I senza nome - Film (1970)

I senza nome

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il film si apre su una citazione buddista che giustifica il titolo originale (LE CERCLE ROUGE): “Se è scritto che due uomini, anche se non si conoscono, debbono un giorno incontrarsi, può accadere loro qualsiasi cosa e possono seguire strade diverse, ma il giorno stabilito, ineluttabilmente, essi si ritroveranno in questo cerchio rosso”. Così accadrà ai due protagonisti, Alain Delon e Gian Maria Volonté (il primo appena uscito di galera, il secondo evaso durante un trasferimento in treno), incontratisi per caso e decisi, con la complicità di un ex poliziotto tiratore scelto (Yves Montand), a rapinare una gioielleria di Place Vendôme. Il film è l'ennesimo esempio della quintessenzialità...Leggi tutto dello stile di Melville: poche parole, poca azione, un soggetto scarno e una sceneggiatura senza fronzoli. L'unico personaggio cui viene concessa un po' di umanità è il commissario interpretato da Bourvil (al suo ultimo film), per il resto sguardi di ghiaccio, indifferenza e in definitiva una certa stucchevolezza. Il noir francese (o meglio il polar) si specchia in Melville denotando una forza espressiva e un rigore non indifferenti ma anche un coinvolgimento relativo. Quasi nulla è concesso alla spettacolarizzazione, mentre si lavora molto sulla credibilità della vicenda, che vedendo lavorare insieme tre professionisti del crimine lascia poco spazio allo spessore dei loro sentimenti. Colonna sonora minimale, regia secca, interpretazioni all'altezza (ma Volonté non ha modo di brillare più di tanto, considerando quanto poco loquace sia il suo personaggio). Se qualcuno avesse intenzione di imparare cos'è il polar, LE CERCLE ROUGE può valere come paradigma.

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Il Gobbo 22/07/07 23:39 - 3015 commenti

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Superlativa prova di Jean-Pierre Melville, nata da una sfida personale ("girare un noir a colori"): scabro e serrato come sempre, in 136 minuti non un'inquadratura, un taglio o una parola (ce ne sono poche, peraltro) sono di troppo. Attori formidabili, grande prestazione del comico Bourvil nel ruolo dell'inesorabile poliziotto. Sequenza della rapina da mandare a memoria (ma splendida anche la ricognizione di Montand nella gioielleria di Place Vendome).

Supervigno 23/07/07 18:16 - 229 commenti

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Bellissimo film. Attori perfetti, trama avvincente con risvolto "filosofico" inaspettato (il cerchio rosso del titolo originale francese). Non si sa per chi tifare, tante sono le sfaccettature dei personaggi che rendono impossibile odiarli. Nella lotta eterna tra polizia e malavita non si sa chi è il buono e chi il cattivo; ognuno cerca la redenzione e il riscatto, a modo suo, e nessuno è innocente. Un film da gustarsi in ogni dettaglio.
MEMORABILE: La preparazione dei proiettili "speciali" da parte dell'ex poliziotto Montand.

Matalo! 13/07/08 02:39 - 1378 commenti

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Anche se non perfetto "I senza nome" vanta una tra le più belle architetture per una rapina mai realizzate sullo schermo. Lo sguardo di Melville è sempre cinicamente distaccato; non c'è fuga dal nichilismo. Delon e Montand perfetti, Volontè un po' spaesato. Pessima la scena della forzata astinenza da alcool di Montand; sempre perfette le ambientazioni; in ogni angolo, in ogni casa siamo sempre e solo in Francia.
MEMORABILE: La forgiatura dei proiettili fatta da Montand.

Renato 29/05/09 11:55 - 1648 commenti

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Se li chiamano "polar" ci sarà un motivo, ed infatti il film è freddo come il ghiaccio. Tolta questa freddezza programmatica, che si ritrova anche a livello cromatico, il film mi è comunque piaciuto: secco, ben costruito e con un alto senso morale. Certo la differenza coi coevi polizieschi italiani è totale: qui si respira un'aria nichilista davvero notevole. Grande tensione nella scena della rapina, girata in modo magistrale. Un po' sacrificato Volonté, a mio avviso, mentre Delon è perfetto.
MEMORABILE: Yves Montand alle prese coi suoi fantasmi personali (ragni, topi, serpenti) è una sequenza che si fa ricordare.

