Il mio corpo vi seppellirà - Film (2021)

Titolo diretto ed esplicativo in sintonia con lo stile di questo film che parte dal momento in cui Garibaldi consegna il Regno delle due Sicilie a Vittorio Emanuele II, ponendo come protagoniste soprattutto le donne, capaci di imbracciare le armi come e meglio degli uomini. Idea interessante sommersa da un mare di violenza gratuita che finisce con l'infastidire, un po' come le rimarcate cadenze sicule e piemontesi in nome di un realismo a conti fatti opinabile. Passabili i costumi, gli scontri a fuoco e il cast principale, mentre le comparse appaiono totalmente spaesate.

Nonostante il trailer incuriosisse, trattandosi di un film d'azione e per giunta in costume non potevano mancare le titubanze del caso; invece il risultato finale è oltre ogni aspettativa e ci si diverte. Attori, scene d'azione e di violenza sono dirette con maestria e chapeau per costumi e scenografie! Pare di guardare veramente un autentico spaghetti-western come si facevano una volta. E forse è proprio perché siamo ormai abituati a troppe delusioni che in pochi ne parlano. Non un capolavoro ma ad averne di film così, oggi.

Una storia originale nella quale i cattivi sono (giustamente) i feroci ufficiali piemontesi che dopo l'unità d'Italia depredarono il meridione. Originale l'idea di raccontare il tutto come un western (anzi un southern, seguendo l'indicazione di Ennio Flaiano), ottima l'interpretazione femminile, ben realizzate (con un occhio a Quentin Tarantino) le scene d'azione.

Dopo il 1860, quattro donne del Sud che hanno subito soprusi e violenze da parte dei vecchi e dei nuovi oppressori diventano bandite in cerca di vendetta...  Nella trama, un tardo spaghetti western al femminile  che trova il suo punto di forza in una inedita ambientazione postunitaria, poco sfruttata dal cinema nostrano, veicolato con uno stile post-tarantiniano sostenuto da una messa in scena visivamente impattante e da interpretazioni grintose. Lascia invece perplessi l'accentuazione dialettale che, soprattutto in alcuni personaggi, sortisce effetti troppo macchiettistici.

Grinta e personalità non mancano a La Parola nel confezionare questo mix tra storico western e grottesco che demitizza le armate piemontesi e pone al centro dell'azione un gruppo di briganti donna. Cast, musiche e costumi viaggiano su livelli pregevoli e il regista dimostra anche fluidità di ripresa e perizia al montaggio delle scene. Peccato che non si contenga con spargimenti di sangue e sfx non necessari (ridicola la carrozza). Ma il quadro corale non cede e reintepreta con vigore una trama che sulla carta poteva apparire più scontata.

Il cinema italiano si libera dai diktat della nomenclatura pseudointellettualterrazzara e ci offre un gioiello. Nel 2021 non si può trascendere dal Tarantinismo ma qui il talento di La Paróla propone una torsione di spaghetti scegliendo un Sud invaso da bande piemontesi, borboniche e femminil-banditesche. Operazione riuscitissima poiché il sughetto a base di black comedy noir riesce a legare e insaporire. Caprino, già apprezzatissimo Bronson defictionato, è una conferma. "Bene bene bene" anche Calcagno, Madé e sopra a tutte Abela.