Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/11/07 DAL BENEMERITO RENATO
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Renato 6/11/07 13:30 - 1648 commenti

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Un gruppo di zolfatari siciliani rimasti senza lavoro decide di tentare il viaggio verso la Francia, in cerca di condizioni di vita migliori. Bellissimo film di Pietro Germi, robustamente melodrammatico e perfettamente sceneggiato dalla coppia Fellini-Pinelli. Anche a livello stilistico è grandioso, mentre si nota una certa forzata inattendibilità dal punto di vista linguistico; e la voce fuori campo nel finale probabilmente si poteva evitare. Ottimo Raf Vallone, mentre la Varzi onestamente è legnosa e sembra provenire da un altro film. Un Germi da vedere, al livello delle sue opere migliori.

Saintgifts 5/05/09 14:32 - 4098 commenti

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Italia, primo dopoguerra. In un paese della Sicilia chiude la solfatara unica fonte di sopravvivenza per gli abitanti. Un trafficante di pochi scrupoli convince l'intero paese ad emigrare in Francia dove tutti avrebbero trovato un lavoro ben pagato. La strada per la Francia è lunga e succedono molte cose fra cui la "guerra" tra poveri per il lavoro, con i contadini del nord. Il film è speciale e Germi lo dirige da maestro, bravi gli attori, professionisti e non, ottima la fotografia in b/n.
MEMORABILE: Le vicende che si svolgono a Roma, durante la sosta del treno: una Roma che, paragonata al paese siciliano, sembra faccia parte di un altro pianeta.

Guru 15/10/10 23:13 - 348 commenti

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Un film multipremiato che ritengo non eccezionale nella sceneggiatura. Altre storie e altre interpretazioni hanno caratterizzato il nostro cinema e questa non è tra le più convincenti. Niente da dire sulla fotografia, che sopratutto a fine film si rivela esemplare grazie ad inquadrature cariche e a espressioni intense dei protagonisti, ma la storia vera e propria è modesta, non sorretta da un impalcatura interessante. Anche la figura dei ragazzini (i figli di Raf Vallone) risulta essere troppo oppressa e non libera.

Pigro 19/04/11 07:21 - 9921 commenti

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Migranti clandestini attraversano l'Italia per andare in Francia, con la paura della polizia e di chi non li vorrebbe a lavorare nei campi. Film attualissimo, ma che ha 60 anni e non parla di africani bensì dell'esodo sofferto di un pugno di minatori siciliani. Germi combina neorealismo e melodramma, con un'adesione emotiva potente alle ragioni degli umili della terra, ma soprattutto con una folgorazione visiva straordinaria: i gruppi di figure che si stagliano nei paesaggi hanno l'energia di un Ejzenstejn e un sapore verghiano. Da vedere.

Enzus79 17/06/12 10:36 - 3056 commenti

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Film che si avvicina molto alle storie neorealiste firmate Rossellini o De Sica, ma che non ha avuto sul sottoscritto lo stesso impatto. Nonostante ciò è un buon film, apprezzabile soprattutto nella prima parte. Alla sceneggiatura ha partecipato un certo Federico Fellini...

Daniela 25/07/16 12:11 - 12956 commenti

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Rimasti senza lavoro dopo la chiusura della zolfatara, un gruppo di siciliani intraprende un difficile viaggio per emigrare clandestinamente in Francia... poco più di mezzo secolo fa, gli "altri", quelli spinti dalla disperazione a rischiare la pelle, eravamo noi. Visivamente stupendi epilogo e prologo, con le figure nere che si stagliano fra il bianco calcinato del paese e quello immacolato delle nevi alpine, mentre meno convince quel che accade lungo il viaggio per certi passaggi forzati ed effettistici, ma resta un film-documento notevole.

Rufus68 4/08/16 14:31 - 3896 commenti

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L'afflato melodrammatico, un po' insistito, brucia ogni seria cadenza neorealista (svolta, peraltro, con fare didascalico, come nella scena dello sciopero); Germi aggiunge altre influenze spurie, di taglio americano (la riapparizione del cattivo, il duello). L'insieme risulta, perciò, malfermo e privo, inoltre, di quelle cadenze epiche proprie, a esempio, del Ford di Furore. Rimangono nella memoria alcune sequenze d'indubbia efficacia: la partenza, lo spaesamento alla stazione, il valico alpino.

