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TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/03/14 DAL BENEMERITO SCHRAMM
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Allontanate dallo schermo infanti, anziani deboli di cuore e donne incinte: anche la Russia nel proprio piccolo ci sciocca e vuole l'ultima prepotente parola sul cinema estremo. Tono e grana vogeliani di un catch recording durante la guerra cecena, il pornture kammerspiel è servito: shit-feast à la GG Allin, budella eviscerate un tanto a fotogramma, barbari omostupri e un'isteria di fondo talmente marcata che il sospetto di un sarcasmo femminista dell'autrice nei confronti dell'homo bellicus si fa vieppiù fondato. Ma a noi? Scansabile puzzonata di inutilità pressoché assoluta.
Bisogna conoscere gli schemi culturali dominanti nel discorso egemone granderusso per afferrare l'enormità dell'onta di un manifesto filmico che defeca sull'esercito salvatore della patria, mette in discussione eterosessualità e sanità mentale dei suoi membri, spara un cazzottone in faccia alla perestrojka gorbaceviana e demolisce ogni profondità poetica della lingua russa. Mal girato e mal montato, sudicio e sgradevole nell'anima, isterico e iperreaalistico anche negli sberleffi citazionistici. Certo gratuito, ma arditamente provocatorio.
MEMORABILE: Citazione sui generis del flauto di vertebre majakovskijano nello schizofrenico finale gore.
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- dove l'hai trovato?
- si trova facilmente per le solite vie. è anche su yt. sono comunque 90' buttati al cesso. la solita shock value tanto per, senza una lamina di spessore, senza costrutto, senza un milligrammo di discorso teorico.
- Interessante ma, giuro, non ne avevo mai sentito parlare
- non ti saresti perso niente, è proprio una schifezzuola da nulla. a meno che, non so, tu non straveda per il primo vogel...
- Schramm ebbe a dire:
non ti saresti perso niente, è proprio una schifezzuola da nulla. a meno che, non so, tu non straveda per il primo vogel...
Primo e ultimo Vogel, visto che non fa film da 4 anni...
Cmq no, non stravedo - Schramm, comprendo la prospettiva che ti ha portato a monopallinare all'epoca, ma ti garantisco che (come ho cercato di motivare nel commento) una volta che si conoscano anche sommariamente i leit motiv del discorso culturale dominante russo ci si accorge di quanti tabù innominabili e intrattabili vengano polverizzati in un solo atto performativo. Certo è eccessivo, sicuramente gratuito e fin troppo isterico, ma con un Vogel non condivide altro se non il medium formale.
