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TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/10/20 DAL BENEMERITO ANTHONYVM
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Kinodrop 15/11/20 19:33 - 2922 commenti

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Per una coppia di sudanesi, l'orrore che si è lasciata alle spalle e il trauma di un gesto nefasto si ripresenteranno nella squallida casa loro assegnata nell'estrema periferia londinese. Le oscure presenze insinuatesi tra i muri e gli anfratti saranno la voce di ancestrali credenze e di figure giustiziere trasmigrate insieme ad un'intera cultura. Non certamente ordinario e ricco di inventiva sia sul piano contenutistico che formale (straordinaria la cura fotografica e impressionante il sound design), non si fa prendere dai lacci del citazionismo e dai limiti del genere haunted.
MEMORABILE: La fuga dalla guerra e la tragica traversata; Faccia a faccia con gli incubi del passato; Un angolo di cucina fluttuante nel mare; Buchi e voragini.

Daniela 3/11/20 21:49 - 12625 commenti

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Ad una coppia di profughi sudanesi viene assegnata un'abitazione in un anonimo quartiere periferico in attesa che sia presa in esame la loro richiesta di asilo... In apparenza può sembrare l'ennesima variante della "casa maledetta" ma qui l'orrore soprannaturale che si insinua tra gli interstizi delle pareti non è intrinseco ma affonda le proprie radici nell'orrore reale vissuto dai protagonisti, il cui ricordo è reso ancora più pesante da una colpa che non può essere rimossa ma solo "accolta". Film dal taglio originale, promettente esordio nel lungometraggio per il regista. 

Anthonyvm 30/10/20 15:21 - 5640 commenti

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Horror sociologico inglese con una coppia di profughi tormentata dal fantasma della figlia morta in mare. Le ovvie riflessioni sui problemi di integrazione e sul contrasto culturale (esemplare la scena in cui Bol brucia tutti gli oggetti legati al paese d'origine perché "maledetti") non prendono il sopravvento sul dramma privato dei protagonisti (buono in tal senso il plot twist), evitando la facile retorica politica. Ottima la prima parte, fra spaesanti peregrinazioni e criptici buchi "parlanti" nel muro à la Deep dark; troppe le apparizioni spettrali nella seconda. Comunque buono.
MEMORABILE: La maschera; La sala da pranzo che galleggia in mare come un relitto; Le pareti distrutte; Il colpo di scena; Javier Botet nei panni dello stregone.

Taxius 9/11/20 23:39 - 1656 commenti

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A una coppia di profughi in fuga dalla guerra viene assegnata una casa nelle malfamate periferie londinesi; purtroppo per loro una maledizione li ha seguiti fin li. Film dalla trama originale che mescola sano horror alla delicata situazione dell'immigrazione. Siamo nell'ambito delle case infestate, ma il regista riesce a creare un qualcosa di nuovo senza scivolare nel banale già visto. Al tutto bisogna aggiungere anche la bellissima fotografia. Promosso.

Fromell 18/11/20 09:58 - 77 commenti

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Il film racconta la storia di due emigrati sudanesi che cercano fortuna in Gran Bretagna ma la casa che gli offrono gli assistenti sociali non è proprio il posto adatto in cui costruirsi una vita. L’horror entra in campo a poco a poco, gli spaventi sono dosati molto bene ma è un orrore interiore, generazionale, legato a usi e culture africane e in fin dei conti solo un pretesto per raccontare un orrore sociale, il dramma dei clandestini.

Il ferrini 16/11/20 15:34 - 2345 commenti

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Di questi tempi - nefasti per il cinema - His House rischia pure di sembrare un'opera originale e sorprendente, ma non è nessuna delle sue cose (basti pensare a Jordan Peele), tuttavia si lascia guardare e in qualche sporadica occasione perfino a colpire. Bella la scena in cui lei critica le posate perché corrompono i sapori col loro gusto metallico. Decisamente più interessante la prima parte della seconda, perché fondamentalmente funziona più come dramma che come horror. La coppia protagonista funziona, buoni gli effetti visivi.

Jdelarge 19/11/20 20:39 - 1000 commenti

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Un buon horror che riesce a integrare in maniera piuttosto convincente il terrore con la tematica sociale. Il cast contribuisce alla riuscita del film, ma sembra che manchi, nel complesso, un elemento particolare in grado di dare maggiore spessore al risultato finale. Le scene che hanno il compito di spaventare, tuttavia, raggiungono l'obiettivo senza essere banali.

Hackett 30/11/20 15:53 - 1865 commenti

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Tra il classico horror di case infestate e il bruciante dramma sulla realtà contemporanea dei popoli africani costretti all'espatrio. La pellicola resta nel mezzo con un equilibrio perfetto riuscendo a creare tensione mantenendo un cospicuo impegno sociale. Forse in certi momenti gli amanti dell'horror si aspetteranno qualcosa di più, ma proprio per questo si può parlare di un film originale che non ha paura di prendere la sua strada, tra terrore, superstizione e senso di colpa.

