Gran Torino - Film (2008)

Gran Torino

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ritratto di un vecchio indurito dagli anni e dalla guerra, che pare incapace di coltivare qualsiasi rapporto umano e ogni sentimento diverso dall’odio (cagionato da un egoismo straripante pronto ad esplodere con chi si comporta in modo differente dal suo). Alla morte dell’amata moglie gli resta solo Daisie, il cane. Trascorrerà le giornate sulla veranda della villetta in cui abita, disprezzando i vicini hmong (etnia asiatica di cui fatica ovviamente a comprendere i comportamenti), bevendo birra e lustrando di tanto in tanto la sua splendida Gran Torino, che contribuì a costruire quando lavorava in Ford (“ero in catena di montaggio”). Deluso dai figli, dai nipoti, gli capiterà di aiutare involontariamente...Leggi tutto Tao, il ragazzino dei vicini oppresso dai teppisti del quartiere. E la sua vita cambierà, facendogli trovare finalmente uno scopo. Si affezionerà progressivamente al giovane, lo istruirà, gli aprirà infine il cuore. Clint Eastwood, al suo ultimo film da attore (così ha affermato egli stesso) ma non da regista (viste le lodi che ottiene ad ogni uscita) prosegue nel girare come ha ormai imparato, seguendo uno stile essenziale che colpisce per intensità e cura nel disegno dei personaggi. In questo caso il centro di tutto è Walt Kovalski: il film gira intorno a lui, l’attenzione non si sposta praticamente mai dal suo volto di pietra, dalle sue abitudini; Kovalski non esita a puntare pistole e fucili in faccia a chi non gli piace, gioca a fare il duro a dispetto di un’età ormai non più verde e replica da reduce incattivito a chi lo chiama “nonnetto”. E’ insomma l’Eastwood che abbiamo imparato a conoscere nei western di Leone e in Callaghan, solo con qualche anno di più e al quale si è aggiunto l’odio nei confronti del mondo intero che traspariva nelle parole di Gunny Highway (il personaggio a cui più si avvicina questo Kovalski). La storia conta poco, si sviluppa soprattutto in funzione di un finale che spiazza e colpisce (per quanto molto meno credibile e realizzabile di quanto appaia, dal momento che la sua efficacia nella realtà sarebbe tutta da verificare), perché nell’economia del risultato è ampiamente più importante il ritratto di Kovalski e i suoi rapporti col mondo che lo circonda, in alcuni casi esilarante (come quando ha a che fare col barbiere italiano: valanghe di amichevoli ma pesanti insulti). Di tanto in tanto si avverte una certa stanchezza narrativa, forse in alcune fasi sarebbe stato più opportuno sintetizzare le scene (il pranzo dai vicini) o inventare qualche snodo narrativo in grado di deviare dal già visto e dal prevedibile, ma anche così GRAN TORINO mantiene un’encomiabile rigore che si riflette nella placida, semplice ma affascinante canzone che Eastwood ha scritto per i titoli di coda.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/03/09 DAL BENEMERITO G.GODARDI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 21/03/09
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G.Godardi 13/03/09 22:52 - 950 commenti

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Stilisticamente e strutturalmente analogo a Million dollar baby, cioè un film di genere in cui improvvisamente nel finale viene disatteso il colpo di scena. Un film sulla vecchiaia e sulla gioventù, sulla convivenza e sulla violenza, anche familiare. A tratti sembra una versione di Karate Kid adulta e al contrario. Eastwood sembra invece molto simile a Gunny Highway... in pensione! Regia secca ed essenziale per un film avvincente in cui si coniugano con sapente equilibrio dramma e commedia. Qualche simbologia religiosa nell'ultima parte. Da vedere.
MEMORABILE: Quasi tutte le battute ciniche e sarcastiche pronunciate dal protagonista, che paiono rimandare a Callahan e a Gunny.

Deepred89 27/03/09 19:42 - 3701 commenti

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Eastwood colpisce ancora nel segno con un film apparentemente meno ambizioso rispetto alle ultime pellicole girate e leggermente meno raffinato tecnicamente, ma comunque gratificante e pieno di ottimi spunti. Si parla di un vecchio segnato della guerra, di un giovane incapace di integrarsi, di delinquenza giovanile e di pregiudizi razziali, ma i toni sono insolitamente sobri ed ironici, anche se non mancano alcuni momenti di notevole intensità. Maestosa l'interpretazione di Eastwood, non sempre all'altezza quella del ragazzo. Notevolissimo.

Harrys 13/03/09 23:37 - 687 commenti

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Un'ottima fotografia della società americana, soprattutto quella delle "zone calde", dove la delinquenza giovanile dilaga. Il tutto visto con un occhio "particolare", quello di un vecchio che sa "realmente" cosa sia la vita e la morte. Finale per nulla scontato, che ha lasciato di sasso l'intera sala, gli spettatori (tutti!) sono rimasti inchiodati alle poltrone "sorbendosi" buona parte dei titoli di coda, con quella bellissima canzone... Vai Clint, spero di poter udire ancora per molto i tuoi inconfondibili grugniti!

Galbo 15/03/09 07:33 - 12372 commenti

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Per quella che ha affermato potrebbe essere l'ultima interpretazione della sua carriera, Clint Eastwood si è riservato un ruolo difficile che interpreta in modo splendido, in uno dei suoi film migliori. Il regista ed attore ci regala un realistico spaccato della società americana, multietnica ma ricca di tensioni e contrasti, raccontando anche una bella storia di redenzione e riscatto che culmina in un finale ricco di pathos. Da non perdere.

Matalo! 15/03/09 11:18 - 1378 commenti

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Un film orientale non solo per la presenza di coreani ma per l'essenzialità e la domesticità. Ma anche un modo pr tirare le somme per il grande Clint; con se stesso e col mondo che è cambiato. Quindi non un Callaghan in pensione ma un americano che si confronta con le nuove etnie, dimenticando di essere un immigrato anch'esso. Film sobrio e intensissimo per contrasto, girato tra 4 mura e due vicoli. Un film da far vedere alle ronde se mi ci arrivassero a capirlo. È una donna intelligente a far aprire gli occhi al protagonista. Clint dice battute da Oscar.
MEMORABILE: Kovalski apprezza il cibo coreano; i duetti col barbiere; il prefinale e il finale (sarto compreso); Clint che canta meglio di Tom Waits.

