Rispetto al numero 2 sale il livello di azione violenta (le scene più forti comunque rimangono sempre fuori campo), ma la regia è più raffazzonata del solito e il montaggio è abbastanza approssimativo. Si riscatta negli ultimi spassosissimi 20 minuti, che ricordano Woo e Castellari (anche se con le dovute differenze). Bronson è dal secondo capitolo che non cambia espressione, ma il suo personaggio riesce a funzionare comunque. C'è anche Martin Balsam (!). Musiche rozze, ma efficaci.
La necessità di creare motivazioni che rendano ancora necessaria l’azione di Paul Kersey porta all’eccesso che sfocia nel grottesco. Nel mezzo disastro è coinvolto un grande come Martin Balsam. Charles Bronson conosce la lezione a memoria, ma per salvare il film ci sarebbe voluto ancora Vincent Gardenia (ma forse non sarebbe bastato neppure lui). Da non rivedere.
Dopo il secondo capitolo la serie giunge al suo culmine. Forse non sarà un capolavoro, ma nelle scene d'azione riesce a convincere come ben pochi altri sanno fare e Winner realizza un film godibilissimo dal primo all'ultimo minuto. Bronson è sempre eccellente e qui è affiancato da altri due cavalli di razza, ovvero Ed Lauter, il capo della polizia, e Martin Balsam. Bello.
Terzo episodio della saga del giustiziere, ancora diretto da Michael Winner. Il regista insiste ancora maggiormente che nei precedenti episodi sul versante action e della violenza (talvolta peraltro piuttosto gratuita). Il risultato è un film che, sebbene pregevole nella realizzazione, appare estremamente ripetitivo ed iperviolento, con un Bronson che comincia a mostrare i segni del tempo, apparendo talora francamente fuori luogo.
A partire dal terzo capitolo, purtroppo, il livello comincia un pochino ad abbassarsi. Questo episodio si può vedere anche per la presenza della vecchia gloria Martin Balsam, mentre purtroppo Charles Bronson (se pur bravo) comincia a invecchiare. Regia non troppo riuscita. Per appassionati.
Terzo episodio firmato Winner/Bronson. Stavolta però il tono cambia decisamente e, accantonata l'atmosfera più seriosa da thriller urbano dei primi due, con questo nuovo episodio Bronson viene trasformato in una vera e propria macchina da guerra e il film prende una piega da action-movie molto più accondiscendente verso il pubblico americano medio. Certo, il giustiziere ormai comincia a diventare un personaggio abbastanza inverosimile e la storia ancor di più, ma ci si diverte parecchio, comunque. Più di ottanta persone ammazzate e Bronson ineffabile.
MEMORABILE: Troppe da citare, ma di sicuro l'uccisione finale del "cattivone" è incredibile!
Grazioso, anche se rispetto ai precedenti due comincia a mostrare segni di cedimento. Bronson questa volta farà giustizia in un quartiere malfamato; un ambiguo poliziotto da una parte lo aiuta, dall'altra tenta di fermarlo. Ci sarà anche il tempo per una donna che finirà inevitabilmente... male. Bello, ma solo per appassionati della saga.
MEMORABILE: Questo è il mio distretto ed io sono la legge... e posso violare tutti i diritti costituzionali che voglio!
Ancora Winner, ancora Bronson, cambiano però gli obiettivi del protagonista Paul Kersey: questa volta non si tratta di vendetta, ma bensì di raddrizzare una gang di teppisti che rubano e violentano donne in un quartiere malfamato. Un cambio decisivo che sposta definitivamente il film sul versante dell'action: il risultato è comunque buono, il ritmo sostenuto e Bronson (sempre più anziano) ancora in forma. Bravo come sempre anche Martin Balsam.
Ah quanto divertimento: sembra di stare dentro un parco giochi della violenza. "Livin on a chain gang" cantavano nel 1991 gli Skid Row e Bronson doveva anticipare i temi stradaioli delle loro canzone cantando "Destroyin'the gang": è quanto accade in questo clamoroso film, dove la rocambolesca vita di Kersey fa tappa in un quartiere sperduto di New York City, abitato da persone indifese e da una bandaccia di tossici (che ricordano i nostri amici del Bronx castellariano). Divertente per chi si vuol divertire, per tutti gli altri... aria.
