Hold your breath - Trattieni il respiro - Film (2012)

Mi arrendo: l’Asylum è veramente senza ritegno. Una produzione disarmante, che t’inchioda sotto shock ma solo per il dilettantismo fraudolento. Al netto troviamo solo una trama rimasticatissima, una CGI che fa credere che l’ottica del lettore sia saltata (la macchina che prende fuoco è lo zenit), qualche monotona copula meccanica e una sconnessa marea di cliché a vanvera. Tra gli attori vi segnalo la Bowden (per l'estetica) e tale Brad Slaughter, alias Tony: arduo trovarne uno peggiore. Altro che respiri... vanno trattenute le imprecazioni.

Filmetto horror girato con pochi mezzi e poche idee che però, anche per uniformità di giudizio, si eleva rispetto ad altri prodotti totalmente piatti (alla Paganini horror per capirci). Qui un po' di suspense e di trama sono presenti e le scene splatter sono abbastanza raccapriccianti, anche se tecnicamente ingenue. Per ravvivare l’interesse sono inserite anche alcune scenette pruriginose in cui fanno bella mostra di sé le giovani protagoniste.

Dietro a un intrigante poster che parrebbe ispirato ai film grindhouse dei '70s, si cela invece uno slasher con implicazioni fantastiche, in cui si sfrutta il solito canovaccio dello spirito maligno che si impossessa di alcuni ragazzotti facendo una strage. La bassa macelleria e la trama scontata non sarebbero stati un grosso problema, se non fosse che la realizzazione è degna dei peggiori straight-to-video (CGI inguardabile), il cast tremendo e il finale "fantastico" faccia implorare il termine del film, che invece pare durare tre ore. Bruttura.

Horror teen che potrebbe passare per ottimo prodotto grazie alla qualità delle luci e dell'immagine, ma che mostra il suo reale valore non appena i protagonisti aprono bocca. Nessuno contesta la storia semplice e prevedibile, ma la recitazione e i dialoghi da QI inesistente sono un problema, non si scappa. Contrasto incredibile tra la pulizia delle immagini nelle location boschive e gli effetti, degni di un bimbo a cui si mette in mano per la prima volta un pc. Si ricorderà solo per parlarne male tra amici.

Niente, siamo nei paraggi della mediocrità profonda (in parte autocompiaciuta, vista la meritata fama dell'Asylum). Saccheggiato spudoratamente il soggetto craveniano di uno dei suoi film "minori", il film propone ogni cliché possibile immaginabile dello slasher; quello che fa la differenza, ovviamente in negativo, è l'imperizia equamente distribuita tra cast, regista e i surrogati di sceneggiatori che si sono prodigati nello scrivere il film. La deriva esoterica delle battute conclusive è sì da strapparsi gli occhi, stando in tema col film.