NATI STANCHI, il film con cui cinque anni prima il duo comico palermitano Ficarra e Picone tentò la vie de cinema, passò sotto silenzio e venne sommariamente stroncato dalla critica. Ma non era poi così diverso da questo IL 7 E L’8. Solo che i due oggi, grazie al successo di "Striscia la notizia", sono due star e il pubblico (come in parte la critica) è più ben disposto. La regia continua ad essere altamente zoppicante, la sceneggiatura fa man bassa di luoghi comuni unendo maldestramente battute spesso scadenti a ingenuità da film comico da parrocchia (gli sguardi languidi tra Picone e...Leggi tutto la bellona di turno, per esempio), però Ficarra è in forma e inevitabilmente diverte. Diverte quando mastica nervosamente, quando se la prende con un Picone che fa più da spalla del previsto, quando tace basito di fronte ai rimproveri del padre carabiniere dell'amico. Così, dopo un inizio faticoso, il film comincia a ingranare e trova nella sua parte centrale i momenti migliori (da segnalare il colloquio in carcere sulle tracce del padre scomparso). Scambiati nelle culle al momento della nascita (il 7 e l'8 sono i numeri dei loro lettini contigui), Ficarra & Picone daranno il via, capito il problema, a una serie di simpatici equivoci (soprattutto quando dovranno spiegare l'accaduto a parenti o a terzi). Qualche sprazzo molto spassoso, ma siamo spesso al limite dello sketch. Il ritmo più volte arranca, si procede "a vista" senza che il montaggio riesca a risolvere i problemi di una regia modestissima. Finale debole.
Si ghigna non poco. Ficarra e Picone, di cui non avevo molta considerazione, li ho trovati qui invece veramente bravi, lontani dai soliti tormentoni e con una padronanza pressoché perfetta di mimica e tempi comici. Pregevole pure la sceneggiatura, quanto a intreccio e dialoghi, parecchio brillanti. Peccato che nella seconda parte abbozzi situazioni interessanti, che poi non sviluppa, troncando qualche spunto molto buono. Lascia un che di insoddisfazione. Comunque divertente.
Filmetto leggero leggero che si dimentica cinque minuti dopo essere usciti dal cinema. Come pregio ha la mancanza di volgarità e un certo rispetto dei tempi comici. Dall'altro lato la sceneggiatura è totalmente assente nella seconda parte del film e le situazioni sono stiracchiate al massimo per cui si ride ben poco. Abbastanza incomprensibile risulta il fatto che questo film abbia realizzato grossi incassi.
Non male l'incipit del film e tutta la prima ora. La coppia è affiatata e ci si diverte di gusto. Poi, purtroppo, subentra la maledizione di quasi tutti i film interpretati da noti cabarettisti (vedi Mi fido di te), cioè il non riuscire a portare a termine la storia dopo tante potenzialità attivate. Anche qui abbiamo quindi una non conclusione e un senso di incompiutezza dovuto alla fretta, ed è un peccato perché la fattura visiva del film è molto buona. Comunque i due protagonisti ci sono e in più di un momento tornano alla mente i vecchi Franco e Ciccio.
Molte che sembrano gag preparatorie (il furto dei segnali stradali, Ficarra che entra in casa dal terrazzo), si rivelano solo scene bizzarre buttate lì senza una funzione narrativa e che restano senza significato, mentre altri risvolti narrativi vengono accennati ma non sviluppati nè risolti. Sembra di trovarsi di fronte ad un abbozzo di film, o meglio un abbozzo di sceneggiatura. In generale, tuttavia, Ficarra e Picone sono bravi e sprizzano simpatia e, se ben diretti, possono farsi perdonare queste "prove tecniche di trasmissione".
Discreto film con una buona coppia di comici (praticamente, si subiscono a vicenda), che fanno della dialettica la loro arma. La storia è parecchio stiracchiata, ma consente comunque ai due di esprimersi a piacevoli livelli. Non male anche il colonnello dei carabinieri (preso in giro dal capo della polizia) e l’infermiere sciroccato. Se non ci si aspetta chissà che, si può passare un’ora e trenta in simpatica compagnia comica, qua e là persino ridacchiando.
MEMORABILE: Due tizi si tamponano in un vicolo e si prendono a male parole: “Lei è un cretino con la Q maiuscola”.
Strana coppia palermitana di studente modello e innocuo traffichino, con sorpresa. Sciocchezzuola abbastanza divertente con il duo comico tv Ficarra & Picone che ripete le sue gag. La storia non sarebbe neanche male, peccato che non ci sia abbastanza materiale per 90 minuti di pellicola. Regia inesistente. Andrebbe visto un quarto d'ora per volta.
