Hotel magnezit - Corto (1978)

Hotel magnezit
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Titolo originale: Hotel Magnezit
Anno: 1978
Genere: corto/mediometraggio (bianco e nero)
Regia: Béla Tarr
Cast: (n.d.)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/09/13 DAL BENEMERITO MICKES2
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Mickes2 2/09/13 10:59 - 1670 commenti

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Un operaio, oramai debole e anziano, vecchio caposquadra, causa troppa fiducia o disattenzione, ma soprattutto a causa della vigliaccheria dei colleghi viene interdetto a vita dall’ostello in cui era in qualche modo sistemato da molti mesi. L’esordio di Bela Tarr segue lo stile e il linguaggio del cinema del realismo e dell’improvvisazione à la Cassavetes. Un b/n sgranato, torvo, con la mdp che scruta da vicino attraverso primissimi piani la disperazione orgogliosa e la rabbia soffocata di una persona inerme dinanzi ai movimenti della società.
MEMORABILE: Il finale, tra il grottesco e lo struggente.

Pinhead80 25/12/16 12:33 - 4715 commenti

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Un pover'uomo è costretto a lasciare in fretta e furia il suo alloggio perché accusato di furto. Tarr ci conduce dentro alla povertà di un sistema che dovrebbe garantire giustizia sociale e che invece fa sprofondare gli ultimi sempre più a fondo. La guerra tra poveri a colpi di diffamazioni non regala nessun vincitore ma solo la mesta consapevolezza che la precarietà non consente alcun tipo di futuro.

Bubobubo 17/03/19 19:11 - 1847 commenti

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In un giorno qualsiasi dell'Ungheria socialista di fine anni '70, una banale conversazione in isolamento: in una camerata condivisa di un ostello, un vecchio ufficiale dell'aeronautica è accusato di furto e costretto, dopo molte insistenze, a lasciare l'alloggio. È un Tarr essenziale, entomologo del quotidiano, tematicamente legato all'esordio lungo (che pure trattava di precarietà dalla prospettiva di una coppia di giovani in cerca di casa), che in 12' concentra tutte le trame verbali di molti dei suoi futuri lungometraggi. Interessante.

Paulaster 23/10/20 10:34 - 4375 commenti

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In un ostello un lavoratore viene allontanato a causa di un furto. Ambiente unico per un processo senza appello a un ladro. La tragedia umana per il licenziamento passa dai toni aspri al pianto, con l’alcolismo come triste presenza. Tarr si distingue per l’uso della mdp che segue sui volti le espressioni di livore allontanandosene quando il gruppo risponde al malcapitato. La confezione è appositamente scarna e lo sfondo scuro serve a dare un senso di ravvicinato alle persone coinvolte.
MEMORABILE: I documenti di quando era in guerra; I debiti.

Pigro 22/02/22 11:38 - 9623 commenti

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Un operaio è allontanato dall’ostello aziendale con l’accusa di aver rubato, ma cerca di far valere le sue ragioni. Il bel corto d'esordio di Tarr è quanto di più lontano dal suo stile a venire, ma in realtà vicino a quella sua attenzione all’umile minimalismo di anti-eroi del disfacimento e della fine. Volti in primi piani, in mezzo a una scena para-teatrale di letti a castello, si impongono in un montaggio serrato nell’implacabilità del bisticcio. Freddo, scarno, quasi disturbante, scheggia di nuovo cinema del realismo che aspira alla poesia.

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