Non mi è dispiaciuto. Non un polar come si potrebbe pensare ma un thriller atipico, ricco di riferimenti esistenziali, politici, sentimentali, sociali. Molta carne al fuoco, alla fine non tutto torna e si sente molto la difficoltà della pagina scritta a convertirsi in cinema, ma il film, nonostante la discontinuità e la frammentarietà in più di una sequenza fa affiorare un non troppo sotterraneo spirito di critica (sociale) e una apprezzabile profondità. Non funziona granchè Blier.
Regista più versato per il cinema d'azione, Verneuil firma un dramma dalle vaghe tinte gialle che è soprattutto una sconsolata denuncia dei mali che affliggono la società odierna. Ritmo lento, alternanza tra passato e presente non sempre di immediata comprensione, ma il messaggio di fondo denota un impegno non comune (si allude anche al calcio come arma di distrazione di massa). Belmondo è bravo come sempre, ma stavolta la sua simpatia nasconde l'amarezza di chi ha dovuto pagare un prezzo altissimo. Discreta la colonna sonora di Francis Lai.
Al termine di una ingiusta condanna per omicidio, François (Belmondo) esce di galera deciso a scoprire la verità su chi lo ha incastrato. Sorta di hard-boiled a tinte drammatiche, con una struttura a flashback simile a Contratto per uccidere. La maschera disincantata e irresistibile di Belmondo è l'arma vincente di un film dalle lungaggini forse eccessive, dominato da un démodé (già allora) stile bogartiano; ma anche un film di solido mestiere; ad avercene di prodotti "ordinari" così.
MEMORABILE: L'incredibile simulatore elettronico per giocare a golf in casa di Blier (che profetizza la realtà con largo anticipo).
Intricato thriller francese, montato in maniera non lineare, che racconta le vicende del passato e del presente di un uomo che ha qualcosa da scoprire in relazione alla sua condanna, ottimamente interpretato da Belmondo che domina il racconto. La regia è solida, non mancano i momenti di tensione; tuttavia ci sono alcune scene che sembrano molto superflui ai fini della storia e che appesantiscono il tutto. Non male il tema della colonna sonora, che segna i momenti clou del protagonista e le ambientazioni, soprattutto quelle alto-borghesi.
Le iniziali particolarità molto buone del film, col passare dei minuti diventano invece la sua rovina. Interessante il continuo capovolgimento temporale e i dialoghi piuttosto vivaci. Passata una mezz'ora, però, i suddetti dialoghi cominciano a farsi poco credibili e stucchevoli mentre il continuo cambio tra passato e presente a farsi incomprensibile, appesantendo una visione che già soffre di eccessivo minutaggio. Anche l'oscillazione del protagonista tra modi spicci e da piacione non convincono. Straordinaria la fotografia. Il resto è confusione.
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