Il principale titolo di merito sembra essere la mancanza di volgarità, il che la dice lunga sullo stato di salute del cinema comico italiano. Certo, Ficarra e Picone sono simpatici ed il primo può contare su un volto mobile ed espressivo, però non si può prendere una sceneggiatura da tre lire, buona per il respiro di uno sketch televisivo e stiracchiarla fino alla lunghezza di un film. Anche se non mancano le occasioni per sorridere, la storia procede per inerzia verso un'epilogo da far cadere le braccia, per cui il risultato complessivo è modesto.
Dopo tanta gavetta televisiva Ficarra e Picone trovano un discreto (e incomprensibile) successo nelle sale. Le loro maschere sono pressochè le stesse di "Zelig" o "Striscia la notizia", ma vederle muoversi affannosamente all'interno di un film fa uno strano effetto, per nulla convincente. Qua e là qualche buona trovata vale un sorriso ma il ritmo lento, una storia risibile, telefonatissima e una penuria generale (musiche, personaggi secondari ecc.) appesantiscono il tutto irrimediabilmente. Bocciato.
Insulso. Non dico che sia una completa porcheria (ci sono altri film che sono molto ma molto peggio), ma le cose insostenibili sono parecchie. Tra qualche momento appena discreto (la comparsata di Sperandeo), ritroviamo un finale pessimo. Il film si rivela essere un'inutile marchetta per due comici televisivi che in tv dovrebbero rimanere.
Commediola leggera, discretamente confezionata e recitata con un certo brio, ma che zoppica vistosamente in fase di sceneggiatura (tant’è vero che manca un vero e proprio finale). Si procede per accumulo, senza mai tirare le fila dell’intreccio. È un po’ la maledizione dei film con protagonisti i giovani cabarettisti nostrani. Peccato, perché Ficarra e Picone sono simpatici e hanno belle facce da cinema, meritevoli di essere sfruttate in maniera più adeguata.
Come duo comico non li ho mai sopportati, ma il film si lascia vedere. Per fortuna vengono tralasciati i loro soliti sketch comici (anche se i due indulgono sempre in un certo "sudismo" macchiettistico che personalmente mal sopporto...); Ficarra e Picone giocano a fare gli attori veri e bisogna dire che ci riescono. Passabile, se si tralascia il finale...
L'ho visto parecchie volte, trovandolo sempre simpatico, garbato e spiritoso. I due comici generalmente non mi fanno impazzire ma onestamente credo siano migliori sul grande schermo, capaci di mimiche facciali degne dello spettacolo dei pupi. Il plot è semplice ma si fa seguire gradevolmente e qualche passaggio risulta essere davvero esilarante (la spiegazione sulla paternità al poliziotto penitenziario). Bella anche l'ambientazione meridionale e il pizzico di italianità che si respira.
Ficarra e Picone non sono proprio i classici attoroni, ma in questa pellicola sono quanto meno accettabili e regalano sorrisi e risate. Peccato che la trama subisca una netta inflessione da metà film in poi, con tanto di conclusione senza dubbio rivedibile. Resta comunque un film gradevole.
Commedia comica leggera e divertente, dove Ficarra e Picone giocano più sulle situazioni che sul loro talento comico (quest'ultimo aspetto era più incisivo in Nati stanchi). L'inizio è sicuramente più fresco e divertente, verso il finale il film cala di tono. Due pallini e mezzo possono bastare per premiare più che altro la scuola comica di Zelig, che ovviamente non è una scuola di regia (e si vede) ma ha il pregio di riuscire a far ridere senza alcuna volgarità.
I due affermati comici fanno molto meglio che nel precedente Nati stanchi, ma devono ancora lavorare per raggiungere un voto tra il 7 e l’8. Con il pregio di non ricorrere alle battutacce da commediacce offrono un divertimento semplice che diverse volte diventa semplicistico, per via di una sceneggiatura in più punti elementare. Rimane la simpatica parodia di un paradosso del destino comunque possibile (che al cinema ha un precedente di rilievo in Toto le héros). Alcuni momenti musicali fanno il verso ai film di Chaplin. **!
Una commedia molto semplice questa portata in scena dal duo Ficarra e Picone, che cerca attraverso l'equivoco (in questo caso lo scambio di bambini) di far ridere lo spettatore. In parte ci riesce, anche se alcune lacune di sceneggiatura (soprattutto nella seconda parte) lo fanno scemare di interesse. Un film che non deve ricorrere a facili volgarità per far sorridere è sicuramente qualcosa che si apprezza molto.
