onesti), ci accompagnano per poco più di un'oretta. Un divertimento malizioso, che induce al sorriso ma riassume altresì una poetica dell'osare che oggidì è forse ormai defunta.

Per quasi un'ora è di uno squallore senza precedenti, visto che è totalmente incentrato sul membro in erezione, che fa andare in brodo di giuggiole sia chi lo vede che chi lo riceve; alla fine, quando si svela l'identità dei due protagonisti animati e ne viene fuori un riferimento a Riccardo Cuor di Leone e Robin Hood, quantomeno ci si riesce a farsene una ragione e ad accettare il finale, che è di nuovo una panzana della serie "purchè tu sia dotato". Ma il vero titolo per questo film sarebbe: Ruota la L di 90°in senso antiorario...

L’occhietto spermatico e concupiscente dello spettatore che nostalgicamente si strugge per quell’intendimento pecoreccio e boccaccesco del sesso tipico di certo spaghetti-eros 70’s avrà qui di che pascersi ed essere titillato da una commistione di animazione e sessualità spinta che rallegra il mai sopito polimorfo perverso che è in noi. Anche se, diciamolo pure, la simpatia dell’anomala e anarchica operazione non va mai a pari con il concetto di memorabile opus pistorum, come nemmeno di opus filmico. Per un ritorno a una dimensione gaudente e ruspante del sesso, tuttavia, la via passa di qua.

Il primo lungometraggio d'animazione per adulti made-in-Italy spernacchia tanto la satira sociale del gatto Fritz quanto lo sperimentalismo acido di Dirty Duck: il buon Gibba colleziona una corolla di sketch triviali e pecorecci, confezionando un'anarchica commediaccia scollacciata a due dimensioni che, senza pretese, si gongola nella propria sincera grossolanità. Se a ciò si unisce la semplicità caricaturale del tratto grafico e l'accentuata dozzinalità cartoonistica dei movimenti, sembra davvero che lo sketchbook di un fumettista underground abbia preso vita. Non bello, ma unico.