Criminali sempre più brutti, sporchi e cattivi, Paul Kersey sempre più incazzato e abile nell'eliminarli: il terzo capitolo della saga è una catena di sketch di violenza gratuita e reazioni più o meno immediate, valevole solo per il gran finale in cui l'anziano Charles Bronson (doppiato dall'ex Baffo Moretti Marcello Tusco) scatena una vera e propria guerriglia urbana con tanto di colpo di bazooka risolutore. Commerciale.
MEMORABILE: I trabocchetti piazzati da Kersey negli appartamenti.
Paul Kersey/Charles Bronson incontra il genere rambistico facendo scivolare involontariemente la saga nel grottesco e nel ridicolo. Bronson falcidia i soliti e deprecabili teppisti a colpi di armi micidiali nemmeno fosse Stallone o Schwarzenegger! Ormai niente può più essere preso sul serio, men che meno il vecchio e imbolsito protagonista. Winner ancora recidivo, ma per l'ultima volta.
Esaurita la famiglia nei primi due capitoli, ad essere presi di mira dai criminali sono gli amici di Paul Kersey, che questa volta si arma di tutto punto e sigla un tacito accordo con la polizia. Violenza gratuita che sfocia nell'assurdo ad opera di un Bronson che, nonostante porti abbastanza bene i suoi 64 anni, è davvero troppo vecchio per il ruolo. In più, manca Gardenia. Ultimo capitolo diretto da Winner, che si sarebbe potuto fermare tranquillamente al primo.
Piuttosto brutto, basato sulle scene di notevole crudeltà e violenza perpetrate da un gruppo assai nutrito di delinquenti di ispirazione neonazista. La trama è quasi puerile e improbabile, per il resto si respira un'aria di stanca ripetitività, con un Bronson così monolitico nelle espressioni da sembrare scolpito; Balsam cerca di non essere da meno.
MEMORABILE: Gli inermi cittadini esasperati reagiscono con quello che capita, dalle fucilate alle scopettate in testa.
Non sembra nemmeno essere opera dello stesso regista del primo film, di cui mantiene e rincara la dose di violenza che in quel caso assumeva contorni validi per un dibattito sociologico ed era funzionale allo svolgimento qui risulta essere fine a se stessa. Lo straordinario humus del primo film cede, purtroppo, il passo a un cinema di genere "guerrafondaio" tanto in voga all'epoca lasciando il buon Bronson con la sua pistola (e non solo) fuoriserie fumante a parodiare se stesso. Anche il commento sonoro di Jimmy Page sembra andare per i fatti suoi.
MEMORABILE: Diversi i momenti "divertenti", ma la "475 Wildey Magnum" di Kersey ha il suo perché.
Dopo il secondo (già calante) capitolo, la serie imbocca la deriva che si trascinerà stancamente per troppi altri sequel: il versante drammatico perde efficacia a favore di un action sempre più gratuito, e il personaggio di Paul Kersey ha ormai compiuto la sua mutazione da "giustiziere" a vendicatore di torti osannato dai vicini come un supereroe. Interessante il ruolo ambiguo e negativo della polizia; irritante invece il disegno dei teppisti, fumettistici e demenziali come quelli di Scuola di polizia.
Terzo capitolo della saga di Paul Kersey, interpretato sempre dal granitico Bronson. Il film non ha l'atmosfera cupa del primo episodio, né la violenza dura del secondo, stavolta siamo dalle parti dell'action fumettoso e tamarro. Kersey scatena una vera e propria guerriglia urbana contro un gruppo di punk che assediano un quartiere di NY. Il protagonista usa trappole mortali, una mitragliatrice e persino un lanciarazzi per ripulire la zona dai teppisti. Se si spegne il cervello ci si diverte un mondo.
Ci sono poche vie di mezzo quando si finisce di vedere il film: o lo si prende per come è e ci si fa una grossa risata sopra oppure si grida allo scandalo. Parte come al solito con Bronson/Kersey pronto a ricevere l'ennesima spinta per tornare a giustiziare nelle strade e finisce in guerriglia urbana, tanto da chiedersi se Winner volesse trasformare il giustiziere della notte in un nuovo Rambo. Davvero troppo per sostenere la credibilità di una serie che cominciava a mostrare la corda già dopo il secondo capitolo.
MEMORABILE: I pacchi postali ricevuti da Kersey che contengono ogni volta armi di ogni tipo.
