Il fuggiasco - Film (2003)

Il fuggiasco
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MMJ Davinotti jr
Anno: 2003
Genere: biografico (colore)
Note: La storia vera dello scrittore Massimo Carlotto.

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dedicato a chi conosce Massimo Carlotto solo come scrittore noir di successo (suo ad esempio il soggetto di ARRIVEDERCI AMORE CIAO). IL FUGGIASCO è la storia del suo clamoroso caso giudiziario, una condanna che nel 1976 lo punì, secondo alcuni, quasi solo per la sua militanza tra le file di Lotta Continua: a Padova, dove abitava, va al commissariato per denunciare la morte di una donna, il cui cadavere ha appena rinvenuto. Dopo una sorta di terzo grado finirà processato e condannato. Non accetterà la sentenza e fuggirà a Parigi, dove comincerà la sua lunga odissea (Barcellona, Città del Messico...). Una storia vera insomma, messa...Leggi tutto in scena senza enfasi e sfruttando bene la controllata recitazione del protagonista Daniele Liotti. Ben scandito dalle molteplici tappe di una sentenza portata in giudizio innumerevoli volte, il film cede invece quando si tratta di dare un senso alle fasi extra-processuali, denotando la poca incisività della regia di Andrea Manni. Nonostante la buona fotografia, l'ampio respiro offerto da paesaggi e luoghi tanto diversi, la scelta costante del basso profilo non premia. C'è poco coinvlgimento, molta ripetitività nelle situazioni e negli atteggiamenti dei personaggi che animano la vicenda. Tra questi la palma del migliore la guadagna sicuramente Alessandro Benvenuti nel ruolo dell'avvocato difensore: lotta, si danna ma non sale mai sopra le righe confermandosi attore di rango. Buona anche la prova dei genitori di Massimo. Una testimonianza importante che inquadra bene alcune lacune del nostro sistema giudiziario.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/10/06 DAL DAVINOTTI
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Caesars 19/02/07 13:58 - 3794 commenti

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Dal punto di vista cinematografico il film non ha particolari meriti: se la storia fosse inventata sarebbe uno di quei prodotti che si lasciano vedere ma non mantengono un ricordo indelebile nella mente dello spettatore. Trattandosi però di una storia tragicamente vera, l'interesse aumenta notevolmente. Carlotto prima di diventare scrittore di un certo successo è stato vittima di una storia di mala-giustizia veramente incredibile che Manni ricostruisce con professionalità.

Pigro 8/01/09 10:21 - 9672 commenti

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Dal libro autobiografico con cui Massimo Carlotto, accusato di omicidio, rivendica la propria innocenza, tra vicende giudiziarie e fuga all'estero. Avevo visto il film anni fa, ma - al contrario di quel che mi succede sempre - non ne ricordavo neanche mezza immagine. Vedendolo la seconda volta ho capito perché: il film vola basso nonostante la pretesa dell'impegno civile. Musica inutile, recitazione a malapena sufficiente, sceneggiatura adatta a un servizio di Rai Educational piuttosto che a un film, regia pretenziosa. Piatto, noioso, da evitare.

Nando 12/08/10 00:19 - 3816 commenti

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L'allucinante vicenda giudiziaria patita dallo scrittore Massimo Carlotto ricostruita in maniera cronachistica e scandita da implacabili date. Buona la prima parte in cui si narra la condanna e le fughe dello scrittore all'estero, nella seconda parte si punta più al fattore emozionale culminante con l'agognata grazia. Nonostante tutto Liotti se la cava dignitosamente.

Manfrin 10/02/11 15:46 - 392 commenti

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Precisa, forse troppo, ricostruzione del dramma giudiziario dello studente padovano Massimo Carlotto: procede senza grossi sbalzi di tensione e racconta la sua odissea giudiziaria durata oltre 17 anni! Bravi interpreti ma film piatto, quasi un reportage giornalistico.

Stefania 19/04/11 23:18 - 1599 commenti

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Ricostruzione di una disavventura giudiziaria o incubo kafkiano? Film di denuncia o noir? Purtroppo, né una cosa né l'altra: per essere un film-documento, è troppo parziale e fazioso, troppi dati sono omessi, per essere un dramma, non ha alcun fascino o spessore. La latitanza come "prigione a cielo aperto" è resa in maniera opaca e ripetitiva, i luoghi sembrano più vivi e interessanti dei personaggi, che non hanno nome né storia. Apologetico, ma confuso.

Cloack 77 7/10/12 20:23 - 547 commenti

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Altro che Manni... per maneggiare tutta sta roba ci sarebbero voluti ben altri registi. Il film si risolve in una veloce passerella di avvenimenti senza alcun approfondimento, senza scene degne di rilevanza, senza un guizzo o interpretazioni degne di lode. Una piatta fiction, a cui le barba posticcia di Benvenuti non rende alcun merito.