Manrico 15/03/09 22:56 - 95 commenti

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Della raggiunta "classicità" di Eastwood si è detto già molto. "Gran Torino" non aggiunge particolari novità, ma conferma come questa "classicità" si muova lungo le coordinate epica<->etica che trovano nella tragica semplicità delle storie una struggente tessitura narrativa da svolgere con i ritmi della necessità. Qualche lieve leziosità nel finale, ma un film solido e emozionante, con il suo doloroso rinnovarsi di violenza e di umanità che tentano disperatamente di comprendersi. Classic blend!
MEMORABILE: Le "lezioni" di virilità verbale che Walt (Eastwood) e il barbiere italoamericano impartiscono al ragazzino hmong.

Herrkinski 19/03/09 16:32 - 8052 commenti

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Ennesimo capolavoro di Eastwood. Stavolta si parla di violenza urbana, razzismo, ma anche di redenzione, saggezza, del rapporto gioventù/vecchiaia. Clint, se davvero fosse la sua ultima apparizione da attore, chiude in maniera sublime; il suo personaggio regala battute da duro storiche, che rimandano ai tempi di Gunny o Callaghan, ma dà una profondità al suo personaggio che si è vista solo nei suoi film più recenti. L'inaspettato finale dimostra che l'età porta a vedere le cose da una prospettiva differente e rifugge le logiche commerciali.
MEMORABILE: Clint: "Avete mai fatto caso che ogni tanto si incrocia qualcuno che non va fatto incazzare?" (sputa) "Quello sono io".

Puppigallo 21/03/09 00:48 - 5250 commenti

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Immaginate di essere cinesi e di andare ad abitare vicino a un individuo nato dalla fusione di Callaghan e Gunny, invecchiato, inacidito, non razzista, ma che, semplicemente, non sopporta nessuno, figli e nipoti compresi. Qualcosa però cambierà e la sua vita prenderà una piega inaspettata. Bravo Clint attore, ma anche a dirigere questo dramma, piuttosto lineare, dove tutti danno il loro contributo (il barbiere italiano). Il tema viene trattato con onestà, condita con la giusta dose di ironia e sarcasmo. La soluzione per incastrare tutta la gang è un po' azzardata (ma erano dei fessi). Da vedere.
MEMORABILE: Clint chiama Tardo, invece di Tao, il ragazzino che aveva tentato di rubargli l'auto; e come primo lavoro gli fa contare gli uccelli su un albero.

Stubby 21/03/09 14:23 - 1147 commenti

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Se poi sarà davvero il canto del cigno di Clint come attore non lo so, ma comunque lo vedrei benissimo. Personalmente Gran Torino, nella sua struttura narrativa molto semplice, mi ha coinvolto e mi ha fatto passare due ore velocissime. Clint ripropone attraverso Kowalsky alcuni suoi vecchi personaggi. Ottimo.
MEMORABILE: Ci sono più situazioni divertenti.

Capannelle 23/03/09 12:22 - 4394 commenti

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Kowalski, il personaggio burbero e che ama farsi i fatti suoi è un classico di Eastwood. E anche qui non delude pur se a mio giudizio prende troppo la scena. Rifugge ogni eroismo e concede il meglio di sé stesso nei rapporti umani: quelli inesistenti con la propria genia e quelli inaspettati con la variegata comunità hmong. Pennellate sapienti di sarcasmo sulle differenze di costume e sulla modernità, senza mai cadere nel sermone intellettuale.
MEMORABILE: "...ti lasciò la mia Gran Torino del 1972 a condizione che tu non gli metta mai quegli alettoni posteriori da frocetti".

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Lattepiù 23/03/09 13:51 - 208 commenti

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Film di cristallina limpidezza e di lineare classicità, ma al contempo incredibilmente profondo e stratificato. Clint parla della necessità (oggi più che mai) di aprirsi agli altri, del bisogno di rimettersi continuamente in discussione, riconsiderando le convinzioni di una vita, se necessario. O più probabilmente Clint racconta semplicemente una storia, come solo lui sa fare e tutto il resto viene da sé. Dopo il bellissimo Changeling un altro grande film. Quello di Eastwood, oggi, è il più bel cinema del mondo.

Venticello 23/03/09 15:25 - 63 commenti

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Splendido testamento cinematografico di uno dei migliori registi che Hollywood possa al momento fornire. Un personaggio che è un po' la summa di tutti quelli interpretati da Clint sino ad oggi ed una sceneggiatura che si snoda senza intoppi e senza pesantezze sino al commovente finale. Un America depressa e razzista ma anche con qualche barlume di speranza, la vecchiaia, la vita e la morte, tanta la carne al fuoco, non aspettatevi risposte, ma impegnatevi per trovarne. Meraviglioso!

Tarabas 24/03/09 19:36 - 1878 commenti

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Il giuramento sulla bandiera per diventare americano. La bandiera del film è una vecchia Ford. Born in the USA come il protagonista, vecchio soldato che si sente ancora in guerra, causando un'orribile vendetta a cui mette riparo senza violenza, perché i tempi di Callahan sono finiti. Alla fine, il più americano è il cinese Thao, il nipote voluto e non avuto, perché "all men are created equal" e questa verità é "self evident". Il film più patriottico di Clint. Il finale è ingenuo? Forse. Ma andateci voi a dirlo, al vecchio Walt.
MEMORABILE: Il salvataggio di Su e la conversazione tornando a casa.

Mascherato 24/03/09 17:28 - 583 commenti

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Kowalski ha perso il "tram" della vita ed il suo unico "desiderio" è quello di bere birra sotto il suo patio, un occhio alla strada ed uno alla Gran Torino che lui stesso ha costruito alla catena di montaggio. Quella che Chaplin sbeffeggiò in Tempi moderni. E come quest'ultimo fu per il suo autore il film del commiato da Charlot, Gran Torino è l'opera con cui Eastwood si congeda da Callaghan. Perché questo non è più tempo per Dirty Harry. Eastwood ormai è il monumento di sé stesso, ma anche del cinema e della storia americana recente.

Rebis 3/04/09 20:52 - 2331 commenti

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Se i personaggi e le situazioni "tipo" che Eastwood manipola - e che conferiscono quello specifico clima old style al suo cinema - qui ci appaiono smaccate e in sospetto di schematismo, è perché le tematiche portanti sono definite e molto circostanziate (xenofobia e comunità multietniche). La sceneggiatura resta comunque un grande esempio di compattezza ed equilibrio fra le parti. Il sacrificio, ancora, riconsegna un ordine morale al caos babelico: ma alla sua ultima prova come attore Eastwood è più indulgente e sconta compromessi meno lancinanti, lasciando spazio ad una riconciliante ironia.

