Il grande gioco - Serie TV (2022)

Buona serie ambientata nel mondo del calcio (soprattutto quello dei procuratori). Un'opera indubbiamente ben interpretata da attori di livello sia nei ruoli maggiori (straordinario Montanari), sia in ruoli più marginali (Dionisi ha sempre il suo perché). Fortunatamente le scene calcistiche sono marginali e il vero fulcro sono le gelosie e la sete di potere che non risparmia nemmeno i rapporti più intimi (ovvero quelli familiari). Si segue come fosse un thriller, con una regia sempre impeccabile e una scelta azzeccata delle location. Prodotto di sicuro pregio, in ogni componente.

Va bene che il mondo del calcio ad alti livelli è ormai un baraccone che ha come burattinai procuratori, presidenti, imprenditori squali che vogliono intingere il becco e calciatori arroganti che si credono Dei, ma il tutto avrebbe meritato un approccio meno puerile. Qui ci si trova al cospetto di un modello base di narrazione, in cui persino Giannini risulta forzato, macchiettistico. E se uno come lui fa questa fine, figurarsi il resto del parco attorico. C'è ben poco da salvare, forse un po' il contenitore, ma dal punto di vista dell'incisività il risultato è avvilente.

Serie Sky ambientata nel mondo dei procuratori sportivi che si muove dietro le quinte del calcio professionistico. Non mancano luoghi comuni (il fuoriclasse argentino capriccioso che sorseggia fiumi di mate; il giovane procuratore che snocciola dati di match analysis come fosse un ricercatore del CNR) e situazioni francamente grottesche (la gara di peperoncini). La trama ricca di capovolgimenti di fronte, la regia dinamica, l'originalità del tema, la bella (e cupa) OST rendono però la visione delle otto puntate piacevole e adatta (se si ha il tempo) ad una sessione di binge watching.

Un insieme di banalità concentrate per raccontare il mondo dei procuratori di calcio che come sappiamo è una zona abbastanza opaca all'interno dello sport nazionale ma che avrebbe meritato una narrazione meno scontata e qualche luogo comune in meno. Qui, a partire dall'argentino capriccioso, c'è tutto ma proprio tutto quanto ci si può aspettare. Si salva solo Francesco Montanari.