Potrebbe essere un film targato Troma, per la trama demenziale, l'eccesso di splatter e l'esasperata violenza grafica. Potrebbe essere un altro episodio di Grindhouse, per l'aspetto artigianale, i colori vintage e le trovate di scena. All'atto pratico, i risultati non sono proprio all'altezza delle ambizioni. Nonostante l'apparente visceralità, mi appare un lavoro troppo freddo, senza un vero ritmo, senza troppa fantasia visionaria, e con la tendenza a scivolare via senza memorabili acuti. Hauer lo adoro, ma qui sembra passato per caso.
Ad un tiro di schioppo da Machete, un altro fake trailer diventa realtà filmica, deflagrando in un opus stratosfericamente debordante e ultrasplatter, rilucente di un Technicolor smaltato, a metà tra i coloratissimi film statunitensi anni '50 e le sfavillanti macellazioni dozzinali di un Gordon Lewis. Hauer reindossa il ruolo salvifico/pauperistico del Nick di Furia cieca e timbra il suo biglietto di sola andata verso una realtà parallela marcia, perversa ed oclocratica, imbevuta di atmosfere ottantiane dark-trash alla Ritorno al futuro parte 2. Quando nasce un cult.
MEMORABILE: Il braccio della Dunsworth spappolato e ridotto a moncherino dalle lame di un tagliaerbe; la scolaresca del pulmino sterminata col lanciafiamme (!)
C'è poco da dire, nel suo genere è praticamente perfetto: musiche, fotografia, ritmo, attori, gore... tutto è perfettamente calibrato per tenerci con gli occhi sbarrati per 80 minuti. Finita la quarta visione vien voglia di passare alla quinta, per dire. Raramente ho visto così tante citazioni inserite perfettamente nel contesto e non buttate dentro tanto per fare figo. E per una volta le immancabili scene "tenere" non sanno di allungamento del brodo. Se Machete vi ha deluso, rivolgetevi a Hobo!
Perfetta copia carbone dei grandi classici exploitation seventies. Hauer indossa i panni del barbone che redime i peccati a fucilate, immerso nel putridume di "fuck town". Purtroppo Eisener non è regista con gran esperienza, lo dimostra nello sciupare delle scene promettenti (lo scuolabus che porta all'inferno) e gestendo malamente una pellicola che abbisognava di un ritmo più incalzante. Gli ingredienti però ci sono: quintali di budella, scene assurde, recitazioni esagerate e ottima soundtrack. Insomma ci si diverte. Bravo Gregory Smith.
MEMORABILE: Il babbo natale pedofilo; il metallico duo dei "The Plague"; Ivan viene fritto con l'elettricità e si accorge di essere venuto (...)
Puro divertimento gratuitamente bastardo e senza pretese, con un Hauer ispirato (vagabondo vendicatore dai sani principi), che si adatta bene al personaggio (uno schizoide che vorrebbe far finta di niente, ma non ce la fa). Il ritmo è pressochè costante, le efferate uccisioni si susseguono (uomini, donne, bambini arsi vivi al ritmo di Disco Inferno) e anche la spalla di Hauer (una prostituta che lui sogna insegnante) funziona. In più, il cattivo Drake e il figlio (che uccide persino con i pattini da ghiaccio) sono, come il protagonista, fumettisticamente spassosi. Nel suo genere, notevole.
MEMORABILE: Tombino e...; Il Babbo Natale pedofilo: "Calerò dal camino con un grosso regalo per voi, bambini"; Il discorso ai neonati; Il Moncherino-coltello.
Divertente, certo, ma l'azione anni '80 aveva decisamente un'altra levatura grazie a personaggi molto più carismatici dello spaesato mijnheer Hauer; colorato ed anarcoide, bene, ma la blax anni '70, oltre ad avere una fortissima carica sociale qui del tutto assente se non in forma di caricatura, si faceva forte di Pam e Sid e di una freschezza irripetibile. Buona l'ultima mezz'ora (soprattutto le musiche) con l'apparizione dei "The plague", ma per il resto siamo dalle parti dell'indigesto e iper-mega-sopravalutato Rodriguez: budella, sangue, zero appeal.
Dopo Machete ecco l'altro lungometraggio tratto dal trailer vincitore del concorso legato al film Grindhouse. Hobo with a Shotgun è più o meno quello che ci si aspetta: splatter in quantità, fotografia sgranata, personaggi a dir poco sopra le righe e diffuso umorismo. Insomma, Eisner sembra aver studiato la lezione e, pur stupendo ben poco e denotando i limiti di un esordiente dal non ancora conclamato talento, riesce tutto sommato a divertire. I maestri però sono ancora lontani.
Non mi sono particolarmente divertito, ed essendo un film che punta tutto sull'intrattenimento, non mi è parso un buon segno. Diversamente da altri casi poi, non
mi ha nemmeno fatto venire nostalgia per i modelli cui palesemente si ispira. Probabile
che anche quelli già non mi esaltassero di loro. Iperbolico, delirante e "demente", non
si capisce, come d'altronde già accaduto per altre operazioni del genere, quanto sia
genuino e quanto sia programmato a tavolino. Mi sembra che il piatto della bilancia penda più dalla seconda parte.