Il personaggio di Bronson verrà ricordato come uno dei più sfigati del cinema: nelle prime scene del film non fa in tempo ad arrivare in città per visitare un amico che quest'ultimo viene eliminato mentre lui è ancora in viaggio. Questo è lo sfondo che giustifica la nuova ondata di violenza - sempre più violenta e sempre più allargata - che riguarda questa saga. Nell'ultima parte sembra quasi di vedere un film di Rambo, tale è il livello di distruzione e morte. Nonostante tutto, ci piace perché vogliamo vedere Kersey uccidere!
Ovunque metta piede, Paul Kersey si tira dietro sempre una carrettata di rogne che la metà basta. Rientrato all'ovile newyorchese come un bravo giustizier pròdigo, l'ultrasessantenne Charles diventa - per inappurate urgenze tafazziane - una specie di Jena Plissken raggrinzito al centro di una Brooklyn da vero e proprio incubo postatomico, con bande di punk invasati a cantarsela e suonarsela fra loro per lo strapazzamento dei cittadini del posto. Contrariamente all'episodio II, la violenza mostrata è così finta e sproporzionata da non rivelarsi scioccante ma alla peggio ridicola e sbellicante.
MEMORABILE: La guerriglia finale tra le gang di strada e mitraglia-Bronson su uno scenario in rovina da post-bombardamento aereo...
Winner ci ripensa ancora una volta e dirige il suo ultimo capitolo (non conclusivo della saga, purtroppo). Buoni il ritmo e il cast, ma la trama è sempre uguale: sebbene stavolta la violenza sia più contenuta (anche se non manca il solito stupro, qui per fortuna solo accennato), Kersey perde ancora una persona cara e (mentre la polizia latita) fa come sempre piazza pulita dei delinquenti di turno (lo scontro finale in strada è eclatante quasi quello che anni dopo si vedrà in Hellraiser III).
MEMORABILE: Le trappole chiodate ideate dal giustiziere.
Dopo la parentesi californiana del secondo capitolo la saga ritorna alle origini newyorchesi. Michael Winner confeziona di fatto un "war movie" da città che attinge agli stilemi dell'action allora in voga; cosicché la diatriba giustizialista del protagonista Charles Bronson diventa facile espediente per una divertita vicenda con morti e spari a profusione. Sorta di spaghetti western urbano in tempi moderni. Ci si diverte e la pellicola scorre come il vento, quindi inutile cercarne valori artistici dove non ci sono e nemmeno devono esserci. Va bene così!
Il tormentato Kersey alza il livello dello scontro con la malavita debordante e nel terzo episodio della saga si trasforma in un simil Schwarzenegger. Cambia radicalmente il punto di partenza: non solo una vicenda strettamente personale che diventa violenta denuncia dell'impotenza della giustizia, ma una lotta più marcatamente al servizio della collettività. Meno intimismo e più caos scenico, per attenuare la discutibile figura del giustiziere solitario attribuendogli una funzione para-sociale, maggiormente "digeribile" pur se altrettanto borderline e ancor più sanguinosa.
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In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
Fa parte dei 190 film menzionati da Edgar Wright e da Quentin Tarantino che si possono trovare nel commento del film -HOT FUZZ- Questo "duetto" di opinioni e citazioni è incluso nel terzo disco DVD della collector's edition uscita per il mercato UK.In questo caso la loro discussione si concentra sul fatto che il film sia ambientato a New York ma in realtà è stato girato in UK.
HomevideoHerrkinski • 3/08/10 14:19 Vice capo scrivano - 2325 interventi
Disponibile per Stormovie. Purtroppo questa edizione, che va a sostituire il mediocre DVD Multivision di qualche anno prima, non è tanto meglio:
- Video: 4:3 Fullscreen
- Audio: Italiano 5.1 / Italiano & Inglese 2.0
- Sottotitoli: Italiano
- Extra: Trailer originale / Filmografie
Come nel secondo episodio della saga, le musiche sono opera di Jimmy Page, tra i migliori chitarristi di ognitempo nonchè fondatore del gruppo musicale inglese: "Led Zeppelin".
Lovejoy, Vito
Herrkinski, Daidae, Rambo90, Tomastich, Markus
Pesten, Sircharles
Deepred89, Ciavazzaro
B. Legnani, Galbo, Homesick, Belfagor, Furetto60, Maxspur, Il Dandi, Pinhead80, Siska80
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