Tarabas 27/11/09 23:27 - 1878 commenti

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La solita "rapina del secolo" offre a Melville la scusa per riflettere sul valore della legge, che sia dello Stato o della mala. La Polizia viola la legge per servire una causa giusta, il malvivente non può, perché la giustizia del crimine è rapida e spietata. Impeccabile messa in scena, ogni elemento sotto controllo, regia inconfondibile. Nel cerchio rosso, bersaglio del fato, si incontrano flic senza scrupoli e banditi senza speranza. Unico difetto, solo Bourvil e Montand (bravissimo) hanno personaggi di spessore. Di Corey e Genco non sapremo mai nulla.

Giuliam 18/11/09 09:43 - 178 commenti

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Efficace noir melvillelliano, senza "se" e senza "ma": questo film è godibile fino alla fine. Un cast che non può distrarre lo spettattore: c'è ovviamente il super-citato Alain Delon, ci sono Yves Montand e l'italiano (qui un po' svogliato) Gian Maria Volonté. Lo spettatore si trascina da solo senza nemmeno aspettare che lo "chieda" Melville: basta solo l'inizio per coinvolgerti in pieno. Da ricordare la scena capolavoro della rapina.

Rickblaine 18/11/09 09:44 - 635 commenti

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Tre uomini più l'ideatore tentano e riescono a rapinare una gioielleria. Il problema sorge nel momento in cui i gioielli devono essere piazzati. L'inizio è un po' lento, il prosieguo è molto meglio, nonostante la presenza di un freddo Delon. Introspettivo e polemico contro le autorità che drammatizzano i reati colpevolizzando tutti. Bravi Volontè e Montand.

Kelly§òkel 18/11/09 10:30 - 8 commenti

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Melville è sempre lui. Ci sono molte sbavature nella sceneggiatura ed addirittura, spesso, il film risulta pure noioso; nonostante ciò non bisogna declassarlo più di tanto, ci viene offerto comunque un noir solido con attori bravi, fra cui un attraente Delon con i baffetti.

Enzus79 18/11/09 11:22 - 2863 commenti

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Bel noir, girato da un esperto del genere. Il film si apre con un detto buddista in cui si dice che due estranei possono incontrarsi un giorno, fare le stesse cose per poi dividersi. C'è poca azione, così come pochi dialoghi, ma il film si fa sempre più interessante quando si avvicina alla fine. La scena della rapina sembra interminabile, ma è girata con pignoleria ed efficacia. Bravi gli attori.

Capannelle 30/12/09 14:43 - 4394 commenti

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Melville non tradisce il suo stile minimale e distaccato. La storia è tutto sommato tradizionale e presenta personaggi di poche parole e "schiacciati dal destino". Un po' di filosofia, immagini particolari che sottolineano l'intima durezza del racconto, la tensione della rapina ma nel complesso il racconto non entusiasma. Bene Delon e Bourvil, decisamente sprecato Volontè.

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Cotola 22/02/10 00:33 - 8998 commenti

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Notevole noir melvilliano che presenta tutte le caratteristiche dei film del regista francese: azione, introspezione dei personaggi, ritmi dilatati, lunghe scene di silenzio. Peccato che il livello sia inferiore ad altre pellicole. Tuttavia la mano del grande regista si vede e si sente: basti citare la splendida sequenza della rapina che è semplicemente da manuale. Non un capolavoro ma nemmeno un film che si perde nella massa indistinta del genere.

Galbo 25/02/10 05:34 - 12372 commenti

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Uno degli ultimi film del regista francese Melville, è un bel noir che ha per oggetto una rapina ad una gioielleria. Il regista mette insieme un ottimo cast e realizza una pellicola che nonostante la lunghezza non indifferente, appare essenziale ed estremamente curata per quanto attiene alla caratterizzazione dei personaggi, ambientazione e realizzazione tecnica (con la sequenza della rapina decisamente da ricordare).

