Il clan dei camorristi - Serie TV (2013)

Una bella fiction che, cambiando nomi di personaggi e luoghi, racconta ascesa e caduta (?) del famigerato clan dei Casalesi, concentrandosi principalmente sulle figure di un camorrista emergente (Zeno) e di un coraggioso magistrato (Accorsi). Molta aderenza alla realtà, qualche eco de La piovra, nessuna mitizzazione dei criminali. Cast con qualche piacevole sorpresa e qualche sonora bocciatura (imbarazzante Troiano). Peccato per la programmazione troppo diluita (2 mesi!). Finale senza fuochi d'artificio, ma proprio per questo emblematico.

Un po' Gomorra e un po' Piovra, un po' sceneggiata e un po' gangster movie. Insomma, tutto un po' e un po' questa serie che, con nomi alterati, racconta ascesa e caduta del clan dei Casalesi descritto da Saviano nel suo famoso libro. Il cast è eterogeneo, con alcuni ruoli meglio coperti di altri. Accorsi fa il suo, pur non essendo la prima faccia che viene in mente come giudice antimafia. Eccessive le sottotrame familiari e un po' sfumata la ricostruzione del contesto storico-politico. Discreto.

Appassionante cavalcata tra la malavita casalese e gli intrighi di potere a sè correlati. Accorsi e Zeno sono i principi di questa serie ad alta resa spettacolare, capaci di usare le loro espressioni al servizio di un ruolo così delicato. La violenza è padrona delle scene sin dalle prime puntate, con i bivi che si palesano nelle vite dei ragazzini, divisi tra legalità e soldi facilissimi. C'è spazio per le lacrime, le passioni (la Potenza lascia sfuggire da sotto le lenzuola anche un fugace topless), i sogni e la ricerca di se stessi (bravissimo Popolizio prete). Ottima fiction!