Il film propone una curiosa accoppiata: una produzione di nicchia simil splatter-troma (di serie B come si suol dire e forse anche di serie Z) e un grande attore, Rutger Hauer, come protagonista. Il divertimento è assicurato (si badi: per gli amanti del genere) ma il mio giudizio è contrastato. Hauer è bravissimo, autoironico, insomma da applausi e ben sostenuto dalla parte di sceneggiatura scritta per il suo personaggio, con monologhi memorabili. Tutto il resto è poco convincente e in alcuni casi troppo sopra le righe: perciò i quattro pallini per Hobo diventano 3 per il film nel complesso.
MEMORABILE: Il discorso di Hobo ai neonati, con pianto finale.
Divertentissimo e scorretto action-splatterone à-la-Rodriguez che non si discosta troppo dai suoi modelli se non per una maggiore crudeltà e gratuità della violenza mostrata, con personaggi irreali e stereotipati (persino la folla, omertosa e volubile) e una situazione sociale talmente esagerata che in confronto Machete è neorealismo. Eisener tiene in piedi la baracca come può, ma qualche bella inquadratura e uno stile degno di un action anni 80 non bastano per reggere il confronto coi suoi pirotecnici ispiratori, ma il cult è garantito.
Uno dei film più deliranti di sempre ma più divertente dei vari Machete o Bitch Slap, filone in cui si inserisce; forse perché meno spocchioso, più conscio dei propri limiti, più sanamente cheap. Certo siamo ad un passo dai livelli delle produzioni Troma e chi non gradisce si astenga! Il film da parte sua scorre veloce tra trucidissimi ammazzamenti, personaggi deliranti, situazioni escrementizie, gore a manetta. Grande Hauer, la sua maschera non si dimentica: un attore da utilizzare molto di più...
MEMORABILE: I titoli di testa dai colori di fuoco.
Hobo arriva un po' tardi, in un 2011 già saturo e stanco di certe estetiche, tematiche e nostalgie, perfino di un certo uso degli attori iconici e della loro presenza spettacolare a dispetto del tempo che passa. Peccato, perché supera di gran lunga i cugini famosi a firma Rodriguez: per creatività nella scelta degli elementi da miscelare, per sapidità della messa in scena, anche per cruenza (quest'ultimo, mi rendo conto, non è un pregio oggettivo).
Crocevia definitivo tra il Jim Muro di Horror in Bowery street, i deliri Troma, i fake trailer Grindhousiani e le opere di Nick Zedd, Hobo è scheggia anarchica e rutilante di colori acidi, humor nerissimo e gore spinto a rotta di collo. Hauer dà un seguito estremo al Nick Parker di Furia cieca facendosi cantore di giustizia in una città esempio palpabile delle storture agghiaccianti della società moderna. Cattivi sadici e fumettosi sono la nemesi perfetta e sopra le righe per un antieroe da cult immediato. Superiore e non di poco al Machete di Rodriguez.
MEMORABILE: Lo scuolabus arrostito sulle note di "Disco Inferno".
Per essere divertente sicuramente lo è (obbligatoria, a tal proposito, la visione della v.o.), ma mostra tutti i limiti di un revival di genere non sempre animato dalla migliore sincerità: l'eccesso grafico è funzionale alla definizione del grottesco e quindi ad alimentare l'ilarità, ma qualche non giustificato valicamento del buon gusto è di troppo (l'uccisione cruenta dei barboni è lontanissima da come l'avrebbe girata un Miike) e il sanguinolento finale - indeciso se darsi al comico o al drammatico - sceglie semplicemente di non scegliere.
Gli ingredienti dei cult del genere ci sono tutti, ma è talmente creata a tavolino come operazione che al di là dello stile manca un vero appeal. Tanta violenza, effettacci a profusione, un Hauer schizzato giustiziere che funziona pure, ma una sceneggiatura troppo più verso la parodia alla Machete che verso quella ironica serietà che aveva contraddistinto gli anni settanta e ottanta. Fotografia dai colori saturi non male ma davvero poca sostanza.
Direttamente dal fake-trailer di Grindhouse, arriva un film che tributa gli action/thriller carichi di violenza urbana dei primi 80s; da Winner a Lustig, passando per la moltitudine di epigoni, non ultima certa fantascienza o alcuni post-apocalittici, il film punta tutto sul pedale dello splatter e del sadismo efferato. Le scene oltraggiose sono parecchie e non si risparmia nessuno, da Babbo Natale ai bambini, ma è tutto troppo programmatico e lo script è davvero poca cosa; il cast comunque funziona, la fotografia ipersatura ottiene l'effetto vintage, ritmo e cinismo sono alti.
MEMORABILE: Lo scuolabus dato alle fiamme; L'esecuzione col tombino.