Redeyes 5/04/09 12:06 - 2442 commenti

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Clint penso possa essere, senza dubbio alcuno, annoverato nell'Olimpo dei registi. Gran Torino, oltre ad una bellissima auto, è un delicatissimo e strepitoso film. È palpabile e tristemente attuale il clima d'odio che per lo più impregna la pellicola, ma un rancore figlio dell'ignoranza. Eastwood è un burbero, chiuso, vecchio, rimasto vedovo che non vede niente di giusto negli altri e sputa sentenze in continuazione. Il messaggio più bello della pellicola non è tanto nel suo addolcimento quanto nella condanna alla violenza. Finale struggente.

Soga 9/04/09 00:27 - 125 commenti

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È un americano tutto d'un pezzo, Walt Kovalski. Reduce di guerra, individualista dalla tempra d'acciaio e pronto a difendere fino alla morte la sua sacra proprietà, la villetta con il prato e la macchina, Ford Gran Torino del '72. Pezzo di storia in un mondo che cambia; l'incontro-scontro con gli immigrati hmong del suo quartiere lo porterà ad una radicale messa in discussione della sua vita che Eastwood ha raccontato (e recitato) con abilità e senso della misura, realizzando un'opera imponente ed efficace, lineare ma mai a rischio di banalità.
MEMORABILE: Ogni frase di Walt Kovalski.

Cif 12/04/09 23:25 - 272 commenti

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Clint è e resta ai vertici. Con i suoi occhi di ghiaccio, le sue rughe profonde come il gran canyon, ci racconta la terza età della generazione di Callaghan. Ancor più scorbutico (se possibile), con la pistola facile (anzi il fucile), stupito (ma non razzista) dinanzi ai nuovi immigrati (orientali) contrapposti ai vecchi immigrati (messicani ecc.) che ormai si comportano da padroni. Bella storia, vista attraverso gli occhi (le fessure) di chi non è interessato alla modernità, ma va avanti per la sua strada con le sue regole, con umanità. 4 pallini.
MEMORABILE: Clint Eastwood. Che costruisce (in vita) un tributo a se stesso.

Cotola 13/04/09 13:08 - 8998 commenti

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Ennesima perla regalataci dal grande Clint che ancora una volta sa mettere in scena una storia che emoziona ed in cui è capace di riflettere sui rapporti umani, non solo interazziali, in maniera sentita e non banale come dimostrato dallo straordinario e spiazzante, per certi versi, finale. La conferma, se ce ne fosse stato ancora bisogno, che Eastwood oltre ad essere un regista "classico", è entrarto ormai a far parte dell'olimpo dei, pochi, grandi. E stavolta è eccezionale anche la sua ultima (purtroppo) "ringhiante" interpretazione.

Supercruel 14/04/09 04:24 - 498 commenti

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Ennessima prova di spessore per Clint Eastwood, questa volta alle prese con una quotidianità difficile e socialmente complicata. Il tema dell'integrazione si fonde con il rapporto tra le generazioni e lo sguardo maturo, disincantato ma non privo d'amore dell'autore colpisce forte cuore e stomato. Impossibile non commuoversi, incazzarsi, ridere, "vivere" con i personaggi. Clint regala battute da duro imperdibili ma non lesina nemmeno scene toccanti, piccoli squarci di umanità in una situazione desolante. Bellissimo.
MEMORABILE: I dialoghi dal barbiere; Walt decide di prestare la macchina a Tardo; Walt alla festa dei coreani; Il finale inaspettato e bellissimo.

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B. Legnani 10/05/09 16:18 - 5519 commenti

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Che il personaggio del protagonista sia ritagliato su Eastwood (che quando cade lo fa come lo fece Reitano!) non toglie il fatto che egli lo sappia gestire in modo magistrale. Il suo Kowalski si rende conto di giorno in giorno che non è un paese per vecchi, per di più americani di un'altra epoca: ciononostante resiste nella sua Fort Alamo, con tanto di bandiera, e dà vita ad una vicenda metropolitana in cui non è difficile trovare spunti che richiamano pure il western. L'avvicinamento agli orientali è svolto in modo un po' rozzo ma è, a ben vedere, il mondo di oggi che è sempre più rozzo.
MEMORABILE: La predica conclusiva e il primo dialogo col barbiere.

Barbapapà 19/05/09 16:48 - 33 commenti

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Patetico; nonostante mantenga la sua scorza dura, Eastwood cerca di intrappolare lo spettatore in troppi ricatti emotivi; privandoci della baldanza dei suoi film migliori, come Gunny o Filo da torcere. Encomiabile il tentativo di esprimere un pensiero personale sulla multirazzialità ma la sua riflessione soffre i limiti di uno schematismo narrativo già visto. Che dietro ci sia un effetto "Obamizzante"? Anche se non esiste un Eastwood razzista naturalmente. Solo che qui è troppo pacificato, con umori da commedia a lui non congeniali.

Xamini 6/06/09 23:15 - 1244 commenti

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Non fosse per qualche particolare (che lascio allo spettatore), il doppio lavoro di Eastwood potrebbe ascriversi al genere parodia, tanto il personaggio granitico (ma rugoso) di questo polacco immigrato-americano 100% prende in giro i modi del texano dagli occhi di ghiaccio quando ancora faceva western. Oltre le righe così com'è, riesce a far ridere più che pensare; la riflessione sugli hmong e sull'integrazione è comunque superficiale. Ma lo stile con cui l'autore Eastwood tratta questo e gli altri temi del film, riporta il tutto sul piano di un dramma asciutto nei modi e godibile nella sostanza. Bravo Clint!
MEMORABILE: Il dialogo iniziatico del ragazzino dal barbiere.

Giacomovie 7/06/09 15:40 - 1397 commenti

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Gran film. Eastwood riesce a trovare interessanti varianti al suo personale e collaudato schema. Affronta tematiche profonde come il senso della vita e della morte, la colpa e l'espiazione, il coraggio di affrontare le cose. Temi presenti in altri suoi film ma che qui espone in modo diverso, facendo anche emergere sentimenti oltre il comune romanticismo. Il suo modo di dirigere è preciso e stilizzato, sa valorizzare ogni inquadratura e sa rendere appetibili le scene di transizione. Può far pensare al suo testamento artistico. ***½.