Rebis 21/03/10 18:02 - 2331 commenti

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"Condicio sine qua non" per intendere la rilettura melvilliana del polar è amare (e conoscere) il genere senza reticenze, diversamente riforma e afflato resteranno muti. In linea con la sua poetica Le cercle rouge è più un'astrazione che un'operazione di genere. Melville lavora sull'amplificazione dei tempi in un racconto prototipico e sulla sublimazione dei caratteri: ne deriva più atmosfera che storia, più teoria che psicologia e, nello specifico, allarma la trascuratezza - conseguente? - dei dettagli ambientali, nonché un uso un po' posticcio e pretestuoso della filosofia orientale. Algido.

Pau 14/04/10 23:44 - 125 commenti

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Melville sosteneva che esistono 19 situazioni archetipiche nel polar e che ne "Le cercle rouge" (pellicola concepita come una summa della sua carriera) le aveva omaggiate tutte. Forse è per questa ragione se il film, corretto per svolgimento e atmosfere, non ha mai un guizzo di originalità (ad esempio la lunga sequenza della rapina, priva di dialoghi e suoni, pare modellata su quella, analoga, del Rififì di Jules Dassin). Senso di sconfitta a profusione e cast di divi impegnati a tratteggiare dei moderni samurai. Il migliore è forse Montand.
MEMORABILE: "Senza di te io non mi sarei presa la rivincita sugli abitanti di quell'armadio... Adesso non hanno più motivo di farmi visita durante la notte".

Luckyboy65 30/04/10 14:35 - 143 commenti

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A distanza di 40 anni rimane un film solido anzi massiccio, molto ben progettato e caratterizzato da molte scene da antologia sebbene non un capolavoro. D'altra parte sarebbe stato difficile fare male con un regista e un cast di questa levatura. La definizione "atmosfera rarefatta" sembra coniata apposta per questo film dove i personaggi sembrano umanoidi venuti dallo spazio, per quanto poco spazio lasciano alle emozioni. Alcune cadute (vedi i due killer che si fanno eliminare nel bosco senza batter ciglio) non intaccano il risultato finale.

Kanon 2/06/10 11:08 - 604 commenti

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Il termine "polar" calza appropriato a questo film. Freddo e distaccato, ridotto all'osso nei dialoghi e nell'azione rimane affascinante per appunto le qualità (o difetti, a seconda di come si voglia guardare il bicchiere) elencate. Onestamente a parte qualche scena presa a sé, un film che la citazione (falsamente) attribuita a Buddha faceva presagire a ben altri livelli. Buona la prova dei francesi, defilato Volonté.

Nando 21/02/11 10:32 - 3806 commenti

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Tre individui si accordano per compiere un furto presso una prestigiosa gioielleria parigina. Una pellicola rarefatta ma mai banale che narra con lucidità le vicende dei tre uomini molto diversi tra loro. Lo sviluppo narrativo è impeccabile ed il cast notevole. Amaro e pessimistico finale.

Mark 3/04/11 00:56 - 264 commenti

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Melville è stato definito il re del polar. Sarà, ma questo film è arte visiva allo stato puro. Dentro si riscontra di tutto: azione, silenzio, suggestione, dettagli, sperimentazione. Davvero riduttivo e ingiusto etichettare film così come polar. È la summa di un percorso artistico che di sicuro risente dei precedenti più etichettabili, ma di fatto è il risultato più completo e riuscito di un autodidatta del cinema che aveva visioni molto più lungimiranti rispetto ai limiti delle etichette imposte dalla critica.

Markvale 12/09/11 10:41 - 143 commenti

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Tre personaggi diversissimi fra loro, un ladro, un evaso e un ex poliziotto, intrecciano indissolubilmente i loro destini fino alle inevitabili e tragiche conseguenze. Melville ripropone le tematiche di "Frank Costello" affiancando Delon a due cavalli di razza come Volontè e Montand, sottraendo quella freschezza ed immediatezza che erano proprie dell'originale. Fra i difetti si devono certamente annoverare la prolissità e qualche lentezza. Nel complesso un lavoro più che dignitoso che i cultori del genere possono facilmente apprezzare.

Mickes2 14/01/12 18:15 - 1670 commenti

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Straordinario noir che fa dei tempi dilatati e dell'atmosfera cupa, rarefatta e opprimente i suoi punti di forza. Melville lavora di sottrazione scarnificando un intreccio dotato di grande fascino e tensione: polizia corrotta, spie, doppiogiochisti: si riflette sulla moralità dell'essere umano e sul valore sentimenti; ed in più l'autore francese mette in scena una riuscitissima indagine di un sistema sull'orlo del baratro. Grandioso il tratteggio dei personaggi, così antieroici, laconici, dei perdenti senza ideali e con pochi obiettivi.
MEMORABILE: Lo sguardo di Delon; Il finale.