Purtroppo per questo duo il leit motiv è sempre lo stesso: Picone, sempliciotto e onesto, in qualche modo vittima delle angherie di Ficarra, più disincantato e furbo dell'altro. Quasi una sorta di Totò e Peppino degli anni 2000. Peccato che ovviamente i due non abbiano nemmeno lontanamente la stoffa dei due mostri sacri. Si ride anche nel film, ma è sempre una risata forzata frutto comunque di gag dal sapore antico. Sceneggiatura raffazzonata e regia approssimativa.
L'incipit (che cita rispettosamente un episodio di C'era una volta in America) non è male e l'annodarsi della trama su se stessa possiede tratti di una certa soave levità. Il duo siculo ha l'umiltà di affidarsi ad un copione d'una qualche sottigliezza e di farsi contornare da uno stuolo di caratteri(sti) che offrono tutti un buon puntello (Foà e Tidona su tutti). Il problema di fondo è l'incapacità di osare ormai connaturata al nostro genere d'elezione, la commedia. Da me si dice "7 e 8, prendi da sotto" per intender rimescolar le carte senza costrutto.
Storia semplice, simpatica e divertente, diversa dalle altre, davvero piacevole. Priva di volgarità, si lascia apprezzare per la bravura del duo siciliano. Certamente alcune gag sono prevedibili e scontate, ma va lodata la pacatezza e la buona confezione generale del film.
Filmetto spensierato che strappa qualche risata e tutto sommato si dimostra un piacevole intrattenimento. La storia è quanto mai prevedibile ma i toni sono quelli del vero film per famiglie, mai volgare o sopra le righe. Non riesce a lasciare il segno ed evapora a fine visione, ma almeno non disgusta come altri prodotti comici italiani.
Dopo un esordio dignitoso la coppia palermitana confeziona un secondo film accettabile, forse per certi versi più maturo del precedente grazie a una sceneggiatura migliore e soprattutto perché il duo abbandona certi schemi cabarettistici presenti nella loro prima commedia. I grandi nomi non mancano, ma mi vengono in mente soprattutto le piccole apparizioni di alcune macchiette locali che arricchiscono il film di quel folklore tipico di certe regioni del sud. Sperandeo si vede poco ma lascia il segno, come al solito.
MEMORABILE: Duecento milioni nel 1975 non è ca sunnu miliuuna, sono miliardi!
Storia interessante, che si ispira probabilmente a "La favola del figlio cambiato" di Camilleri, sceneggiata piuttosto banalmente. Originalità assente e se si ride lo si fa per gag che erano già vecchie ai tempi di Totò e Peppino. Il livello si risolleva grazie alla bella e brava Abbagnato e ad alcuni volti noti del nostro cinema (Sperandeo, Girone, Foà), che rimangono però ai margini della storia.
MEMORABILE: Il dialogo fra Remo Girone e Arnoldfo Foà; "Il ballo di San Vito" di Vinicio Capossela.
Il duo Ficarra e Picone alle prese con una commediola così così che se non altro si fa apprezzare per la mancanza di volgarità e per qualche momento riuscito. Il ritmo non è granché spedito ma i due attori riescono a fare quel che possono per rendere gradevole il tutto. Buona presenza di Sperandeo, resto del cast appena sufficiente.
Commedia al di sotto delle già basse aspettative, raramente in grado di far scattare il sorriso, con un soggetto esile e totalmente sconclusionato e due protagonisti qui incapaci di reggere il film sulle proprie spalle. Un ritmo piuttosto sostenuto e qualche buon caratterista nel cast secondario permettono di giungere alla conclusione senza particolari affanni, ma si tratta di un prodotto che non appassiona, non diverte ed evapora a visione terminata. Per quanto riguarda cast femminile e confezione si punta al minimo indispensabile.
Primo lungometraggio diretto (anche) dal duo comico siciliano Ficarra e Picone. Storia briosa e frizzante, seppur poco originale. A tratti (specie nella seconda parte) si perde in lungaggini e gli manca un po' di ilarità. Personaggi di contorno riusciti (su tutti il padre carabiniere). Peccato per il finale incomprensibilmente frettoloso e un po' banale. La Abbagnato poco in parte.
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Il personaggio di Tommaso Scavuzzo, interpretato da Ficarra, ruba cartelli stradali per una fantomatica buona azione che, però, non viene mai specificata nel film semplicemente perché la scena nella quale viene rivelato il motivo di questi furti è stata tagliata. In un'intervista Ficarra ha raccontato che furono costretti a toglierla perché non ci stava nel DVD destinato alle sale cinematografiche. Tale scena è, però, presente nei contenuti speciali del DVD destinato al commercio: in questa lo Scavuzzo rivela che aveva intenzione di rivendere i cartelli rubati in stock a prezzo scontato ai sindaci dei paesini siciliani.