Flazich 4/07/09 23:55 - 667 commenti

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È condensato tutto nei primi istanti: il grugnito di Clint, i parenti che escono dalla casa dopo il funerale, i vicini che entrano nella casa per onorare una nuova nascita. Sembra poco, eppure Clint riesce a girare una pellicola stupenda attraverso la quale ci insegna qualcosa di veramente importante: la tolleranza.

Caesars 14/07/09 08:39 - 3773 commenti

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Gran film questa ultima fatica di Clint Eastwood, che qui si dimostra (se ancora qualcuno avesse avuto dei dubbi) ottimo sia come regista che come interprete. Il ritratto che riesce a porgerci del suo Walt Kowalski (personaggio con sfaccettature non del tutto inedite in verità) è molto valido e la storia è ambientata in una realtà multietnica, fatta di incomprensioni e tensioni pronte ad esplodere, oramai molto vicina anche a paesi che non siano gli USA. Va detto che la conclusione della vicenda, pur assai bella, non è molto realistica.
MEMORABILE: Le espressioni facciali di Eastwood, quando figlio e nuora cercano di convincerlo a trasferirsi in una struttura per anziani.

Homesick 13/07/09 11:03 - 5737 commenti

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Passano gli anni ed è naturale che l’ormai ottuagenario Eastwood – un magnifico Kovalski consunto, scontroso, ringhiante eppur simpatico - ripieghi su una vena sempre più intimista, meditando sulla perdita degli affetti famigliari, la malattia, la morte il ricordo; il suo occhio è però attento anche alle moderne problematiche della società americana, come la violenza da strada, la xenofobia e la tolleranza. Improbabile finale ‘cristologico’ e buonista, che stride con il solido impianto fondamentalmente western che caratterizza il film.
MEMORABILE: Dal barbiere. Il pranzo dai vicini. Il gesto dello sparo. La sonora lezione al teppista giallo.

Stefania 15/07/09 16:45 - 1599 commenti

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Il buio oltre la siepe? Sì, perché oltre la siepe, nella villetta attigua a quella di Kovalski, vive una famiglia di immigrati asiatici. E Kovalski, veterano della guerra di Corea, li rifiuta, come rifiuta tutto ciò che è diverso da lui. Un evento inatteso squarcia quel buio, il protagonista è costretto a confrontarsi con i "diversi". E si ritrova, ancora una volta, a "farsi giustizia da solo", ma forse quello che cambia è proprio la sua idea di giustizia... Grande mix di pathos ed ironia e un finale emozionante.

Renato 16/07/09 13:19 - 1648 commenti

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Mi unisco decisamente al coro di elogi che questo film ha già ricevuto: davvero ottimo. Eastwood firma un'opera semplice eppure di ampio respiro, ed è ovviamente perfetto per un ruolo che gli calza a pennello, un acido e scostante vecchietto (presumibilmente repubblicano) reduce dalla guerra di Corea che poco sopporta qualunque minoranza etnica. La conclusione della vicenda è tanto intelligente quanto emozionante, ed a mio avviso per nulla scontata. Uno dei rarissimi film che escono e sono già dei classici.

Magnetti 3/08/09 10:18 - 1103 commenti

I gusti di Magnetti

Pare un po' leggerino inizialmente, quasi Eastwood fosse un po' stanco. Poi il film, senza strafare, introduce molti spunti che permettono sia di godersi la pellicola sia di riflettere: sul patriottismo, sulla guerra, sui rapporti familiari, sociali e multietnici. Ah, dimenticavo la Chiesa: l'ottantenne regista qui fa il vero passo avanti quasi ad ammettere il bisogno della spiritualità. Eastwood offre una delle sue interpretazioni migliori: quando smetterà di lavorare sentiremo tutti una gran mancanza.
MEMORABILE: La lezione per diventare uomo a Tao nel negozio del barbiere. Il rituale seguito prima dello spiazzante epilogo.

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Enricottta 27/08/09 22:27 - 506 commenti

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Si vede tutto di un fiato, questo gioiellino costruito direttamente con i profondi solchi che incorniciano il volto di Clint. Anche se fosse la sua ultima fatica al cinema resterà sempre il nostro Clint. Io quella "Gran Torino" l'ho guidata (a proposito, dalle mie parti si diceva "Toraino") e capisco che voglia dire per un reduce di guerra donarla. Il clima non cade mai nel patetico, a momenti è perfetto; comunque grande prova.

Pinhead80 17/09/09 12:00 - 4715 commenti

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Ancora una volta Clint Eastwood ci stupisce con un'altro film di ottimo livello. Qui mischia sentimenti come odio e amore, intolleranza/tolleranza, utilizzando pochi mezzi e direi pochissimi effetti speciali. Un film dove sono più le parole che le armi a ferire. Non c'è amore senza odio e questi estremi si sfiorano continuamente nel film. Colpa e redenzione nell'ennesimo film riuscito di Eastwood.

Disorder 9/11/09 18:14 - 1416 commenti

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Superbo. Clint Eastwood interpreta un personaggio che di fatto non si discosta molto dai suoi precedenti: è un uomo burbero, scostante, abituato a risolvere i problemi mostrando il fucile e ossessionato dai ricordi della guerra di Corea; ma troverà un'inaspettata redenzione e pace interiore grazie all'amicizia con i vicini di casa asiatici. Ottimo cast, dialoghi brillanti e "pepati". Il finale ricorda un po' quello di Per un pugno di dollari, quasi che Eastwood abbia voluto chiudere un cerchio. Da vedere assolutamente!
MEMORABILE: Walt guardando i famigliari: "Quanti topi di fogna possono starci in una stanza?"

Bruce 26/10/09 16:52 - 1007 commenti

I gusti di Bruce

Asciutto ed essenziale, secondo lo stile oramai divenuto classico del regista. In modo mai retorico o compassionevole, "Gran Torino" affronta il tema della difficile convivenza tra gente di etnie diverse nella odierna società occidentale e della violenza in essa dilagante. Pur di gran qualità l'opera è meno brillante e convincente di altre sue recenti pellicole.