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Il Dandi 1/01/13 19:04 - 1917 commenti

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Quasi un film muto (di cui consiglio la visione in originale anche a chi non intende il francese) in cui il ritmo serrato della tensione drammatica convive con la dilatazione di quei tempi morti, solitamente assenti nel cinema, di cui invece la vita reale abbonda. Un noir perfetto, pienamente virile (l'unica donna appare solo in fotografia), i cui protagonisti potrebbero tradirsi da un momento all'altro e non lo fanno mai, andando incontro al loro ineluttabile destino. Per me un capolavoro assoluto.
MEMORABILE: Delon conquista la fiducia dell'animale braccato Volonté tirandogli un pacchetto di Gitanes e un accendino: Volonté abbassa la pistola e ringrazia.

Saintgifts 6/06/13 00:57 - 4098 commenti

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L'ineluttabilità del destino quando traccia un cerchio rosso racchiudendo all'interno due persone, ma anche la precisione scientifica nel fondere assieme piombo, antimonio e stagno, calco e chiave allo stesso momento. Molto tempo dedicato (bene) al cerchio rosso, il tempo giusto dedicato (altrettanto bene) alla lega che si trasforma in pietra filosofale, poco tempo dedicato a un finale che chiosa malamente, senza nemmeno un premio di consolazione alle due idee alla base del film. Non unico neo a macchiare un buon film, ma è quello determinante.
MEMORABILE: Yves Montand che annusa la fiaschetta di liquore, ma non ne beve.

Giùan 15/06/13 15:24 - 4528 commenti

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Ciò che all’occhio “critico” più piace sottolineare ne Le cercle rouge è come la “orientale” disciplina melvilliana si applichi senza alcuna concessione o deroga al suo stellare cast, che anzi esacerba e incrudelisce, per contrasto, lo stile oltranzisticamente classico del samurai francese. Tuttavia è proprio la programmaticità del film a risultare alla lunga respingente, come l’ambizione un po’ egocentrica del’autore. Alcuni momenti (il colpo) centrano l’obiettivo della trasfigurazione. Bravi Delon, Montand e Bourvil, fuori contesto ma diligente Volontè.
MEMORABILE: L’assassinio in aperta campagna dei sicari; Gli spari di Montand.

Beffardo57 30/07/13 21:34 - 262 commenti

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Un evaso, un malavitoso appena uscito di galera e un ex poliziotto alcolizzato tentano il colpo definivo. Li bracca un commissario disperato quanto e forse più di loro. Sin dall'inizio si intuisce chiaramente la conclusione: il film è dominato da un senso di fatalità incombente, ineludibile. L'unica donna tra i personaggi appare solo per un attimo, ed è una fedifraga: una sotterranea corrente di omosessualità lambisce i protagonisti. Per chi ama il genere (e lo stile di Jean Pierre Melville) assolutamente indimenticabile e imprescindibile.

Nicola81 4/01/14 19:31 - 2827 commenti

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Uno dei migliori noir francesi di sempre, ma a patto di accettarne l'impostazione. Scordiamoci violenza, sparatorie e inseguimenti mozzafiato: Melville sottrae criminali e poliziotti a ogni tentativo di mitizzazione, i personaggi si esprimono più con i gesti e i silenzi che con le parole e su tutto dominano la casualità e un destino ineluttabile. Grande professionalità, poco spettacolo. Ottima la prova corale del cast: Volonté un po' sacrificato, impeccabili Delon e Montand, ma il migliore è un Bourvil al suo commiato nei panni del commissario.
MEMORABILE: L'incontro tra Delon e Volontè; La rapina.

