Il fatto che fosse tratto da un videogame poteva far sorgere delle perplessità; e invece bisogna ammettere che non è poi così male. Il protagonista (un terminator in carne e ossa) se la cava dignitosamente, anche perchè non deve certo sforzarsi a fare espressioni facciali. In più la pellicola ha buon ritmo, grazie a sparatorie, inseguimenti e duelli con e senza arma. Insomma, un baraccone ben allestito, se si ignora l'esile trama, il fatto che lui, crapa pelata e codice a barre sulla nuca, non venga mai notato e si sopporta la solita ragazza che addolcirà il killer (poca fantasia).
MEMORABILE: Un (credo) omaggio a Le Iene, con i nemici che si puntano l'arma uno contro l'altro, anche se qui finirà diversamente.
Premesse non esattamente originali per questo action adrenalinico e "sparatutto" tratto da un videogioco e dedicato alla figura di un killer professionista freddo ed infallibile che diventa preda di un complotto. Ciò nonostante il regista svolge discretamente il suo compito dirigendo un prodotto di puro intrattenimento piuttosto godibile e dotato (molto più che altri film del genere) di una sufficiente caratterizzazione psicologica del personaggio principale seguito nella sua trasformazione emotiva, ben resa dal protagonista Olyphant.
Il prodotto non è scadente, anzi: tutto è ben confezionato a partire dalla fotografia. Purtroppo è il personaggio principale che risulta alla fine troppo ingessato in questa versione digitale. Hitman è potenzialmente esplosivo e se si fossero scostati dall'immaginario videoludico probabilmente il film sarebbe stato più piacevole. La trama presenta qualche forzatura di troppo e inficia nel complesso il giudizio.
MEMORABILE: Dopo aver sfondato la finestra entra nella camera dove due ragazzi stanno giocando a HItman: autocitazione.
Hitman è un film che garantisce un buon intrattenimento. Sebbene sia pieno zeppo di similitudini con altri film del genere, ci si può divertire per la riuscita caratterizzazione del killer professionista. È pregevole anche la realizzazione e in alcuni momenti sembra proprio di essere in un videogame. Pasticciatella la trama che a volte si attorciglia su se stessa e alla fine delude un po'. Meglio di quanto pensassi.
Modesto action tratto da un celebre videogame. Regia di Xavier Gens piuttosto anonima, in contrapposizione ad una prova convincente di Timothy Olyphant. L'unica sequenza degna di essere ricordata è quella delle fuga di 47 dalla macchina degli agenti dell'interpol, davvero simpatica. Le restanti scene d'azione non colpiscono: nulla di particolarmente originale. La più riuscita risulta essere quella del combattimento con le spade nella stazione. Mi sarei aspettato di più dalla fotografia, anonima anch'essa. L'incipit, sulle note dell'Ave Maria, è da estasi.
La solita confezione ben allestita per il solito film modesto tratto da un videogioco di successo. La trama non è certo nuova e alcuni elementi sono proprio tirati per i capelli (non certo quelli del protagonista, che sulla testolina esibisce un codice a barre che nessuno pare notare). Non c'è niente di nuovo, ma in certi momenti la mistura di armi e tecnologia può attirare l'attenzione. Abbastanza buono il cast. Passabile, tenendo anche conto dei disastri a cui può portare la trasposizione di un videogame.
Gelido killer deve far fuori il presidente russo ma si ritrova al centro di un complotto. Nonostante gli "effetti speciali" di una buona fotografia e di belle immagini spettacolari, il film (ispirato all'omonimo videogame) si rivela minuto dopo minuto poca cosa. Una trama appena sufficiente e un'atmosfera discreta non riescono mai a catturare veramente l'attenzione: quando poi si scade nella pseudo-storia d'amore il castello di carte frana miseramente. Ridicolo quando la caccia al killer diventa caccia al pelato. Prescindibile.
Meno insulso di altri film tratti da videogiochi, di cui condivide i molti difetti e gli scarsi pregi. La confezione è discreta, il look degli assassini (testa rapata compresa) risulta elegante, anche se andarsene in giro con un codice a barre stampigliato sulla nuca non sembra il massimo della furbizia, il protagonista Timothy Olyphant è bellino a prescindere. La sceneggiatura invece fa acqua da tutte le parti ed anche le scene d'azione, al di là dell'esibizione tecnologica, non brillano per ritmo. Vedibile, ma si dimentica in fretta.