Vstringer 10/11/09 21:10 - 349 commenti

I gusti di Vstringer

Dramma asciutto e sobrio, non privo dell'ironia a cui i grandi danno spazio quando sono già diventati dei monumenti viventi: Eastwood racconta la sua parabola sulla tolleranza attraverso un Kovalski calco voluto di tante sue maschere yankee, muscle car in garage e Pabst Blue Ribbon in ghiacciaia, che nell'arco del film si rapporta passo dopo passo con la sua contemporaneità. Il vecchio Clint ci mette una regia formalmente molto corretta, un'interpretazione stratosferica e un tocco di speranza per il mondo di oggi.

Ellerre 9/01/10 11:00 - 89 commenti

I gusti di Ellerre

Eastwood interpreta per l'ennesima volta il suo classico personaggio esasperando però i caratteri del burbero e dello xenofobo nei panni di un ex militare in congedo, reduce di guerra, pronto a tirar fuori il fucile a ogni contesa. Però questa volta è il lato umano a prevalere sull'eroe giustiziere o vendicatore che sia. Toccando i classici temi guerra-pace, razzismo-fratellanza, Eastwood riconduce tutto al più arcano dei conflitti e cioè quello tra bene e male. Un po' troppo misticismo nel finale ma comunque un film ben fatto.

Saintgifts 7/02/10 17:05 - 4098 commenti

I gusti di Saintgifts

A inizio visione si pensa di essere davanti ad una storia molto prevedibile che porterà attraverso tutte le fasi arcinote del cambiamento di cuore che può avere una persona, per quanto vecchia e incattivita possa essere. Ma non è così, o almeno non solo così. Eastwood, con il suo Kowalski, ci porta a considerare un sacco di argomenti che spaziano dalla filosofia alla religione al rapporto tra esseri umani e alla vita e alla morte, che non puoi conoscere se non vivendo a lungo, come lui stesso dice. Film maturo e non superficiale, ben diretto.

Gestarsh99 27/12/10 11:56 - 1395 commenti

I gusti di Gestarsh99

Impressionante come il vecchio Eastwood non ne stia sbagliando più una, in questi ultimi 10 anni. La sua cifra stilistica improntata al classicismo più scorrevole e sobrio, le figure e gli argomenti trattati riescono a mettere lo spettatore sempre a suo agio. Di nuovo un personaggio razzista, solitario, scontroso, misantropo, insoddisfatto del modello odierno di famiglia e poco fiducioso nella validità delle soluzioni prospettate dalla chiesa; nuovamente i temi dell'adolescenza difficile, del riscatto da un rimorso oscuro e mai elaborato, della scelta volontaria della propria morte; di nuovo un film dolorosamente anti-moderno.
MEMORABILE: Le continue smorfie di disprezzo di Eastwood.

Luchi78 21/04/10 10:59 - 1521 commenti

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Grande regia di Eastwood, che riesce a "dipingere" in questo film dei piccoli ritratti di vita quotidiana nella moderna società americana; protagonista un vecchio reduce americano, ormai solo, magnificamente interpretato dal regista. Detto questo, oltre al finale poco credibile, ci troviamo di fronte ad una scrittura un po' banale senza troppe pretese, o meglio, che affronta tematiche importanti ma con un po' di superficialità e buonismo.

Enzus79 31/05/10 19:41 - 2864 commenti

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Clint Eatswood non è mai banale nei suoi film, nemmeno quelli non eccelsi. Qui il finale strappalacrime non toglie niente al film, anzi ne conferma la bellezza. Storia che non rallenta ed annoia mai, anche senza un grande cast. Peccato che non abbia avuto nemmeno un Oscar...

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Rickblaine 27/05/10 16:29 - 635 commenti

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Alla fine Clint Eastwood riesce sempre ad emozionarci, per quanto riguarda i suoi lavori da regista. Qui la storia è buffa, ironica, interessante e coinvolgente fino a divenire drammatica. Un'altra buona prova per l'anziano che qui non nasconde alcuni dei suoi modi di vedere e magari bersaglia coloro i quali hanno perso la testa in qualche esperienza che li ha segnati. Non è all'altezza di altri suoi ultimi lavori, ma è comunque soddisfacente.

Losciamano 27/05/10 19:01 - 112 commenti

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È il suo l'ultimo contributo d'attore e quindi ha voluto "chiudere bottega" in bellezza. Ha fatto in modo di inserire tutti i suoi personaggi interpretati in una sola pellicola: infatti c'é l'Eastwood westerniano, l'Eastwood sociale-politico e l'Eastwood sentimentale, tutto ben calibrato e senza una sbavatura. La trama è intelligente e non priva d'interesse.

Greymouser 2/06/10 12:17 - 1458 commenti

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Poetico, emozionante suggello alla grandezza recitativa di Clint Eastwood, la cui maschera scolpita nel cuoio riesce, per alchimia incomprensibile, ad esprimere qualsiasi cosa senza mai scomporsi. Riguardo alla trama, non so se avrebbe retto se ci fosse stato un altro attore protagonista. Il film, il nostro Clint se l'è cucito addosso apposta per lui. Consegnato al mito.

Belfagor 18/07/10 11:47 - 2689 commenti

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Eastwood rispolvera il personaggio burbero e solitario in quello che, dopotutto, è un western dei sobborghi. Suggestivo perché tratta di temi alti (la vita, la morte, l'esistenza di Dio, il perdono) attraverso le parole e le azioni di personaggi di certo non ideali, ma umanissimi nei loro difetti. Non c'è più spazio per il Biondo e probabilmente nemmeno per Callahan, ma le pecche degli Stati Uniti rimangono eccome. Quello di Eastwood è un toccante commiato per un'epoca che si avvia al tramonto, un canto del cigno non registico, ma storico.
MEMORABILE: Il simpaticissimo dialogo con il barbiere.

Il Dandi 26/07/10 23:23 - 1917 commenti

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E chi se lo aspettava dall'ex Harry la carogna un testamento spirituale di matrice così pacifista? Eccolo lì, in veranda, a consumare una Chesterfield e una Bud dopo l'altra, coi suoi vestiti sintetici da grandi magazzini, sotto la bandiera a stelle e strisce, a mimare col dito un colpo di pistola ai teppisti che passano. Ma i tempi sono cambiati e Clint è l'estremo baluardo di un mondo ormai scomparso: non è la voce della "maggioranza silenziosa", ma di una minoranza (ormai sono tutti morti) che non vuole rassegnarsi e tacere. Sublime.
MEMORABILE: Le clausole sull'automobile (che significativamente Clint tiene in garage e non guida mai): niente fiamme, dadi, o altre coattate del genere!