Lythops 21/04/14 09:06 - 1019 commenti

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Capolavoro di Melville, purtroppo mutilato nella versione italiana per motivi sconosciuti. Il ritmo del film è nei silenzi, negli sguardi, nelle musiche di Eric De Marsan, nell'azione sempre a forte impatto emotivo indipendentemente dai luoghi (auto, stanza, aperta campagna nulla cambia). È un film che, forse oggi, ha poco significato visto che al cinema un tempo si meditava nel buio della sala e si tacciava chi osava scartare una caramella. Ottima prova di tutti gli attori. Volonté e regista non si sopportavano e si vede.
MEMORABILE: Gli abitanti dell'armadio.

Xabaras 5/01/15 00:34 - 210 commenti

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Adoro Melville e questo è indubbiamente uno dei suoi film migliori. Magistrale la maniera in cui tratteggia con geometrica precisione i limiti di una storia che seguiamo esattamente come si segue l'appassionante allinearsi di un cubo di Rubik. Poco lo spazio riservato a personaggi femminili e come al solito scarsa, ridottissima è la linea di demarcazione che viene a crearsi tra buoni e cattivi. Scene come quella del biliardo e della rapina non si dimenticano facilmente. Peccato che la versione italiana sia tagliata di una buona ventina di minuti.
MEMORABILE: L'ispettore a Volonté: "Perché non gli hai detto chi ero?" e Volontè: "Perché avrebbe sparato".

Daniela 31/05/16 15:14 - 12606 commenti

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Un rapinatore appena uscito di galera, un sospettato ricercato dalla polizia, un ex poliziotto alcolizzato: sono i componenti della banca intenzionata a svaligiare una gioielleria molto ben protetta... Ed è propria la lunghissima sequenza della rapina, quasi in tempo reale e priva di dialoghi, quella che ha fatto iscrivere nel novero dei migliori polar un film rigoroso nel suo pessimismo circa la natura umana, girato con maestria collaudata e annoverante un magnifico cast: se Delon e Volonté sono funzionali, Bourvil e Montand disegnano due indimenticabili figure contrapposte di sbirri.
MEMORABILE: La fuga di Volonté dal treno; Montand in preda al delirium tremens; il finale

Faggi 30/06/16 20:23 - 1548 commenti

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Polar ipnotico (si pensi alla lunga sequenza della rapina, per esempio, che è anche da antologia del minimalismo in celluloide); pessimista, cupo, acceso da visioni improvvise e misteriose (la scena tra Delon e la ragazza della rosa rossa). Dialoghi essenziali e taglienti come rasoi, silenzi loquaci; atmosfera, scenari e colorazione fotografica malinconici che evocano stati d'animo e sensazioni dei personaggi; regia con polso fermo e idee chiare. Divertimento (nero) assicurato.

Myvincent 5/01/17 23:22 - 3721 commenti

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Tre mostri sacri del cinema di tutti i tempi danno il loro volto a un noir tutto francese che ha come oggetto un furto altamente professionale in una gioielleria di Place Vendome. La lunga e ansiogena scena del crimine, fra antifurti disinnescati e peripezie varie, tiene col fiato sospeso e la classe registica è indiscutibile. La fisionomia francese di Delon si scontra con quella italiana di Volonté mentre su tutto campeggia la smorfia virile di Montand.

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Alex75 20/12/16 09:37 - 876 commenti

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Nel presentare tutti gli archetipi possibili del noir, Melville confeziona un polar prolisso e meticoloso ma quintessenziale, giocato sui preparativi dell’azione e sulle personalità sfaccettate dei protagonisti, che rendono labile il confine tra buoni e cattivi, con un’evidente pessimismo di fondo. Bourvil è una credibile alternativa a Jean Gabin, Montand passa con disinvoltura forse eccessiva dal ruolo di alcolista a quello di ladro di classe e Volonté, pur sottotono, ha sempre grande carisma.
MEMORABILE: "Senza confidenti non c’è polizia"; Gli "abitanti dell’armadio"; Montand confeziona i proiettili speciali.

Gius 5/08/17 19:12 - 40 commenti

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Tra i migliori polar e capolavoro del grande Jean-Pierre Melville. Tutti gli attori principali sono assolutamente perfetti nell'interpretazione. Segnalo in particolare Montand e non per ultimo il nostro grande Gian Maria Volontè. Un film teso, crepuscolare, glaciale e avvincente come pochi, diretto senza alcuna esitazione. Da vedere assolutamente in lingua originale.

