I figli degli altri - Film (2022)

Dramma sentimentale alla francese. L'amore (e lo stesso racconto) viaggia sui binari dello scambio di sguardi, sugli atteggiamenti, sulle inquadrature e sul frizzante di dialoghi che sembrano quasi appartenere ad altri tempi, altro cinema, per riemergere quasi fossero imprigionati per sempre nella magia di Parigi. È un linguaggio che non innova più, che sceglie qui un tema preciso, focalizzandosi con precisione ed evitando di deragliare e che rimane sempre delizioso appunto perché, forse per un sortilegio, senza tempo.

Dramma che sceglie la via di un certo realismo, raccontando una storia senza troppi fronzoli e nemmeno pesantezze assolute ma anzi con una apprezzabile sobrietà. Gran parte del film si regge su una bravissima Efira che offre uno dei ruoli più convincenti della sua carriera, intimistico e mai sopra le righe. La regia offre ogni tanto soluzioni interessanti (come le particolari transizioni) e rende abbastanza fluido il racconto. Buono.

Passati i 40 anni e con un matrimonio fallito alle spalle, un insegnante vorrebbe avere un figlio con il suo nuovo compagno e intanto cerca di farsi accettare dalla figlioletta di lui... Un bel ritratto di donna matura giunta a un bivio della propria vita, ottimamente interpretato da Efira che sa conferire al suo personaggio sfumature tali da renderlo vero e credibile. Anche se non tutti gli altri elementi risultano così ben messi a fuoco il film, nel complesso, è interessante e offre spunti non banali su una voglia di maternità non necessariamente intesa in senso biologico.

Rachel, insegnante non più giovane, è sentimentalmente legata ad Alì e stringe un forte legame con la figlia di lui. Un film francese con un riuscito e realistico ritratto di una donna giunta a un bivio nella propria vita sentimentale e biologica. Una minuziosa descrizione della personalità della protagonista, affidata all'ottima Virginie Efira (sempre più brava) e nello stesso tempo un'arguta riflessione sul significato e le molteplici forme di maternità. Suggestiva la colonna sonora. Da vedere.

Una storia che si snoda lungo il filo del desiderio di maternità calato nella vita di tutti i giorni e reso credibile dall'interpretazione della Efira, capace di rendere le varie sfumature del proprio personaggio senza mai cadere nel melodrammatico o nel superficiale. Forse la storia poteva avere qualche esito diverso, a tre quarti pare indecisa sulla direzione da prendere, ma ne va comunque apprezzato lo stile di racconto.