Si colloca esattamente a metà strada tra Dark Angel (in riferimento al passato del protagonista) e a Jason Bourne (per quanto riguarda la capacità di progettare nei dettagli ogni cosa); tutto questo a spese quindi dell'originalità. Tuttavia non è un film da buttare, anzi, Xavier Gens dimostra di saperci fare e le scene d'azione non sono niente male. Si poteva lavorare un po' di più sui personaggi (il passato e confuso e sfocato), ma alla fine rimane un film che si lascia vedere con un certo piacere.
MEMORABILE: Il protagonista che seda la donna mentre vuole fare sesso con lui.
Se si riesce a passar sopra l'idea che un killer fantasmatico e imprendibile vada in giro con la testa rasata e un codice a barre tatuato sulla nuca, allora la vicenda può riservare qualche momento interessante. Un film d'azione tratto da un videogioco con una sceneggiatura basica basica e un'interpretazione passabile. La tensione tra i due antagonisti può ricordare l'eterno duello tra Diabolik e Ginko. Purtroppo Timothy Olyphant non ha carisma, ma la Kurylenko in compenso è molto carina.
Ispirato a un videogioco il film, nonostante una confenzione discretamente curata, presenta però un concept quasi da B-movie, sia per la banalità della sceneggiatura che per alcune scene ai limiti della fisica. Senza contare la presenza di un cast, sulla carta e nei fatti, piuttosto scarso. Come se non bastasse, nella versione italiana ci si mette pure il doppiaggio a fare danni. Lo consiglio ai malati di adrenalina e agli amanti videoludici degli sparatutto in prima persona. Olyphant meriterebbe qualcosina in più, viste le potenzialità.
All’inizio della vicenda, quando sembra che l’assassino voglia uccidere entrambe gli obiettivi, si pensa e si spera che il film possa riservare sorprese. Poi la pellicola si fa scontata, nel suo svolgimento. Poca originalità, persino con un chiaro richiamo al primo X-men (l’armatura nel corpo). Buoni gli effetti speciali, notevoli gli inseguimenti.
Quasi sempre spernacchiato per via della sua provenienza videoludica, l'action di Gens lascia trasparire un certo gusto e azzecca più di una sequenza a chi gli concede una possibilità. Niente per cui togliersi il cappello per carità, ma l'Agente 47 è un character non banale e meno striminzito rispetto a molti colleghi più blasonati. Azione a profusione e un'insolita eleganza per un prodotto del genere regalano novanta minuti di divertimento brainless condito dalla bellezza mozzafiato della Kurylenko.
Il videogioco è una cosa, il film è qualcos'altro e l'accostamento non è dei migliori. Se le parti action sono costruite in maniera convincente, ci sono due elementi che guastano (e non poco) il risultato complessivo: la variante sentimentale, della quale si poteva fare a meno e... Timothy Olyphant, al quale, se non il "physique du rôle", manca perlomeno "le visage" per essere un buon 47. Non ho trovato in lui, pur nell'impegno profuso, quel carisma particolare per il ruolo e, in particolare, per l'assassino perfetto. Riuscito a metà.
Il videogioco si presta bene alla trasposizione su pellicola, trattando di un assassino invischiato in commissioni in giro per il mondo che vedono coinvolti politici o uomini benestanti. Aspetti che vengono mantenuti nel film con l’aggiunta di una buona dose di azione, indispensabile per la sua riuscita. Sorprendente la somiglianza di Olyphant con il suo alter ego (in particolare è verosimigliante la camminata vista da dietro). Non peggiore di molti altri consimili, spesso più blasonati e in grado di regalare un’ora e mezza di intrattenimento.
Tra i film ricavati da videogames si è senz'altro visto di peggio; il cast è discreto (Olyphant è bravo, ma il physique du rôle non ce l'ha del tutto), le scene d'azione alla Besson non mancano e tutto si segue senza problemi. Nella media, senza infamia e senza lode; si poteva magari fare di più, caratterizzare meglio situazioni e personaggi, ma lo "sporco" lavoro di intrattenimento sicuramente c'è.
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