I demoni - Miniserie TV (1972)

Dostoevskij è autore complesso ed impegnativo e tale resta anche nella trasposizione televisiva di Bolchi, fitta di dialoghi in cui la storia della Russia all’indomani della fine della servitù della gleba si intreccia con terrorismo, nichilismo, libertà, Dio e morte. Ridotte al minimo scenografie e azione, le cinque puntate sono tutte rette da interpreti eccellenti: lasciano un indelebile ricordo l’idealista Verchovenskij di Santuccio, il “demonio” Nikolaj di Vannucchi e il tormentato Kirillov di Bentivegna.

“Ho ucciso Dio”: così il nobile, affascinante Stravogin apostrofa la sua inutile vita piena di orrori passati e demoni attuali e di cui avverte tutta la colpa. Bolchi riesce pienamente in questa riduzione TV (che non avrebbe sfigurato a teatro) della complessa e polifonica opera di Dostoevskij, in cui si racconta dei peccati della Russia e della incipiente rivoluzione contadina. Cast di gran lustro su cui spiccano Vannucchi, Brignone, Mauri, Bentivegna. Come rendere fruibile un’opera senza banalizzarla in alcunché.

Benché affidata sempre alla regia di Sandro Bolchi e alla sceneggiatura di Diego Fabbri, questa trasposizione di Dostoevskij non raggiunge i livelli qualitativi dei fratelli Karamazov, risultando troppo teatrale e ostica, in certi passaggi. Restano però alcuni frangenti riusciti e soprattutto l'ennesima testimonianza di una Rai che sapeva proporre al pubblico grandi classici in grado di sollevare profonde riflessioni, affidandosi a interpreti eccellenti: qui i migliori sono il manipolatore Mauri, il tormentato Vannucchi, l'idealista sconfitto Santuccio e l'altera Brignone.