B. Legnani 27/04/21 23:51 - 5608 commenti

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Solido film di Germi, che regge il racconto in assenza di un vero protagonista, il che non è mai facile (Vallone, qui con la Varzi, la bellissima coppia del cinema italiano dell'epoca, è il personaggio di spicco, ma non è il vero protagonista). Bel lavoro, con qualche caduta melodrammatica nel finale, dal duello rusticano in poi. Film di immagini possenti: il paese poverissimo, i volti sul treno, le coltivazioni, il bianco e nero tra le nevi. Recitato coralmente bene, persino dai tre bambini, anche nei ruoli dei numerosi non accreditati. Gran parte per Renato Terra, qui chitarrista.
MEMORABILE: La moglie invita il marito, con il quale - dopo giorni  dal matrimonio - non ha ancora consumato, a raggiungerla tra il verde.

Myvincent 23/10/21 07:40 - 3864 commenti

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Galeotta fu quest'opera per la coppia Vallone/Varzi, impegnata a raccontare una storia di emigrazione, dalla lontana Sicilia verso la Francia e i suoi miraggi di benessere. Qui si conobbero e qui si innamorarono, proprio come successe nella finzione, fra mille peripezie e imbrogli per raggiungere la "terra promessa". Una pagina della storia italiana che tutti dovremmo ricordare per riesumare i tanti sacrifici dei nostri padri. In qualche snodo un po' troppo enfatico, ma la mano di Germi si nota, eccome.

Pessoa 20/03/22 18:33 - 2476 commenti

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Fra le vette del Neorealismo italiano, questo possente film "on the road" di Germi ha ancora oggi il valore di un documento che ci auta a capire chi eravamo. Il gruppo di disperati che attraversa l'Italia riportandone le contraddizioni è lo specchio di un Paese che cercava di risalire la china del Dopoguerra con fatica e coraggio. La buona prova del cast e la grande forza delle immagini aiutano a dimenticare qualche eccesso patetico e alcuni snodi narrativi un po' forzati, ma il film merita sicuramente la visione, se non altro per la sua importante valenza didattica. Molto buono!
MEMORABILE: "Vitti na crozza"; Il "duello rusticano" sulla neve; Lo scambio di sorrisi e la clemenza delle guardie di confine.

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Reeves 31/03/24 09:08 - 2608 commenti

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Si parla di gente che ha perso il lavoro, di uno speculatore che promette loro una specie di paradiso terrestre lontano dal luogo di nascita, di un viaggio avventuroso con la paura per la polizia e l'odio di altri poveri come loro. Il contrasto tra il bianco e il nero (la miniera è bianca così come la neve del valico alpino, neri sono invece i vestiti di questi poveri migranti) è la chiave estetica di un grande film, che dovrebbe farci molto pensare oggi.
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  • Musiche Guru • 15/10/10 21:21
    Servizio caffè - 460 interventi
    Le musiche sono di Carlo Rustichelli dirette da Fernando Previtali
  • Curiosità Columbo • 12/05/11 10:13
    Pulizia ai piani - 1097 interventi
    In questo bellissimo film di Germi c'è un "blooper" famosissimo tra tutti gli appassionati di treni: nella prima parte del film i protagonisti viaggiano in treno e -tra le stazioni attraversate- si vede benissimo la Stazione di "Priverno-Fossanova". Correttissimo, perché è una stazione tra Napoli e Roma. Solo che la ripresa è stata fatta attraversando la stazione da Roma a Napoli (cioè verso Sud) contraddicendo la direzione del viaggio!
  • Curiosità Mauro • 8/12/18 15:21
    Disoccupato - 12329 interventi
    Il titolo originario del film doveva essere "Terroni"

    http://www.torinocittadelcinema.it/schedafilm.php?film_id=405
  • Musiche Pessoa • 20/03/22 18:43
    Formatore stagisti - 416 interventi
    Il celebre pezzo "Vitti na crozza", che si sente durante i titoli di testa e più volte intonato durante il film, ha una genesi controversa. Il compositore Franco Li Causi adattò la melodia ad un testo che era originariamente un canto di lavoro dei minatori siciliani che lo stesso Li Causi aveva ascoltato da un minatore anziano tale Cibardo Bisaccia. Dopo il grande successo seguito al film e le molteplici e fortunate interpretazioni successive fra cui quelle di Gabriella Ferri e Domenico Modugno, la canzone è diventata un classico di cui solo nel 1979 la Siae ha riconosciuto la paternità definitiva al Li Causi.

    Fonte: Wikipedia