Marco Vicario dirige con una certa eleganza questo buon film tratto dal romanzo di Piero Chiara, interessante nella trama ma forse un po’ scialbo nei dialoghi (adattamento di Parenzo e dello stesso regista). Tra gli interpreti spiccano un Dorelli simpatico ma per nulla macchiettistico, un’intensa Ferréol e una Bouquet dolce e sensuale. Caratteristi in gran forma, da Svampa a Parmeggiani, da Robutti a Bonacelli. Di gran classe gli interni di Crisanti e la fotografia di Guanieri.
Soave Dorelli-movie in cui l’attore confidenziale contiene (anche se non del tutto) i panni dell’uomo brillante e sofisticato. La storia è tratta da un romanzo e se ne ha testimonianza nei dialoghi, forse non sempre credibili e a mio avviso eccessivamente teatrali. La scenografia parigina è raffinata e adeguata al racconto. Sublime l’interpretazione di Andrea Ferréol, ma citerei anche Marcel Bozzuffi che considero straordinario nel difficile ruolo di “spina nel fianco”.
Ottimo Dorelli tardo vitellone in trasferta parigina, che sembra avviarsi kafkianamente e invece si svolge secondo i registri consueti del grande scrittore luinese, la sensualità e il grottesco, sulle note di Salvador e Charles Trenet. Non tutto funziona al meglio, c'è qualche concessione alla macchietta (tutta la sequenza della visita al manicomio) ma il risultato finale è apprezzabile.
Disavventure a Parigi per Johnny Dorelli, in questa commedia diretta da Vicario con il solito stile. Purtroppo qualcosa nella complessità del tema centrale della pellicola rimane irrisolto, ed alcuni snodi della sceneggiatura non mi sono parsi molto fluidi. Però Dorelli è molto bravo, e la Bouquet -scheletrica- si spoglia senza troppi problemi. Finisce invece col risultare odioso il gatto Domiziano, al quale hanno appiccicato un fastidioso e cacofonico miagolio in ognuna delle circa 200 scene in cui appare sullo schermo.
Trasposizione corretta ma piuttosto piatta e poco grintosa di un romanzo di Chiara, ennesima variazione sul tema del doppio, con il provinciale Piero che, in trasferta parigina, ne passa di tutti i colori per colpa/merito della sua forte somiglianza fisica con un tizio poco di buono ma fascinoso. I pregi maggiori risiedono nel cast, da Dorelli che ha il dono della leggerezza, alle due donne di così diversa sensualità (la straripante Ferréol e l'algida Bouquet) fino ai bravi caratteristi di contorno.
MEMORABILE: Il gatto, che riesce a risultare odioso pure ai gattofili appassionati
Ambientato a Parigi negli anni '50, il film è tratto da un romanzo di Piero Chiara ed è la storia di un uomo amato da due donne. Il film è permeato da un'atmosfera malinconica, accentuata dall'interpretazione leggera e disincantata di Dorelli ma rimane come irrisolto nella sceneggiatura che sembra fine a sè stessa e non adeguatamente sviluppata. Buone la fotografia e la caratterizzazione ambientale.
Buona commedia tratta da un romanzo di Piero Chiara, che ha la particolarità (visto l'autore) di svolgersi quasi interamente a Parigi invece che sulle rive del lago Maggiore. Dorelli è molto bravo e anche i comprimari reggono bene il gioco; l'unico a suscitare antipatie è il gatto Domiziano (troppo presente). La sceneggiatura, pur buona, si perde un po' in qualche snodo narrativo e, a mio parere, risulta del tutto inutile la parte al manicomio. Con un po' di generosità però 3 pallini ci stanno.
Insomma. Un misurato Dorelli (anche troppo) in una storia non proprio ben architettata. Non resta molto, a parte una certa professionalità di fondo e la bellissima Carole Bouquet. Il tutto è gradevole per carità, ma è un po' pochino. Vicario ha fatto di meglio.
Elegante commedia stile Campanile, ma diretta dal meno conosciuto Vicario. Dorelli in parte per il ruolo. Buone sceneggiatura e ambientazioni, entrambe molto curate e la scelta degli attori. Girato quasi interamente in Francia e tratto da un romanzo di Piero Chiara, il film è composto da buone situazioni e trovate. Il regista cerca sempre di mantenere lo stile raffinato ed elegante senza mai cadere nel banale. Dorelli si dimostra davvero un bravo attore. Nicolai ne firma la fine e armoniosa colonna sonora. Non male.
MEMORABILE: L'arrivo in Francia; Il gatto; Il Cappotto di Astrakan indossato dal doppio di Dorelli!
Adattamento dal romanzo di Piero Chiara. Si tratta di cinema, perciò vi è l'esigenza di abbreviare e di rendere più spettacolare. La trama da una parte è alleggerita, dall'altra è arricchita da situazioni ancora più piccanti e avventurose e persino più romanzesche, come il fatto che la protagonista sia pittrice di copie, così come il protagonista è la copia dell'antagonista e come il fatto che il nostro eroe sia tenuto d'occhio dalla polizia. Com'eravamo provinciali, dice il film e come lo siamo ancora, dico io... Regia un po' sciapa.
MEMORABILE: La scena iniziale del treno, che in parte ricorda quella di Amici miei alla stazione.