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  • Discussione Stefania • 19/04/11 23:39
    Addetto riparazione hardware - 603 interventi
    Perdonate se mi permetto di fare alcune osservazioni: leggo, sia nel papiro davinottico che, mi pare, in alcuni commenti degli utenti a questo film, espressioni quali "errore giudiziario", o "ingiustizia" in riferimento al caso Carlotto. Personalmente, riterrei corretto parlare di "errore giudiziario" solo quando un soggetto venga condannato per un reato del quale, in seguito, si rivela essere innocente (vedi, ad esempio il caso Tortora).
    Ora, questo non è il caso di Carlotto, riconosciuto colpevole da ben tre tribunali in tre processi distinti.
    Carlotto non è un innocente ingiustamente condannato, bensì un colpevole graziato. Se ci siano stati errori, formali o sostanziali, nelle indagini e nei processi, io non so dirlo, ma se è vero che le sentenze vanno rispettate, bisogna rispettare anche quella (anzi, quelle) che hanno condannato Carlotto. Certo, si ha diritto al dubbio: va rispettato chi ritiene Carlotto sia innocente, ma anche chi lo ritiene colpevole.
    Aggiungo che, né nel film né nel papiro davinottico, si spende una parola per identificare la vittima: è utile sapere che aveva un nome (Margherita Magello), una giovanissima età (24 anni), che era una studentessa, che viveva con i suoi genitori e che non era un'estranea per Carlotto, bensì un'amica di sua sorella. Aggiungo - e termino- che nel film i riflettori sono accesi sui genitori di Carlotto, ma per gli stessi, identici 17 anni, nelle aule di quegli stessi tribunali, c'erano altri due genitori: quelli di Margherita Magello.
  • Discussione Zender • 20/04/11 08:05
    Capo scrivano - 47802 interventi
    Hai assolutamente ragione Stefania. Per quanto riguarda il papiro, che ho revisionato, credo che il Davinotti sia stato indotto all'errore da come vengono presentate le cose nel corso del film. Per quanto riguarda la vittima hai fatto bene a ricordarla, solo che probabilmente nel film non le viene dato molto spazio e dovendo parlare del film e non del caso...
  • Discussione Capannelle • 20/04/11 10:23
    Scrivano - 3521 interventi
    Grazie 1000 a Stefania per il contributo.

    E' interessante, anche da un punto di vista sociologico, notare come un film possa creare una "realtà" che poi si scopre non essere per forza tale.

    In altri termini: non escludo che Carlotto possa essere innocente ma vedendo il film pare che questo aspetto sia dato per assodato e, come dice Stefania, vengano "sterilizzati" tutti i riferimenti alla vittima.
    Ultima modifica: 20/04/11 11:19 da Capannelle
  • Discussione Caesars • 20/04/11 10:59
    Scrivano - 16812 interventi
    Giustissimo l'intervento di Stefania. Effettivamente il film, sposando la tesi innocentista, dà per scontato che Carlotto sia stato vittima di un caso di mala giustizia. Ricordo che anche Corrado Augias a a fine anni 80 o forse inizi anni 90 fece una trasmissione su tale caso e anche lì si sosteneva questa tesi. E' evidente però che una tesi resta tale finche non è provata e quindi non si può essere certi dell'innocenza di Carlotto: si può propendere per questa tesi, ma è lecito anche il contrario. Per la legge Carlotto rimane tuttora un colpevole graziato.
  • Discussione Stefania • 20/04/11 12:10
    Addetto riparazione hardware - 603 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Hai assolutamente ragione Stefania. Per quanto riguarda il papiro, che ho revisionato, credo che il Davinotti sia stato indotto all'errore da come vengono presentate le cose nel corso del film. Per quanto riguarda la vittima hai fatto bene a ricordarla, solo che probabilmente nel film non le viene dato molto spazio e dovendo parlare del film e non del caso...
    Sì, Zender, mi fa piacere anche che nella revisione tu abbia aggiunto che Carlotto "secondo alcuni" è stato condannato quasi solo per la sua appartenenza a Lotta Continua. Avevo notato che il "secondo alcuni" mancava nella stesura originale: si tratta comunque di un'illazione -(illazione dello stesso Carlotto, ovviamente)- non di un dato certo. Comunque, con tanti che si dicono perseguitati dalle Toghe Rosse, è interessante sapere di qualcuno perseguitato dalle Toghe Nere!
    Sul fatto di non menzionare la vittima, hai ragione: del resto, è significativo di un certo approccio al caso in questione degli sceneggiatori, e di un taglio narrativo incentrato unicamente sulla figura dell'indagato.
  • Discussione Pigro • 22/04/11 14:53
    Consigliere - 1661 interventi
    Grazie anzitutto a Stefania per questo intervento davvero prezioso. Rileggo il mio commento e scopro di essere uno di coloro che ha usato il termine "ingiustizia". È vero quel che dice Zender e che funziona anche per me: nei miei commenti giudico il film, non il fatto vero a cui si riferisce. È però anche vero, nel mio caso, che quel termine "ingiustizia" faceva riferimento proprio alla vicenda reale, di cui peraltro avevo sentito parlare e che avevo accettato senza approfondire.
    Quindi, procediamo alla modifica del mio intervento.
    En passant, noto come nel mio commento di 2 anni fa dicevo che di quel film, che avevo visto qualche anno prima, non ricordavo nulla. Ebbene, a due anni di distanza della visione per poterlo commentare qui, continuo a non ricordare assolutamente nulla! Quindi, un film veramente pessimo, almeno per me, che oltretutto ricostruisce una vicenda reale con estrema superficialità...
    Ultima modifica: 22/04/11 14:57 da Pigro