Rufus68 7/08/17 22:59 - 3818 commenti

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Il noir di Melville perde un po' di umanità e acquista forza d'astrazione massima sin quasi ad annullare i dialoghi (la sequenza del colpo alla gioielleria). L'essenzialità lo rende apparentemente freddo (e assolutamente diverso da ogni prodotto europeo), ma perfetto per inscenare la tragedia, ovvero la rappresentazione della vicenda umana schiacciata da un destino avverso e impossibile da sfuggire. Impeccabile tutto il cast.

Bruce 7/01/19 10:50 - 1007 commenti

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Melville dirige, in uno dei suoi migliori noir, uno straordinario cast di interpreti maschili con Delon, Volontè, Montand e Bourvil. Il film visto oggi patisce la eccessiva lentezza anche delle scene d'azione, ma il soggetto, il senso di ineluttabile destino che attende i tre protagonisti, la splendida colonna sonora, la cura registica, sono di tale qualità da rendere imperdibile la visione per gli amanti del genere e del cinema in generale. Ottimo.

Noodles 7/11/19 23:27 - 2196 commenti

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Bello, ma non di facile visione. Non è semplice arrivare alla fine a causa della lentezza. La prima parte è di grande spessore, interessantissima, soprattutto per la perfetta caratterizzazione di tutti i personaggi e per la personalissima regia di Jean-Pierre Melville. La scena della rapina però, che cinematograficamente parlando è straordinaria, rallenta un po' tutto. Poi si riprende. Grandissima la prova di tutto il cast e interessanti le musiche. Non un film per tutti.

Rocchiola 14/11/19 11:16 - 952 commenti

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Un evaso, un criminale appena scarcerato e un ex poliziotto alcolizzato si ritrovano uniti dal caso a svaligiare una lussuosa gioielleria nel centro di Parigi. Ma il commissario che aveva in custodia l’evaso è sulle loro tracce. Una vera e propria summa dell’universo criminale melvilliano e della sua poetica esistenziale. Il regista triplica i protagonisti come Leone nell’atto conclusivo della Trilogia del dollaro e pur restando fedele al suo stile laconico firma l’opera più vigorosa e compatta della carriera. In due parole il polar definitivo.
MEMORABILE: L'incubo aracno-rettilesco di Montand; "Gli uomini vengono al mondo innocenti, ma dura poco"; L'evasione di Volonté; La rapina.

Kinodrop 12/03/20 20:45 - 2908 commenti

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Un noir che risente di una certa rigidità descrittiva che si accompagna a un didascalismo non funzionale all'eccessiva durata. Pur apprezzando la cura della messa in scena e della fotografia di stampo classico, si avverte una certa macchinosità nel far convogliare i tre protagonisti verso il loro fine principale, mentre la parte poliziesca trama troppo nell'ombra per ridestarsi solo alla fine. Mirabile la lunga e silenziosa sequenza del furto, seguita da un'inspiegabile e frettolosa ingenuità nell'epilogo. Attori di valore ma poco in sintonia.
MEMORABILE: Delon eternamente "impermeabilizzato"; Gli incubi dell'ex poliziotto; Lo stile da vero professionista (Montand); Lo scacco di (Bourvil).

Keyser3 19/03/20 22:47 - 444 commenti

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Penultimo film di Melville, è anche il testamento cinematografico del regista nonché quintessenza del polar francese. La regia è asciutta, i dialoghi taglienti e ridotti all'osso e i tempi dilatati; tutto l'insieme è minuzioso, descrittivo, curato nei minimi dettagli. Il regista si avvale di tre ottimi interpreti, ma Montand si fa preferire (memorabile la sequenza in cui è preda del delirium tremens); Volonté appare un po' col freno a mano tirato. A buon diritto fra i film francesi più importanti di sempre.
MEMORABILE: "Tutti gli uomini, monsieur Mattei".

Magi94 24/05/20 22:39 - 942 commenti

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Pur contenendo elementi magistrali che faranno storia non arriva al capolavoro. La parte iniziale è tra le migliori del genere: la fuga di un Volonté senza nulla da perdere nella gelida campagna dell'inverno francese dà i brividi, così come l'uscita dal carcere di un malinconico Delon e il suo salvataggio dello sconosciuto fuggiasco. Dopo l'uccisione dei due sicari, però, il film non riesce a scrollarsi di dosso una freddezza che rende ancora più pesante la durata oceanica. Tra tutti gli attori, Montand è il migliore. Bellissima fotografia.
MEMORABILE: La parte iniziale; Il sogno dell'alcolizzato Montand.

