Grimm love - Film (2006)

Grimm love

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/05/11 DAL BENEMERITO GESTARSH99
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Gestarsh99 17/05/11 22:41 - 1395 commenti

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Ardito tentativo di rintracciare le radici di una storia di cronaca dai contorni agghiaccianti e dal contenuto innominabile, attraverso l'orrore sensorio di una perlustrazione onirica ed iperrealistica al tempo stesso. L'occhio della camera, al pari della mente di colei che indaga, s'immerge nelle proiezioni di due passati esistenziali esattamente speculari, ambedue lacerati da umilianti ferite adolescenziali ed oppressive carenze materne, metastatizzate nel desiderio inappagabile di una consumazione estrema, mostruosa, ancestralmente lombrosiana. Pur se irrisolto, un film da vedere.
MEMORABILE: Il pallido amico immaginario del complessato Oliver Hartwin (il futuro cannibale).

Greymouser 15/06/11 12:28 - 1458 commenti

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Faccio fatica a comprendere il senso di questa operazione, che naviga a metà strada fra mockumentary e fiction vera e propria, non decidendosi mai se imboccare la via del prodotto-shock o quella della fredda cronaca. Il ruolo della ricercatrice, in tutte le sue dinamiche, è perfettamente inutile nell'economia narrativa, e le figure e il vissuto dei due maniaci complementari sono troppo accomodanti, suggerendo alla fine un valore catartico del folle gesto che è molto opinabile. Tanto scandalo (in Germania) per nulla.

Schramm 25/05/16 13:03 - 3490 commenti

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Di contro alla scelleratezza mattatoriale abbracciata e restituita da Dora, Weisz ri-biopicizza il cannibale di Rotenburg sotto la spessa ma incrinata lente dei meati della psiche, processata ab imis come se la mdp fosse un microscopio del cerebro. Se la storia in sé può anche lasciare tutto il tempo che nemmeno trova, è salvo e spesse volte mesmerizzante il modo, che abbraccia l’anamnesi regressiva a colpi di super 8 sublimemente seppiati. La forma cannibalizza –per stare in tema- il contenuto al punto che non si ha bisogno di sferrare il maglio dell’estremo, che sta già tutto nel concept.

Anthonyvm 17/10/21 15:36 - 5615 commenti

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Un carnefice con pulsioni antropofaghe e una vittima consenziente bramosa di farsi mangiare: il caso è noto e Weisz, anziché puntare alla faciloneria exploitativa, propone un'analisi più profonda, addirittura scolastica, indugiando sui retroscena personali dei due protagonisti e cercando di portare alla luce la complessa rete di traumi e bisogni repressi all'origine del loro incontro. Peccato che la forma adottata (specie durante i flashback infantili) somigli a certi biopic paratelevisivi dell'epoca. Superflua la cornice filo-moralistica della studentessa combattuta dalla morbosità.
MEMORABILE: Gli amici immaginari dell'Oliver bambino; I ripensamenti; L'evirazione fuori campo; Il nastro contenente il video dell'omicidio e della macellazione.

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  • Curiosità Gestarsh99 • 19/05/11 15:17
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Il film di Martin Weisz è una trasposizione cinematografica abbastanza fedele della scioccante vicenda tedesca di cronaca nera di cui si rese protagonista Armin Meiwes, più noto dal giorno di quell'evento come "il cannibale di Rotenburg".

    Meiwes, nel Marzo del 2001, pubblicò un annuncio su Internet domandando in tutta serenità se ci fosse qualcuno disposto a farsi mangiare da lui (il testo esatto riportava: "Cerco ragazzo tra i 18 e i 30 anni di bell'aspetto disposto a farsi macellare")

    Allo sciagurato annuncio rispose già da subito il primo (ed ultimo) volontario: Bernd-Juergen Brandes.
    Ingegnere berlinese di 43 anni, omosessuale, coprofago, prostituto, psicolabile ed auto-lesionista/sadomasochista.

    L'orrendo crimine si consumò la notte fra il 9 ed il 10 Marzo 2001, nella soffitta già predisposta di una villa abbandonata di Rotenburg, di proprietà dello stesso carnefice.
    Dopo aver somministrato alla sua vittima una massiccia dose di tranquillanti ed alcoolici, Meiwes gli mozzò con un colpo di coltello il pene eretto, mangiandoselo poi in sua compagnia dopo averlo fatto saltare alla fiamma con aglio ed olio (!!!)
    In seguito, messo il mutilato a dissanguare per ore in una vasca da bagno, lo sezionò e ne congelò le carni, riservandosi il piacere di mangiarle a propria discrezione.

    L'omicidio non sarebbe mai stato scoperto se Meiwes non avesse pubblicato un nuovo annuncio su internet con l'intenzione di procurarsi altra carne umana.

    Meiwes è stato condannato in primo grado di giudizio ad otto anni di carcere, in virtù di un capo di accusa di omicidio preterintenzionale, mentre non gli è stata riconosciuta l'infermità mentale.
    Il processo di appello si è concluso con una condanna all'ergastolo in virtù del mutamento del capo d'accusa in omicidio volontario.
    (FONTI: Wikipedia e varie)

    * A questo sconcertante crimine e ai suoi due protagonisti, lo psichiatra e criminologo Massimo Picozzi ha dedicato una interessante puntata della sua serie tv La linea d'ombra (programma d'inchiesta scientifica dedicato alla trattazione dei delitti più efferati del XX secolo).
  • Discussione Gestarsh99 • 19/05/11 16:44
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Volevo chiedere a Zender se era possibile inserire nelle note della scheda che la pellicola è tratta da una vicenda di cronaca nera realmente accaduta in Germania nel 2001: il caso del cosiddetto "cannibale di Rotenburg".
  • Discussione Zender • 19/05/11 17:39
    Capo scrivano - 47698 interventi
    In questi casi hai diritto di pretendere e non di chiedere :) Fatto.
  • Discussione Gestarsh99 • 20/05/11 00:49
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Grazie, Zender!

    Tornando al film, senza entrare troppo nel merito del contenuto e della forma, posso solo dire che chi ha apprezzato il biopic Dahmer (di David Jacobson-2002) non potrà che gradire anche quest'altra opera parimenti interessante e rigorosa, caratterizzata anche da prove attoriali sobrie ed incisive al tempo stesso.