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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Prosecutore ideale del compromesso storico che aveva portato alla morte Aldo Moro due anni prima, il Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella (fratello maggiore dell'oggi notissimo Sergio) venne ucciso probabilmente per gli stessi motivi. E' bene tuttavia usare il condizionale perché, differentemente da molti altri omicidi eccellenti compiuti in Sicilia, in questo caso pochissimo si è riusciti ad accertare riguardo al movente del delitto, avvenuto in auto a Palermo il 6 gennaio 1980 (i giorni di festa erano gli unici in cui Matterella rinunciava alla scorta). Ignota la mano che uccise, ignoti i mandanti, che Giovanni Falcone riteneva potessero essere i neofascisti....Leggi tutto Più verosimilmente - come viene spiegato nel film - fu una serie di concause che fece decidere per l'eliminazione, all'ombra della quale oltre ai neofascisti si ipotizza si nascondessero Gladio e financo elementi della Banda della Magliana in un quadro generale assai ramificato e oscuro; con la presenza ingombrante sullo sfondo dei soliti Vito Ciancimino (Sperandeo), Rosario Nicoletti (Gullotta) e, risalendo più verso l'alto, Salvo Lima e Giulio Andreotti, che in quanto esponenti di spicco della corrente siciliana della DC (lo stesso partito di Piersanti) sicuramente qualcosa che mai fu scoperto lo sapevano. Lo stile utilizzato da Aurelio Grimaldi non si discosta molto da quello abitualmente utilizzato da chi si cimenta nel genere, con l'aggiunta di molti sottotitoli (per decodificare il siciliano stretto) e un andirivieni temporale che spezza la linearità della narrazione: si comincia mostrandoci il durante e il dopo il delitto, si prosegue raccontando i tre mesi che l'hanno preceduto per poi tornare avanti e indietro. Ne emerge la figura di un uomo di solidi principi, onesto e che anche per questo incorrerà nelle ire di chi ha ovviamente interesse a eliminare una figura scomoda e che perdipiù si appresta a governare insieme ai comunisti di Pio La Torre (Castrogiovanni) all'insegna di una svolta politica da più parti avversata. Colpisce in positivo la scelta delle location a Palermo e nel messinese, che ci mostrano la faccia più paesaggisticamente suggestiva della Sicilia, mentre poco si può rimproverare alla direzione di un cast ben scelto (convincente Coco come Piersanti). Più difficile sistemare in modo organico le diverse aperture della storia in direzione dei diversi rami dell'inchiesta, con una forse eccessiva moltiplicazione di nomi e di facce nonché qualche scivolone dovuto alla voglia di inserire troppo nella storia (compreso un Michele Sindona che non si capisce in quale modo collegare al filo principale). Come giudicare altrimenti scene superflue come il lungo colloquio della moglie (Finocchiaro) di Piersanti con il prete, che decisamente poco aggiunge al resto? E' tuttavia stimabile l'impegno nella ricostruzione d'insieme, anche se forse l'uso della voce narrante, che si unisce a titoli di coda lunghissimi in cui ci viene spiegato quale fine abbiano fatto i protagonisti, si poteva sintetizzare. Per quanto un po' televisivo nel suo complesso, il film si lascia seguire raccontando quanto l'intreccio tra poteri generasse una pericolosa connivenza che vide in quegli anni incrementare il numero dei caduti sul campo. Importante la presenza di Andreotti, ruolo marginale solo in termini di minuti sul set.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/01/21 DAL BENEMERITO CAMIBELLA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 30/03/22
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Camibella 22/01/21 23:23 - 277 commenti

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Girato come fosse un documentario, il film di Grimaldi cita fatti tristemente accaduti e personaggi veramente esistiti con dovizia di particolari e con sguardo lucido. La trama è solo una narrazione fredda e spietata sui due anni di presidenza alla Regione Sicilia di Piersanti Mattarella, ucciso dalla mafia perchè troppo onesto, ma il regista ne resta fuori e non prende posizione. Come uno spettatore assiste impotente alla tragicità degli eventi di una terra martoriata e preferisce esserne un semplice cantore. Ottime le prove recitative del cast e bella la ricostruzione dell'epoca.

Nando 5/02/21 00:45 - 3814 commenti

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Grimaldi realizza una pellicola lucida con tendenze documentaristiche in cui narra le vicende che condussero all'omicidio di Mattarella descrivendo, attenendosi a fatti, le cospirazioni e i personaggi chiave della vicenda. Il risultato è una classica ed efficace narrazione in cui non vi è una vera denuncia verso qualcuno; anzi, il regista sembra uno spettatore indignato nell'osservare tanta corruzione. Ottimi il cast e soprattutto le ricostruzioni ambientali.

Puppigallo 16/03/22 08:35 - 5275 commenti

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Tra il resoconto e la pellicola cinematografica, questo ibrido risulta comunque sufficientemente equilibrato da permettere allo spettatore di apprezzare la lezione su chi era il protagonista (purtroppo un martire annunciato) e soprattutto con chi aveva a che fare. Mentre dal punto di vista puramente cinematografico subentrano gli attentati, la limitata vita privata (quando era in famiglia la sua mente era sullo stressante impegno trasformato in missione) e le regole del sottobosco e non solo che mandavano avanti il carrozzone di corrotti e collusi. Dignitoso il cast. Riuscito.
MEMORABILE: Gli appalti; Mattarella a Nicoletti: "M'hai abbandonato, non è una bella cosa"; La frase, triste presa di coscienza: "Se dovesse succedermi qualcosa".

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