Shannon 28/07/10 18:40 - 72 commenti

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Gli anni passano e Clint Eastwood perde colpi. Il duro e politicamente scorretto ispettore Callaghan non c'è più ed al suo posto ora troviamo Walt Kowalski, personaggio scontroso solo in apparenza, tanto politicamente corretto che di più non si potrebbe. Gran Torino è un mieloso manifesto della società multirazziale, dei buoni sentimenti e dell'ottimismo a tutti i costi. Deludente e inutile, verrà dimenticato in fretta. Mi dispiace, Harry: un pallino.

Paruzzo 15/08/10 00:26 - 140 commenti

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Grande prova di Eastwood sia come attore che come regista. Il vecchio Walt Kovalski rimasto solo dopo la morte della moglie supera i pregiudizi razzisti grazie all'aiuto dei due ragazzi hmong vicini di casa. Così come loro aiutano lui, lui aiuterà loro quasi come in un rapporto maestro/allievo fino al finale per nulla scontato. Se questa è l'ultima parte di Eastwood attore allora esce di scena a testa altissima.

Jcvd 30/12/10 16:28 - 258 commenti

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Che film magnifico! Per me, il più bel film di Clint Eastwood. Nei panni di un ex soldato razzista, Walt Kowalski, Clint tratta argomenti caldi quali quelli del pregiudizio razziale, della solitudine, della società americana e della violenza con una grazia e una crudezza degne di nota. Impossibile non apprezzare questo capolavoro e impossibile non premiare Eastwood con un'oscar. Eppure...
MEMORABILE: "Hai presente quando ti trovi di fronte una persona da non far incazzare? Ecco io sono una di quelle".

Didda23 23/03/11 14:05 - 2424 commenti

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Clint Eastwood nella doppia veste di attore e regista confeziona un film straordinario. Tematiche come l'accettazione/esclusione di ciò che è diverso, della violenza, dell'importanza dei valori sono trattate in modo esauriente. Ottima l'interpretazione di Eastwood, che caratterizza magnificamente ogni tormento interiore del proprio personaggio. Costruito con cura, è piacevole in ogni sua parte, finale compreso. Inspiegabilmente snobbato dall'Academy Awards. Imperdibile.
MEMORABILE: Ogni espressione di Eastwood.

G.enriquez 23/03/11 23:52 - 121 commenti

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Non immaginavo che "Gran Torino" fosse un film così ben fatto, maturo, studiato così a puntino. Non che Eastwood non ci avesse abituati alla quasi perfezione delle sceneggiature, ma in questo film tutto è così preciso, così a fuoco (a differenza di altri suoi lavori, vedi Changeling) che non si può non gridare al miracolo. Come ciliegina sulla torta, un finale spiazzante di estrema intelligenza. Anche la sezione tecnica è all'altezza e c'è da segnalare una fotografia desaturata di classe sopraffina. Capolavoro.

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Jandileida 28/03/11 20:26 - 1558 commenti

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Eastwood è veramente un grande: anche se la storia non possiede la profondità di Million dollar baby o la raffinata tensione di Mystic river ed è un po' troppo schematica (amicizia giovane/vecchio, prima diffidenza e poi amore nei confronti del diverso), il personaggio di Kowalski è così centrato che ci si lascia trasportare nel film con gioia. In più c'è il grande colpo di coda del finale che, anche se un po' azzardato, dona una dimensione diversa a tutto il film. Clint è perfetto per il ruolo e la regia è come al solito asciutta e di gran classe.
MEMORABILE: Dal dottore: "Kowski... Kowski" Clint si gira con calma, ringhia e si alza. Sensazione personalmente sperimentata svariate volte!

Lupoprezzo 17/05/11 22:53 - 635 commenti

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La storia in sé non è niente di particolare, ma dà l'opportunità a Clint Eastwood, oltre che di congedarsi come attore dal suo pubblico, di porre finalmente rimedio ai tormenti interiori che attanagliavano spesso i suoi personaggi in diversi film precedenti; inoltre non perde occasione per tirare qualche frecciatina al modo di vivere moderno. Toccanti le musiche, così come il monumentale finale. Bravi i giovani Bee Vang e Ahney Her; divino Clint.

Mickes2 5/06/11 14:04 - 1670 commenti

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Un’altra grande regia di Eastwood che poggia la sua mano su temi importanti come il razzismo, la xenofobia, l’integrazione, l’amicizia, i valori, la famiglia. Il tutto visto con gli occhi e il cuore di Walt, uomo tormentato da un dolore passato e presente, diffidente perché la vita gliel’ha insegnato. Ed è con divertente umorismo e profonde emozioni che il regista ci regala una parabola semplice, fondata su sani principi, sulla violenza e contro la violenza.
MEMORABILE: Il finale. Le musiche.

Nancy 4/11/11 11:14 - 774 commenti

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Eastwood cerca di scoprire cosa muove chi è incapace di accettare la propria vecchiaia e lo fa con maestria, con tatto, con quella giusta dose di melanconia e rabbia che riesce a farci emozionare quando capiamo davvero chi è il Signor Kowalski e cosa lo spinge a cambiare la sua vita a un'eta dove cambiare è arduo. Unisce ricordi ed esperienze, antichi rancori ed amori che si ritrasmettono con gran potenza su di noi spettatori, tutti con un piccolo tesoro seppellito nel garage della vita, proprio come quella Gran Torino per Walt.

Jofielias 7/11/11 08:24 - 170 commenti

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Vedere questo film è stato come ascoltare la rampogna di un nonno, con le idiosincrasie senili e le seduzioni manipolatorie. Nessuna sorpresa che qualcuno sbuffi e preghi che finisca presto, dal momento che il nonno continua a ripetere che i giovani devono tenere i capelli corti e via discorrendo. L'apologo morale con funziona: Eastwood non è abbastanza partecipe per comprendere i giovani e dipingerli e il suo gioco è troppo scoperto, di una furbizia un po' ingenua. Molti - anche tra i suoi ammiratori - stavolta gli hanno fatto tana.