Lupus73 7/12/20 11:54 - 1487 commenti

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Una coppia di immigrati in Inghilterra nella casa assegnata loro infestata da presenze. Difficile definirlo horror, anche se gli elementi sovrannaturali sono ben visibili, visto il taglio visionario e simbolico (non sempre lineare) che la regia sceglie; lo spinoso problema dell'integrazione, non tanto razziale ma culturale (i ragazzi di colore inglesi che sfottono l'immigrata africana) è evidente nella moglie che non vuole restare e che porta con sé tradizioni, credenze e fantasmi, gli stessi che tormentano il marito che vuole a tutti i costi la nuova vita. Non per tutti i palati.

Gestarsh99 22/01/21 16:27 - 1395 commenti

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Vengono fuori dalle crostute pareti. "Alieni" in terra straniera: affogano e si depositano sul fondo delle coscienze col favore delle tenebre. Sono i fantasmi murati della colpa e della disperazione, i corpi insepolti dei capri espiatori, gli echi mortali d'un passato avvinghiato con gli artigli al presente. La tragedia dei profughi del mare e l'esperienza da incubo dei barconi della speranza metabolizzate nel mondo horror delle ombre, fra i tramezzi sgretolati e bisbiglianti delle case infestate. "Allegorume" non freschissimo ma comunque funzionale all'obiettivo doloroso inquadrato.
MEMORABILE: Il carissimo "biglietto umano" cinicamente sacrificato per l'ultima fuga in autobus...

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Rufus68 10/01/22 11:59 - 3825 commenti

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Poco entusiasmante, ma non banale questo piccolo horror psicologico sulla colpa e l’espiazione. Insoliti i protagonisti migranti, buona la prima parte che gioca sull’elusività e l’accenno; meno la seconda che, dopo la rivelazione, punta troppo sugli effetti di grana grossa. Debole il finale, sin troppo consolatorio, che nega la progressione drammatica dapprima svolta. Superficiale, invece, la descrizione dello spaesamento in terra occidentale benché vi si individuino sfumature, per una volta, politicamente scorrette.

Cotola 19/07/21 22:25 - 9009 commenti

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I fantasmi della (cattiva) coscienza sono alla base di questo horror politico che ha il merito di allontanarsi dei soliti sentieri del genere, ma che soprattutto ha il coraggio di sferzare a destra ed a manca non solo il brutto, sporco e cattivo Occidente. L'idea principale è vincente ma è solitaria e non corroborata da altre che la rinvigoriscano. La prima parte, più allusiva, si fa preferire alla seconda che è invece più sfacciatamente orrorifica. Buona la forma, con una fotografia dai colori pesanti e dai toni cupi. Peccato per il finale convenzionale e assolutorio. 

Schramm 31/05/22 16:56 - 3490 commenti

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L'ape Thito vien migrando, impollinando fior di tardive metafore gentrificative interrazziali geopolitiche, al netto e al nettare delle quali la contundenza mitopoietica non emerge da sotto il livello di guardia. La diarchia straniero-fantasma che bignamizza tutto quanto già virgolettato sulla monomica equivalenza infestazione-immigrazione da Wes a Luna, da maggiore alimento al disagio (comunque pulviscolare e fluttuante poco sopra i minimi dovuti) quando si adagia sulla retroazione aptica. Il rimasticaticcio resto rischia di adagiarsi in quell'alveo dove non si è carne né pesce.

Enzus79 11/09/22 23:06 - 2874 commenti

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Una coppia scappata dal Sudan si porta dietro una maledizione che infesta la loro nuova casa. L'idea di partenza non è male, anzi, associare un dramma contemporaneo all'horror è molto apprezzabile. Purtroppo manca di quei ritmi cosiddetti alti che in storie del genere è il minimo che si chiede. Bravi gli interpreti. Buono l'esordio alla regia di Remi Weekes.

Giùan 12/03/23 09:24 - 4539 commenti

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Bello il titolo composto per paronomasia (fortunatamente sfuggito alle traduzioni nostrane). E' indubitabile poi che la declinazione in horror sociologico (un classico del cinema inglese) dello scottante tema profughi abbia una sua sostanza politica oltreché una propria valenza cinematografica, per quanto non di prima mano. Il problema qui è maneggiare con maggiore libertà ideologica ed equilibrio filmico gli elementi intrinsecamente ambigui (sensi di colpa, rifiuto, integrazione) senza sciogliergli ma senza neanche esasperarli rendendoli incongruenti. Convincenti i due protagonisti.
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  • Discussione Gestarsh99 • 23/01/21 19:38
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Non ricordo dove lessi la cosa, ma in rete qualche fine buontempone definì il film "il sequel horror di Tolo Tolo"...

    Potenza della suggestione: mentre riguardavo il film, avevo dei flash dal film di Zalone, segno che quell'accostamento apparentemente ironico un fondo di verità amara e dolorosa ce l'aveva.

    A parte certe allegorie immediate e già abbondantemente sfruttate altrove, il film ha una sua potenza evocativa innegabile. A me è piaciuto.