Fauno 19/12/20 19:20 - 2206 commenti

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Prima ora discretamente passabile, che serve più a introdurre e a delineare i ruoli e dà una certa connotazione e un suo perché al film, ma la seconda ora, per quanto alcuni trucchi come il proiettile a fusione meritino, il film si riduce a una scialbissima telecronaca del colpo e della ricettazione. A parte il commissario, che ha una certa verve, i protagonisti oltre che senza nome sono anche senz'anima, oppure è un'anima talmente profonda che può trasformarsi in una saponetta che sfugge allo spettatore, tanto che se prova a cercarla ci scivola sopra e sbatte violentemente la zucca.
MEMORABILE: Lo stampo dei proiettili; Le ossessioni dell'ex poliziotto.

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Bullseye2 19/01/23 22:40 - 393 commenti

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Forse non il miglior Melville (pur essendo un grandissimo film) ma senz'altro il più completo nel rappresentare i topoi del regista: quasi una versione polar de Il buono, il brutto, il cattivo ma priva di ironia e con la tetra atmosfera del noir d'Oltrealpe al posto della solarità del western. Cupo e oscuro come non mai, doloroso nella sua radicalità cinematografica, è un film sull'ineluttabilità del destino che non fa sconti a nessuno, in cui si muovono fantasmi di un milieu criminale già all'epoca in estinzione perfettamente rappresentati dal trio di protagonisti.

Paulaster 12/09/23 18:01 - 4373 commenti

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Tre malviventi si uniscono per rapinare una gioielleria. Melville domina con la regia una storia classicamente noir. I tratti polizieschi sono asciugati musicalmente all’estremo e la scelta paga, come resa. Il trio protagonista lega al minimo, sfiorando un nichilismo di fondo. Più interessante il lato della polizia, caustico sul genere umano e sfacciatamente maschilista. Volontè fatica, Montand ha poche ma decisive variazioni. Il famigerato colpo è decisamente dettagliato nell’esecuzione.
MEMORABILE: I roditori sul letto; La fuga dal treno; Il doppio omicidio; L’esame della gioielleria.
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  • Homevideo StuntMike • 19/12/07 21:19
    Galoppino - 3 interventi
    Il Gobbo ebbe a dire:
    !! E quando è uscita?


    poco più di un mese fà, faceva parte di una collana da edicola (che è durata solo tre numeri) dedicata al cinema noir europeo

    ll primo dvd era "il clan dei siciliani", il secondo "i senza nome", il terzo "notte sulla città", il quarto sarebbe dovuto essere "i diabolici". purtroppo la collana è stata interrotta e sembra sia uscita solo ad imola.

    si dice che sia stata una prova a livello locale per un futuro lancio sul territorio nazionale, ho scritto giorni fà alla Hobby&Work per chiedere chiarimenti al riguardo ma, ad oggi, non ho ottenuto alcuna risposta
    Ultima modifica: 20/12/07 05:21 da StuntMike
  • Homevideo Quidtum • 6/03/12 16:03
    Custode notturno - 2201 interventi
    Circola pure un mux della traccia italiana su dvd The Criterion collection per la cronaca, non so chi l'ha fatto ma lo ringrazio di cuore.
  • Homevideo Xabaras • 5/01/15 00:58
    Galoppino - 63 interventi
    qualcuno mi sa dire con esattezza quali sono le scene tagliate dalla versione originale?..la versione italiana taglia 18 minuti buoni
  • Curiosità Zender • 13/12/15 17:06
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:

  • Curiosità Daniela • 31/05/16 15:25
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    La spiegazione del titolo originale si trova nella didascalia che apre il film:
    «Buddha prese un pezzo di gesso rosso, tracciò un cerchio e disse:
    Se è scritto che due uomini, anche se non si conoscono, debbono un giorno incontrarsi, può accadere loro qualsiasi cosa e possono seguire strade diverse, ma al giorno stabilito, ineluttabilmente, essi si ritroveranno in questo "cerchio rosso"»
  • Curiosità Lucius • 12/05/18 13:30
    Scrivano - 9063 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, la scheda del film presente in un catalogo di distribuzione d'epoca:

