Il codice del silenzio - Film (1985)

Il sergente Cusack deve affrontare due bande di criminali che si contendono il controllo del traffico della droga a Chicago. Poliziesco di buona fattura con un Chuck Norris all'apice della carriera cinematografica; Andrew Davis mixa sapientemente sparatorie e arti marziali (la scena della sala da biliardo è grandiosa), mentre l'ottimo Henry Silva è perfettamente a suo agio nei panni di uno spietato boss. Uno dei migliori film di Norris.

Che sia la giungla vietnamita, un deserto mediorientale o una brulicante metropoli come Chicago, per Chuck non sembra fare alcuna differenza. È ancora una volta il giustiziere invincibile, infallibile e poliziotto tanto integerrimo da essere guardato con sospetto perfino dai suoi stessi colleghi (legati ad un dubbio codice d'onore piuttosto omertoso...). Le scene d'azione sono davvero ben girate, il cattivo (Henry Silva) è di quelli memorabili e per di più troviamo sprazzi di ironia nient'affatto fuori luogo. Un buon film.

Uno dei migliori polizieschi metropolitani degli anni 80. Feroce violenza (l'agguato alla famiglia di Tony Luna sullo stile dell'inizio di Commando, l'inizio con i finti imbianchini), tensioni e problemi interni nella polizia quasi lumetiani e un fervore livido e cinico che sembra un Friedkin in micro (c'è pure una scena in metrò simile quella del Braccio violento della legge). Poco incline agli standard norrisiani dell'epoca e gran regia spigliata di Andy Davis che non molla la presa un secondo e mette quà e là alcune gag di culto. Sottovalutato.

Uno dei Norris migliori, calato in un contesto che non avrebbe sfigurato attorno a un ispettore Callaghan. Un poliziesco movimentato, ben diretto da Davis con un ottimo gusto per le scene d'azione e qualche simpatico tocco d'ironia. Il protagonista è granitico come sempre, Henry Silva un buon cattivo. Buono.

Uno dei maggiori successi di Chuck Norris, questo Codice del silenzio offre una discreta regia che segue i canoni dei polizieschi anni 80. Il punto forte del film sono le scene d'azione, superbe e girate con ottima tecnica. Lo svantaggio del film è la trama, che fatica a decollare e finisce con l'annoiare e non incuriosire.

Tra i migliori Norris-movie, è un classico poliziesco/action anni '80 sulla scia dei vari film di Schwarzenegger e Eastwood del periodo, più almeno un paio di scene prese in prestito dal Braccio violento della legge. L'atmosfera urbana è ben resa (e fotografata), la ost a cavallo tra funky e synth '80s funziona a dovere e la regia dello specialista Davis è sufficientemente sveglia; persino Norris, pur granitico, riesce a offrire una prova leggermente meno rigida del solito e il cast di contorno è ricco di facce note come Silva e Farina. Buono.

Pessimo. Chuck Norris, protagonista, è il peggiore del cast: non cambia mai espressione e appare costantemente impacciato. Si finisce così per prestare attenzione, più che alla vicenda trita e ritrita tipica di molti film e telefilm statunitensi degli anni Ottanta, agli altri attori, soprattutto a un Dennis Farina molto disinvolto (non a caso lavorava davvero per la polizia di Chicago). A catturare subito l'attenzione è però Molly Hagan al suo esordio, perché chi ama Colombo la riconosce come futura interprete di un episodio dell'ottava stagione e di uno della decima.