Il medico dei pazzi - Film (1954)

Il medico dei pazzi

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Terza riduzione cinematografica (assieme a UN TURCO NAPOLETANO e MISERIA E NOBILTA’) dai testi teatrali di Eduardo Scarpetta, sempre diretta da Mario Mattoli e incentrata sulle potenzialità comiche di Totò. I cascami dell'avanspettacolo si sentono pesantemente e si traducono in musiche (di Pippo Barzizza) invadenti, interpretazioni fastidiosamente sopra le righe, gag che diventano tormentoni... Tutta la prima parte, in cui la figura di Totò è in ombra per lasciare spazio all'esposizione della vicenda in modo da preparare il terreno per un turbinante quanto originale gioco...Leggi tutto di equivoci, è quasi invedibile, con il giovane Aldo Giuffrè (Ciccillo) che decide di far credere allo zio (Totò) in visita a Napoli di gestire il manicomio mentre invece quella che lo zio vedrà è una semplice pensione con ospiti eccentrici. Dall'arrivo di Totò a Napoli finalmente il film comincia a prendere una piega divertente (ma è già passata più di mezz'ora), pur se ancora interrotta da parentesi didascaliche cui si poteva rinunciare. Ovviamente il gioco inizia quando Totò entra in contatto con i pensionati che lui crede pazzi e che quindi cerca sempre di assecondare innescando esilaranti reazioni a catena. Totò è in forma e si vede, ma si nota anche la mancanza di una sceneggiatura decente, appiattita su facili equivoci che solo l'estro e l'improvvisazione del comico napoletano rende a volte indimenticabili. Quando (e capita!) pure lui non trova la gag giusta, il ritmo scade e lascia intravedere l'eccessiva ridondanza della recitazione di quelle che si vorrebbero spalle ma sono solo comprimari poco convincenti. Finale in crescendo, ma da Totò e Mattoli è lecito chiedere di più. Altalenante.

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Rickblaine 17/04/09 10:08 - 635 commenti

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Simpaticissima opera ambientata all'interno di una pensione spacciata per manicomio. Il nipote convince lo zio (Totò) a finanziarlo per assolvere i suoi debiti. Nell'incoscienza il protagonista riserverà allo spettatore degne gag, con esilaranti situazioni girate con esperienza. Totò regge il tutto; bravo anche Giuffrè.
MEMORABILE: L'incontro con la vedova.

Enzus79 17/04/09 10:44 - 2896 commenti

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Totò, sindaco di un paese in provincia di Frosinone, si reca a Napoli dal nipote, credendo che questi sia un medico proprietario di un manicomio: ne succederanno di tutti i colori. Nonostante ci sia qualche lampo di improvvisazione del De Curtis, forse non è la miglior commedia della coppia Mattoli-Totò: è evidente che si poteva far di più.

Cotola 25/10/09 00:21 - 9043 commenti

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Simpatica rivisitazione cinematografica di un'opera teatrale di Scarpetta. L'idea di base è semplice e si basa sul più classico degli espedienti comici: l'equivoco. Totò è in buona forma e così pure i comprimari. Abbastanza divertente anche se il principe della risata ha fatto molto meglio.

Smoker85 27/07/10 23:13 - 487 commenti

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Nonostante un interessante spunto iniziale (l'equivoco dell'albero scambiato per manicomio), la pellicola appare un po' sottotono. Non mancano scene divertenti (le "punizioni" di Pizio Scevola, i raptus di Otello, la scena in cui i presunti pazzi vengono catturati da Sciosciammocca) e Totò regge la scena come sempre, ma forse la storia risente della mancanza di spalle qualificate (nel turco napoletano era Campanini, in Miseria e nobiltà Enzo Turco) che aiutino meglio il protagonista, che resta forse troppo solo. Non il miglior Totò ma gradevole.

Daniela 29/07/10 14:42 - 12662 commenti

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Provinciale benestante foraggia il nipote scapestrato e perdigiorno, convinto che questo diriga un manicomio a Napoli, ma si tratta invece di una pensione per cantanti ed attori, le cui bizzarrie artistiche sono però facilmente scambiabili per manifestazioni di pazzia. A suo agio con Scarpetta, Totò strappa più di una risata, soprattutto quanto, per tener buoni i presunti matti, si mostra accondiscendente verso le loro assurde richieste, per cui, anche se la farsa non può dirsi del tutto riuscita, il divertimento è assicurato.

Galbo 30/07/10 14:59 - 12393 commenti

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Tratto da un'opera teatrale di Edoardo Scarpetta, è la classica commedia degli equivoci in cui Totò è circondato da più che validi comprimari. Si ride (talvolta) e si sorride (più spesso) e, anche senza essere un capolavoro, l'opera è comunque molto godibile.