Dissertazione in materia di originale e copia dell'originale, dove forse si vuole dimostrare che la copia è anch'essa un originale. Tesi a maggior ragione credibile se si tratta di esseri umani, come in questo caso, dove non una, ma ben due donne finiscono per innamorarsi della copia. Non ho letto il romanzo, ma anche senza accostamenti all'opera letteraria risulta una commedia piuttosto gradevole che, fra l'altro, mette in contatto, attraverso il protagonista, due provincialismi: quello della cittadina sul lago Maggiore e quello di Parigi.
Il mio giudizio può risultare condizionato dal fatto di aver prima letto il libro. La conseguenza è che così vengono evidenziate la sintesi cinematografica e le sottrazioni alla storia. In ogni caso il film è elegante e sufficiente, di maniera. Gli attori sono bravi. Buona prova di mestiere. Trovo un po' "tirate via" due scene (che tra l'altro sono inventate rispetto al libro): quella in manicomio e quella del treno di ritorno. Sufficiente.
Un Dorelli decisamente ispirato e calato nella parte (preso in mezzo) e una Bouquet dall'algida bellezza, che centellina le parole, riuscendo a colpire con lo sguardo, col non detto, sono gli ingredienti vincenti di questa commedia. A fare poi da non invasivo contorno alla vicenda, ci sono gli amici del protagonista, scanzonati e pronti a sfottere, ma anche sinceri quando si tratta di dare consigli, o semplicemente dire la loro. Senza particolari pretese, ha però il dono di lasciarsi seguire, tra un inconveniente e l'altro; cosa non da poco, vista la sceneggiatura, non proprio eccelsa.
MEMORABILE: "Alla fine non mi hai detto proprio un cazzo!". "Una cosa te la dico. Vedi sto pezzo di legno, dovevo metterci la colla dove hai appoggiato il culo".
Italiano in vacanza a Parigi somiglia a un delinquente. Gli sviluppi iniziali più leggeri sono da film di costume con gli italiani vacanzieri in Francia; poi il film si fa più interessante affrontando il tema del doppio. Il clima poteva anche diventare più cupo, ma alla fine le vicende sorridono sempre a un Dorelli bonario. Conclusione poco incisiva che serve solo a spiegare alcuni accadimenti precedenti. Buona scelta del comparto femminile, con la Ferréol più misteriosa e la Bouquet sensuale ma sfuggente.
MEMORABILE: I soldi nei calzini; La prova del cappotto; Il bambino gettato fuori dal treno.
Tratto da uno dei romanzi più famosi di Piero Chiara, il film non riesce a riprodurre appieno l'atmosfera dei romanzi dello scrittore lombardo come altri riusciranno a fare meglio. Regia e messa in scena sono abbastanza mediocri. Per fortuna il protagonista è Johnny Dorelli che col suo tocco comico dà spessore a un film altrimenti piatto. La storia di Piero Chiara poi è buona, piacevole e allo stesso tempo profonda. Il problema è dunque nella trasposizione, che però viene salvata, oltre che dal protagonista, anche dal resto dell'ottimo cast. Buona la colonna sonora. Si può vedere.
Una buona prova di Johnny Dorelli nelle vesti di un italiano in trasferta a Parigi che finirà al centro di un intrigo amoroso (e non solo...). Commedia niente male, non particolarmente eccelsa ma scorrevole, specie nel secondo tempo ove la vicenda diventa poco a poco sempre più chiara. Buona la prova delle due protagoniste femminili. Era lecito aspettarsi qualcosa di più dai minuti finali, ma si può perdonare. Irritante il gatto della signora Lenormand.
L'omonimo romanzo di Piero Chiara viene rivisitato in modo non leggero, per renderlo più cinematografico. L'esito finale è però un po' contraddittorio perché, dopo un'ora discreta, il film perde quota, con parentesi che allungano il brodo e con un finale quanto mai in anticlimax, forse in linea con i modelli di levità alla Chiara, ma non molto soddisfacente per lo spettatore. Dorelli perfetto come sempre nei suoi personaggi stupìti o perplessi, ma alla lunga annoia un po'. Bozzuffi e la Ferréol grandi pure qui. Esoterico uno dei seni della Bouquet. Inutile ed insopportabile il gatto.
Tratto da un romanzo di Piero Chiara, questo film è riuscito solo in parte grazie alla consueta bravura di Dorelli ma anche alla presenza di un cast di contorno che conta Bozzuffi, Ferréol e una conturbante Bouquet. La partenza è discreta, ma la pellicola mano a mano si sfilaccia con momenti di noia. La presenza del gatto è a tratti fastidiosa. Buona l’ambientazione parigina che occupa quasi tutto il film.
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In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
Comprato il dvd by CRISTALDI FILM. Nessun extra, ma il film, pur non essendo stato restaurato giova di una buona qualita video.
Ecco un'immagine tratta dal dvd:
HomevideoZender • 22/12/09 08:50 Pianificazione e progetti - 46931 interventi
Beh, la Cristaldi notoriamente lavora molto bene. Ottimo.
HomevideoGeppo • 22/12/09 17:46 Call center Davinotti - 4238 interventi
Grazie Markus per la segnalazione. Il prodotto sembra davvero interessante!
Il film Il cappotto di Astrakan venne ufficialmente presentato al pubblico il 6 aprile 1980 in una puntata di "Domenica In..." allora condotta da Pippo Baudo. In studio l'affascinante Johnny Dorelli (che spiega, con la sua allora usuale brillantezza, la storia del film e qualche retroscena) e la seducente Carole Bouquet, che con la sua bellezza ha ammaliato - come dargli torto - il nostro Pippo!