Anticipato dal fake trailer di Grindhouse, il barbone armato di fucile di Jason Eisener passa al lungometraggio, ora felicemente impersonato dal vecchio Hauer. Il regista canadese concepisce il proprio omaggio all'exploitation dei tempi andati come un frullato di esuberanza allo splatter demenziale, il che avvicina l'opera più a un derivato della Troma che non a un oltraggioso trash-movie settantiano. Ne risulta un prodotto divertente, ma manca allo script quel grammo di sagacia necessario a farlo saltare dalla caciara fine a se stessa all’esaltante revival citazionista. Sufficiente.
MEMORABILE: Gli spettacoli pubblici del villain; La pignatta umana colpita con una mazza da baseball coperta di lamette; Il rogo dello scuolabus; "The Plague".
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
DiscussioneBrainiac • 10/05/11 15:39 Call center Davinotti - 1465 interventi
Gestarsch88 ebbe a dire: Brainiac ebbe a dire: effettivamente l'incipit è settantissimo, poi però trionfa l'ottantesco (si vedano pure i due figli villains che sembrano due distinte personalità schizoidi dello stesso -ipotetico- Tom Cruise sotto acido).
Ok per quanto riguarda il trionfo dell'ottantesco ma permettimi di dubitare solo sulla tua affermazione iniziale: a parte l'opening track verissimo infatti per incipit intendevo (mi sono espresso male) solo ed unicamente la canzone, che personalmente non ho riconosciuto ma che dall'andamento epicheggiante mi dava molto un'aria seventies, tra l'altro stonando (ma anche piacevolmente) col resto.
Brainiac ebbe a dire: Gestarsch88 ebbe a dire: Brainiac ebbe a dire: effettivamente l'incipit è settantissimo, poi però trionfa l'ottantesco (si vedano pure i due figli villains che sembrano due distinte personalità schizoidi dello stesso -ipotetico- Tom Cruise sotto acido).
Ok per quanto riguarda il trionfo dell'ottantesco ma permettimi di dubitare solo sulla tua affermazione iniziale: a parte l'opening track verissimo infatti per incipit intendevo (mi sono espresso male) solo ed unicamente la canzone, che personalmente non ho riconosciuto ma che dall'andamento epicheggiante mi dava molto un'aria seventies, tra l'altro stonando (ma anche piacevolmente) col resto.
Alla canzone, aggiungerei tranquillamente il technicolor sparato (cosa che negli ottanta, sappiamo bene essere stata piuttosto abbandonata) e lo stile dei titoli di testa.
Mdmaster ebbe a dire: Alla canzone, aggiungerei tranquillamente il technicolor sparato (cosa che negli ottanta, sappiamo bene essere stata piuttosto abbandonata) e lo stile dei titoli di testa.
Converrai che è molto poco per poter definire il film come "un omaggio ai seventies", rispetto alla mole di rimandi ottantiani sparpagliati a regola d'arte nelle pieghe del film.
P.S.: Il TECHNICOLOR è un procedimento foto-cinematografico che ebbe il suo apice di consacrazione negli anni '50 (Totò a colori ne è un esempio italico), con riverberi anche nei primi '60 (vedi i film di Gordon Lewis).
Nei '70 era già stato abbondantemente superato, soprattutto nella sua espressione più cromatica e laccata, quindi mi sembra poco storico ricollegarlo a questa decade (Il Padrino e Suspiria permettendo).
"Hobo with a Shotgun begins with glorious Technicolor shots of Hauer riding the rails. It looked beautiful. I’m no expert but it looked like real Technicolor film to me. The first few minutes set a great 1970’s vibe. (I’m sure the remainder was filmed with more modern techniques.) "
Come puoi notare, le due proposizioni in cui viene menzionato il TECHNICOLOR sono ben distinte da quella in cui si parla della "sensazione seventies" emanata dai primi minuti (cosa che non ho mai negato, essendo riferita esclusivamente all'opening track).
Non vedo perciò correlazioni di sorta tra i due diversi enunciati e non c'è nulla di scritto che ricolleghi il tipo di stampa fotografica all'epoca dei '70.
Ti faccio notare per di più che chi ha scritto questo articoletto si è persino premurato di sottolineare la sua non competenza in materia con l'esplicito : I'm non expert.
Comunque, se vuoi continuare ad impuntarti su dogmi poco storici non è mia intenzione dissuaderti dal farlo (magari in giro, faticando e sudando, potresti trovare anche altri ammiccamenti superficiali simili a quello postato).
La mia era unicamente una doverosa precisazione filologica in favore degli utenti che desiderano visionare il film, che a torto potrebbero attendersi un prodotto seventies-style, ritrovandosi poi davanti tutt'altra sorpresa.
Detto ciò, naturalmente non vorrei che pensassi che ce la possa avere con te.
Non è un mio costume ;)
più incredibile che mai, al punto che andrebbe quasi segnalato come curiosità, il prolungato uso della riesumata the naked and the dead degli andi sex gang, già presente nella ost versione DiscoTV di phenomena!!
Sai, Gestarsch, quando ci vuole ci vuole... avevi ragione tu, non so bene dove ho pensato di scrivere "copia degli exploitation seventies". Lasciando perdere il discorso technicolor, il vibe del film è piuttosto eighties.
Boh, ogni tanto capita d'impuntarsi su cose strane. :)