  • Homevideo Caesars • 29/03/19 09:04
    Scrivano - 16796 interventi
    Uscita nuova edizione per la A & R.
    Dovrebbe trattarsi della versione integrale (140') con sottotitolazione per le parti non precedentemente doppiate.
    Ecco un estratto del posteriore del dvd, preso da Amazon

    Ultima modifica: 29/03/19 10:59 da Zender
  • Homevideo Rocchiola • 14/11/19 11:31
    Call center Davinotti - 1236 interventi
    Meglio lasciar perdere il DVD Hobby&Work che presenta una qualità video pessima non anamorfica e ricca d'imperfezioni. Decisamente migliore risulta l'edizione del 2012 della A&R che presenta il corretto formato panoramico 1.85 con immagini più pulite e nitide anche se non ancora perfette (qualche puntinatura è rimasta). La durata indicata in 140 minuti è invece di soli 122 minuti circa senza alcuna parte sottotitolata. Io posseggo questa edizione A&R (a sinistra), ma pare esista un'altra versione A&R successivamente rimasterizzata in HD e con la versione integrale del film (a destra). Personalmente rivolgendomi alla mia videoteca di fiducia mi hanno detto che esiste solo un'unica versione datata appunto 2012. Però vedo che tramite Internet compare anche quella rimasterizzata e lunga. Va da sé che all'estero ci sono delle ottime edizioni in bluray, purtroppo prive dell'audio italiano.

    Ultima modifica: 14/11/19 14:29 da Zender
  • Homevideo Rocchiola • 26/11/19 13:32
    Call center Davinotti - 1236 interventi
    Risolto il mistero, pare che A&R mantenga lo stesso codice per i prodotti pubblicati una seconda volta, per cui la riedizione rimasterizzata in HD contenente la versione integrale viene ordinata con lo stesso codice identificativo di quella precedente del 2012. Ovviamente bisogna incrociare le dita perché se la si deve ordinare in videoteca oppure on-line non si ha la certezza su quale versione arriverà, avendo le due il medesimo codice. Di solito il distributore manda la versione che ha in casa senza verificare se è quella più recente in HD.
    Ultima modifica: 27/11/19 11:23 da Rocchiola
  • Homevideo Rocchiola • 27/11/19 11:41
    Call center Davinotti - 1236 interventi
    In merito alla qualità delle due edizioni in DVD italiche rimando al solito benemerito sito dvdbeaver:
    http://www.dvdbeaver.com/film/dvdcompare2/cerclerouge/cerclerouge3.html
    Confrontando le nostre edizioni con gli screenshots presenti mi pare evidente che la prima edizione A&R abbia utilizzato il master del DVD Studio Canal che appare estremamente chiaro con effetto flash sbiadente un tantino esagerato.
    Differentemente la riedizione A&R rimasterizzata in HD appare decisamente più scura caratteristica corrispondente al bluray sempre edito da Studio Canal qualche anno dopo il DVD.
    Ora è difficile scegliere tra le due edizione in quanto l'immagine più scura occulta maggiormente i dettagli di fondo soprattutto nelle sequenze buie e notturne (si veda a tal proposito la scena finale con i ladri braccati dalla polizia in fuga sul prato della villa, i cui movimenti e volti sono ammantati dall'oscurità che rende quasi invisibile ad esempio il volto di Montand nell'atto di aprire il fuoco, elemento invece chiaramente visibile nell'edizione standard).

    Al tempo stesso l'eccessiva luminosità dell'edizione standard appare in alcuni passaggi piuttosto artificiosa ed innaturale (vedasi la panoramica dall'alto sul treno in corsa di notte che nell'edizione standard sembra quasi diurna).

    Certo l'edizione in HD presenta un'immagine più pulita e lievemente più incisiva sotto il profilo della definizione ed inoltre offre la versione integrale di 140 minuti contro i 122 di quella standard i cui tagli non penalizzano comunque la visione che resta anzi un pò più tesa e compatta (i minuti mancanti si riferiscono a sequenze di contorno non molto determinanti nell'economia del racconto).
    Ultima modifica: 1/12/19 18:51 da Zender