Stefania 29/09/10 03:29 - 1599 commenti

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E' uno dei film di Totò che mi strappa le risate più genuine, eppure è vero che non è il migliore. E' vero che manca di una sceneggiatura articolata, è vero che non ci sono "spalle" di rilievo, ma forse per questo lo apprezzo: è un "one man's show", un solitario trionfo del principe dei comici che, tra l'altro, in questo film ha un ruolo passivo, di vittima inconsapevole di un inganno (nelle altre due pellicole tratte da Scarpetta, avveniva il contrario). Comunque, lui scintilla irresistibile, ha il tocco di Re Mida, impreziosisce anche una farsa mediocre. Spassoso!
MEMORABILE: Le crisi d'ira del marito-Otello della formosa e provocante signora...

Gestarsh99 9/01/11 20:10 - 1395 commenti

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Intrappolato in quello che lui crede essere un manicomio, il "principe della risata" dovrà stare bene attento a scansare le innumerevoli insidie che gli riserverà la molesta comunità di esagitati condomini... In questa divertente commedia degli equivoci, il collaudato Mattòli, con la sua elementare immediatezza registica, si diverte a srotolare attorno a Totò tutta una galleria di stereotipi sui pazzi, passando in rassegna mitomani, schizofrenici e vedove visionarie. Come per il contemporaneo Miseria e nobiltà, più che di Cinema parliamo di teatro filmato ma poco ce ne cala, l'intrattenimento è assicurato.
MEMORABILE: "Noi facciamo prima Svezia, poi Norvegia e poi piano piano ce ne scendiamo sotto lo scandinavio[...] li c'è qualche bottiglia di vino..."

Pigro 13/04/11 14:10 - 9666 commenti

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L'omonima farsa di Scarpetta in versione briosa con un Totò protagonista che si concede alle sue divertenti divagazioni in un contesto narrativo già di per sé simpatico, quello dell'albergo fatto passare per manicomio dal nipote che spilla quattrini allo zio. Cinematograficamente l'opera è senza pretese, ma proprio questa grado zero di rielaborazione permette di costruire efficacemente (e con buon ritmo) il carosello dei classicissimi sketch teatrali che ruotano attorno alla vittima Totò. Godibile.

Rambo90 17/05/11 21:04 - 7697 commenti

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Ultima parte della trilogia scarpettiana di Mattioli con Totò, forse è il capitolo più debole restando comunque su notevoli livelli di divertimento. Dall'arrivo di Totò nel presunto manicomio è tutto un crescendo di scene divertenti e personaggi spassosissimi (interpretati da ottimi attori come D'Alessio, Giuffrè, Furia, Ninchi, Castellani, la Scarano). Ritmo buono, musiche allegre e colori sgargianti. Da vedere.

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B. Legnani 14/04/12 19:27 - 5532 commenti

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Tratto dalla farsa di Eduardo Scarpetta "O' miedeco d'e pazze", risente dell'origine teatrale e di essere stato "stirato" per arrivare ad un metraggio accettabile. Nonostante tutto, riesce qua e là a divertire (specialmente nella prima parte della permanenza di Totò nella "Pensione Stella", che lui crede essere un manicomio), per calare via via. Arriva a **.

Graf 10/09/13 03:02 - 708 commenti

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Questa terza farsa teatrale di Scarpetta tradotta da Mattoli per il grande schermo appare di resa comica inferiore rispetto alle due precedenti. Certo, il meccanismo ben oliato dell’equivoco e della burla scatta fin da subito, una lunga teoria di sketch buffi e di siparietti spassosi non si fanno attendere ma, fare della maschera anarchica e sovversiva di Felice Sciosciammocca il rispettato e distinto sindaco di Roccasecca, toglie molte frecce comiche alla pulcinellesca maschera Totò, che non sopporta di essere normalizzata. Comunque si ride di gusto. Manca il sostegno di caratteristi all'altezza ed è Totò a tenere in piedi la baracca.

Minitina80 25/04/15 11:23 - 2984 commenti

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Trasposizione su celluloide della commedia omonima di Scarpetta, tutta incentrata su una serie di divertenti equivoci che creano la situazione ideale per la comicità di Totò; il quale in tali contesti è libero di improvvisare ed esprimersi senza freni, garantendo la risata. Ogni tanto il inciampa a discapito del ritmo, ma ciò nonostante raggiunge la piena sufficienza per merito delle numerose spalle che lo affiancano.

Pessoa 14/07/17 20:43 - 2476 commenti

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La farsa di Scarpetta offre un ottimo spunto a un Totò scatenato che conosce bene la storia ed è circondato da alcune delle sue migliori spalle. Si ride di gusto (per quanto molti riferimenti comici si siano persi col tempo) grazie soprattutto a splendidi duetti che il protagonista inscena con grandi caratteristi come Castellani, Giuffrè, la Scarano, la Maggio, Furia e il bravissimo Ninchi. La confezione naturalmente è piuttosto arrangiata e quando il Principe non c'è lo spettacolo langue, ma a questo siamo già abituati. Simpatico!
MEMORABILE: I duetti di Totò con Carlo Ninchi, Pupella Maggio e Tecla Scarano, fra i migliori del suo repertorio.