Smoker85 22/03/12 11:21 - 487 commenti

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Le battute iniziali lo fanno sembrare nulla di diverso da una delle tante commedie su vecchi burberi che si ammansiscono da soli a contatto con la realtà. Ma gradualmente la storia inizia ad emergere e si comprendono le sfaccettature di questo personaggio, che il grande attore s'è portato dietro una vita, prima a cavallo nel west, poi su asfalto accompagnato da una 44 Magnum. I tormenti e il bilancio di una vita fatta di glaciale apparenza, in realtà fatta da sangue caldo, valori e istinto di sopravvivenza. Struggente.
MEMORABILE: Il pestaggio al giovane grassone; L'astio assolutamente ostentato verso la sua famiglia; La scena finale dello scontro coi teppisti.

Gaussiana 7/05/12 21:47 - 121 commenti

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Niente da dire se Eastwood va per la sua strada rispetto al resto del cinema Hollywoodiano, lo fa con certa capacità. In questo film affronta il tema della propria vecchiaia e tira fuori tutto l'almanacco del western, appositamente rivisitato in chiave moderna. Ma la sua bravura sta nella cura con cui ci fornisce questa chiave di lettura, ovvero attraverso gli occhi di un Eastwood ormai vecchio, orgoglioso e scontroso, eroico ma in un modo ormai diverso, stanco. Lineare e preciso, senza sbavature, non è genio ma tecnica allo stato puro.

Fabbiu 18/07/12 13:38 - 2133 commenti

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Un po' un western contemporaneo, come lotta alla sopravvivenza e difesa di una famiglia, territorio dove Eastwood è praticamente il Clint di sempre. Con un passato particolare - guerra in Corea e altro - che lo hanno reso ancor piu incazzato col mondo intero. È un film ricco di humour con una perenne atmosfera agrodolce in sottofondo, che avanza (e mi sembra a tratti un po' troppo lentamente) verso un dolce finale pieno di atmosfera grazie anche all'ottima fotografia. Un piacere.

Cloack 77 22/08/12 20:17 - 547 commenti

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Cosa resta oggi dell'America con la A maiuscola; l'America del capitale trionfante sul comunismo; l'America delle libertà, delle armi, dei giustizieri reazionari fascisti e populisti, dalla morale spiccia giusta e senza compromessi; l'America "cinghialaia" ferita, che carica alla cieca inutilmente per andare a morire nel disprezzo. Forse la parola capolavoro non basta più per un film come Gran torino, qui siamo dalle parti di opere immortali non tanto per l'estetica, quanto per l'aderenza alla tessitura del nostro tempo.

Giùan 5/09/12 23:15 - 4528 commenti

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Capolavoro di alchemica semplicità, che lascia stupefatti ed emozionati fino a spossarci nella sua classicità. Il grinzoso Clint trova la formula per la filosofale pietra cinematografica, costruendo un film in cui l'accumulo di elementi lascia intatta (e anzi aggiunge) sostanza e pathos alla forza catalizzatrice dell'opera. Old e nuova America incontran la ruvidezza del vecchio Callahan, rivista dalla contemporanea sensibilità del maturo Eastwood. E poi la Gran Torino, status symbol forse attempato, capace d'esser ancora per alcuni "sogno" fiammeggiante.

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Cangaceiro 25/02/13 13:06 - 982 commenti

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Sull'onda emotiva dell'annunciato commiato attoriale (ma poi Eastwood farà retromarcia) è un'opera osannata più del dovuto. Ormai nel suo crepuscolo esistenziale Clint fa i conti con se stesso, con una prima parte spigolosa e sottotono ma eloquente come un trattato sociologico sulla multirazzialità. Poi affiorano i mostri del passato e il film si fa ancora più intimo, drammatico e pieno di domande fino a un'inaspettata chiusura tra l'eroico, con un dolente sacrifico cristologico, ed il geniale. Qualche somiglianza con il Bronx di De Niro.

Pigro 18/03/13 08:24 - 9623 commenti

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Eastwood alla grande nell'interpretazione della nemesi del suo personaggio tipico, qui trasformato in bisbetico razzista capace di ribaltare i pregiudizi e proporre una nuova emozionante (ideale) incarnazione del giustiziere USA. Buonismo a palate, tra messaggi alla comprensione reciproca e rappresentazione della crescita positiva del ragazzo hmong destinato al teppismo (che può ricordare certi gangster movie degli anni 30), ma presentato con grande classe e impeccabile cura, a cominciare da una fotografia particolarmente incisiva.

Jurgen77 20/03/13 13:18 - 629 commenti

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L'ennesivo capolavoro di Eastwood assieme a Million dollar baby. Un film profondo, americano, vero. Siamo lontani anni luce dalle spacconate dell'ispettore Callaghan o dal soldato Gunny. Questa è una pellicola che tratta la problematica della società multirazziale, del razzismo e dell'evoluzione dei costumi americani. Da vedere assolutamente.

Almicione 5/05/13 20:26 - 764 commenti

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Una grande delusione per chi aveva alte aspettative (soprattutto dopo l'ottimo Changeling): Eastwood naviga solo in un mare di clichés nel tentativo di riprendere il personaggio duro dell'uomo senza nome, ma fallisce miseramente cadendo nel ridicolo. La presentazione iniziale del "vero razzista" (ottuso) cozza tremendamente con lo sviluppo dei rapporti con i "crugni gialli" in una trama banale e poco significativa; le intenzioni del regista si comprendono, ma il tutto è troppo schematizzato. Azzeccata la morte di Walt.
MEMORABILE: "Ah, sì, ne so un'altra. Ci sono un messicano, un ebreo e uno di colore che entrano in un bar. Il barista li guarda e dice: Siamo già stati rapinati".

Rambo90 28/10/13 17:26 - 7661 commenti

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Capolavoro di Eastwood regista e summa della sua carriera d'attore: un film toccante, duro, divertente e drammatico allo stesso tempo, senza sbavature, perfetto. Clint gioca ancora a fare il duro puntando le armi contro i cattivi e difendendo i deboli, spiazzando però nel finale, punto di forza di un film già fino ad allora fantastico. Bravi i comprimari, ottima la colonna sonora. Imperdibile.

Nando 30/10/13 09:22 - 3806 commenti

I gusti di Nando

Una storia americana tra multietnicità e redenzione con alti momenti cinematografici che spaziano dal drammatico al sentimentale. Eastwood è monumentale nell'interpretazione, con quella sua faccia da duro con il cuore tenero. Il finale può lasciare l'amaro in bocca ma conclude degnamente una grande pellicola.

