Note: Tratto da "La filosofia nel boudoir" e "Dialogo tra un prete e un moribondo" di Donatien Alphonse François de Sade. Regia teatrale di Antonio Salines e Roberto Lerici.
Opera tetrale non esente da pomposità che rispetta però dialoghi, atmosfere e piacere del libertinaggio. Un unico set (una camera da letto), dove il divin Marchese (un Salinas istrionico, ma anche somigliante a Umberto Smaila) induce al vizio e alle delizie della parafilia la giovane Eugenie, tra matricidi, cantici sul deretano e la vagina, sesso a tre (con la lasciva Madame de Saint-Ange) e frustate (il girotondo grottesco). Nudi integrali (sia femminili che maschili) e specchi brassiani, nonché la prigionia e la morte. Curioso e fedele allo spirito sadiano.
MEMORABILE: La madre di Eugenie frustata a morte e data all'appestato; Il prete indotto continuamente in tentazione; Il 69 tra le due donne; Coperti dal lenzuolo.
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