Faggi 9/05/18 19:48 - 1549 commenti

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Il medico dei pazzi dovrebbe essere un nipote di Totò (che interpreta il sindaco di un paesello) ma è un trucco, una sua manovra per avere denaro dallo zio; e gli equivoci dilagheranno. Equivoci divertenti, brillanti, giocati sul filo dell'indistinzione (o intercambiabilità) tra follia e normalità quando si tratta di avere a che fare con i temperamenti artistici (ed è ricca la galleria dei bravi caratteristi). Fluido e teatrale (Edoardo Scarpetta è il padre nobile dell'operazione) è un passatempo d'antan spiritoso, ben cucinato.

Gugly 26/04/20 19:32 - 1187 commenti

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Dalla celeberrima commedia di Scarpetta l'omaggio del Principe (parte della nota trilogia); coloratissima e scoppiettante commedia degli equivoci con un sottofondo vagamente pirandelliano (chi sono i pazzi?) che consente a Totò di scatenarsi in frizzi, lazzi, smorfie e prese in giro, ben coadiuvato come al solito da un nutrito stuolo di fidati caratteristi; ovviamente lo conosciamo a memoria ma come resistere? Tutti alla pensione Stella!
MEMORABILE: La sorella del proprietario che vuole accasare a ogni costo la figlia.

Siska80 17/06/20 10:37 - 3794 commenti

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La più fiacca delle tre pellicole tratte dalle omonime opere teatrali di Scarpetta: l'idea di partenza è buona (il povero Felice, raggirato miseramente dal nipote scroccone, si ritrova in mezzo a presunti pazzi), ma nell'intento di far capire che (bugie a parte) gli avventori della pensione hanno davvero qualche fisima, si sconfina nell'eccesso creando situazioni paradossali (Totò lanciato per aria dagli acrobati rimane illeso) e caotiche. Buono il cast, finale buonista.
MEMORABILE: Sciosciammocca chiude gli ospiti a chiave nelle loro camere.

Noodles 15/04/21 23:02 - 2228 commenti

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Da una farsa di Eduardo Scarpetta, una classica commedia degli equivoci in cui un personaggio come Totò non può che sguazzarci. Innumerevoli i momenti divertenti, anche se molte scene sembrano dilatate eccessivamente, forse per allungare il minutaggio della pellicola. Sicuramente la parte migliore è la seconda, nella quale pullulano le gag derivate dall'equivoco per il quale il protagonista crede che l'albergo sia in realtà un manicomio. Buono il cast e Totò, manco a dirlo, strepitoso. Impostazione teatrale evidentissima. Da vedere, per appassionati e non.

Gottardi 1/03/22 12:47 - 396 commenti

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Giovane mantenuto dallo zio fa la bella vita a Napoli finché lo zio non lo viene a trovare; allora gli fa credere di essere affermato medico direttore di un manicomio spacciandogli per tale la pensione dove vive, piena di ospiti eccentrici. Impianto dichiaratamente teatrale per questa commedia di Scarpetta in cui Totò giganteggia da par suo in un balletto di equivoci che assume via via un crescendo rossiniano. Come le precedenti due opere di Mattoli tratte da Scarpetta la messa in scena è particolarmente curata e la fotografia sgargiante.
MEMORABILE: La vedova inconsolabile.

Giùan 9/07/22 08:25 - 4559 commenti

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Un Totò che recita Scarpetta vale sempre la (ennesima) visione, anche se qui gli esiti restano ben inferiori ad altre sortite. Molte le cose che non funzionano a dovere, a cominciare dal consueto vizio capitale di tanti abbinamenti Mattoli/Principe: una prima parte che vale molto più della seconda in cui prevale il buttar via veloce del girato e/o del montato. I frizzi e lazzi comunque non mancano grazie ai pazzi di turno (Bernardi, Nichi, D'Alessio) e al nostro imperiale mattatore. Il giovane Giuffrè mostra già temperamento e poi c'è il Ferraniacolor coi suoi meravigliosi "sparati".

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  • Curiosità Gugly • 6/02/08 20:51
    Portaborse - 4710 interventi
    esiste una trasposizione teatrale della commedia datata fine anni 70 , il cui protagonista è Giuseppe Anatrelli, il mitico Calboni di Fantozzi; peraltro Anatrelli era in compagnia negli anni 50 con Eduardo de Filippo, lo si vede comparire in scena nella trasposizione teatrale di Miseria e Nobiltà di cui ho parlato nell'omonimo post
  • Curiosità Gugly • 2/01/10 00:58
    Portaborse - 4710 interventi
    Il film fa parte di una trilogia (Miseria e nobilità, il medico dei pazzi, Un turco napoletano), concepita per festeggiare il centenario della nascita di Eduardo Scarpetta, autore delle pieces da cui i film sono stati tratti.