Zurich 29/12/13 15:20 - 6 commenti

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La curiosità che mi ha spinto a vedere questo film, oltre alla firma di Clint Eastwood, sta nel titolo; non riuscivo a capire cosa fosse questa Gran Torino, poi ho scoperto che il titolo si riferisce a un modello di autovettura prodotta dalla Ford negli anni '70. Il film mi è piaciuto molto e il vecchio Clint (nel film Walt Kovalski) come al solito fornisce una magistrale e brillante interpretazione: duro, eroico, patriottico e taciturno come l'Eastwood (attore) di una volta e poi sentimentale, buono e disponibile come l'Eastwood (regista) di oggi.
MEMORABILE: Walt Kovalski: "Statemi bene" Gangster africano: "Sì... anche tu" Walt Kovalski: "Contaci!"

Neapolis 14/05/14 14:56 - 183 commenti

I gusti di Neapolis

Non un gran film a mio giudizio, in cui Eastwood sembra ricoprire il ruolo del pistolero in pensione che in finale della sua vita porta dentro di sé il rimorso di qualcosa di sbagliato e da farsi perdonare che lo rende burbero con gli amici e la sua famiglia. L'occasione del riscatto gli viene data dai suoi vicini di casa di etnia cinese, ma le modalità di approccio e del suo mutamento non risultano molto ben costruite e sviluppate (anche se il riscatto del film avviene attraverso un finale scarsamente prevedibile).

Stelio 17/06/14 14:11 - 384 commenti

I gusti di Stelio

Bel dramma sociale ed etnico-culturale raccontato da un Eastwood in gran forma. Il leggero sostrato ironico aiuta a seguire meglio la vicenda anche se, forse, non approfondisce come si potrebbe la tematica. Il cast lavora comunque in maniera estremamente naturale e la stessa rappresentazione della quotidianità risulta molto credibile. Eccellente accompagnamento musicale e bellissimo finale.

Bizzu 1/03/15 14:16 - 217 commenti

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Con la maestria del professionista Eastwood rende godibile una storia che sembra il temino della prima elementare da quanto è semplicistica, stereotipata e ingabbiata nel buoni contro cattivi. Tutto questo potrebbe anche reggere se si trattasse di un western o simili, però con la pappardella moralizzatrice finale casca tutto l'ambaradan messo su e il film si rivela per quello che è realmente. Comunque, lasciata da parte la mia antipatia verso questo genere di storie, devo ammettere che il film è ben girato e rigoroso.

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Paulaster 13/03/15 18:06 - 4375 commenti

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La guerra è sempre un brutto affare e coloro che ne scampano porteranno i segni e una triste consolazione. Eastwood usa la maschera rabbiosa per esprimere i valori e i risentimenti di una classe d’età estinta. Adesso si lotta per il fazzoletto di terra e dove c’era integrazione tra popoli (persino in Vietnam) ora le gang si mascherano da sorveglianti razziali. I messaggi passano, sia con le male parole che con uno humor da “uomini veri”. Clint la fa da padrone aiutato dai giovani vicini, la parte famigliare invece appare meno realistica.

Rigoletto 28/04/15 10:31 - 1785 commenti

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Prendete Callaghan, mischiatelo accuratamente con Gunny e ne verrà fuori Kowalski, un ex-soldato americano di origine polacca che è quanto di più scontroso e diffidente si possa trovare nell'uomo della porta accanto. I rapporti familiari sono al minimo, ma un ragazzino potrà fregiarsi di essere stato considerato suo amico. I temi trattati sono tanti e Eastwood, con sagacia, li sa predisporre benissimo. Il finale è inaspettato ma chissà, forse era l'unico possibile per Kowalski, per togliersi il "peso".
MEMORABILE: L'incontro fra il burbero Kowalski e il barbiere italiano; Piccole parti per Lynch e Haley, ma risolte con ottima professionalità.

Lou 31/10/15 00:39 - 1119 commenti

I gusti di Lou

Il vecchio Clint resta un duro anche da pensionato. Ottima la sua performance, ambientata nei sobborghi di una Detroit in piena crisi industriale e in un quartiere popolato prevalentemente da asiatici. Il vecchio Kowalski ben rappresenta il prototipo di anziano americano rigido e indipendente, fiero del suo passato di combattente e di grande lavoratore. Le sue continue smorfie segnano la disapprovazione e il disprezzo per l'umanità che lo circonda. Quadro di grande attualità, che conduce a un finale eroico, un po' eccessivo ma sorprendente.

Daniela 3/01/16 10:39 - 12606 commenti

I gusti di Daniela

Eastwood è un misantropo reazionario e razzista che, dopo la morte della moglie, sembra destinato alla solitudine, ma si rivela arrendevole di fronte alla cortesia dei vicini ed instaura con un ragazzo hmong quel rapporto paterno non sviluppato nei confronti dei figli. Interpretazione gustosa, ma a rendere speciale il film non è tanto la storia di questo burbero benefico quando l'epilogo spiazzante che ribalta quel senso di giustizia-fai-da te verso cui fino a quel momento la storia stessa sembrava incanalata. Uno "scarto" da grande autore, in grado ancora di sorprendere e colpire al cuore.
MEMORABILE: Il confronto finale davanti alla casa della banda dei teppisti

Gordon 5/07/16 14:56 - 260 commenti

I gusti di Gordon

Clint Eastwood dimostra di essere ancora in forma dettagliando il suo personaggio ottimamente: razzista, violento e sboccato che, dopo avere conosciuto una famiglia di "musi gialli" (come lui li chiama), cambia radicalmente, arrivando a difenderli e a trattare uno di loro quasi come un padre, nonostante lo chiami Tardo. Sullo sfondo un'America spaccata e violenta, che Kowalski non riconosce più, affogando nelle sue memorie di ex soldato e operaio Ford. Il finale è ben costruito ed emozionante. Un gioiellino.
MEMORABILE: I battibecchi col barbiere; Kowalski che intimorisce i giovani teppistelli; La reazione di Eastwood quando i figli vogliono mandarlo all'ospizio.

Il ferrini 26/12/16 23:54 - 2337 commenti

I gusti di Il ferrini

Gran film e provenendo da un convinto repubblicano come Eastwood lo si apprezza ancora di più; sarà perché il protagonista pare quasi una sua caricatura, sarà perché l'intera pellicola è una lucida disamina sulla necessità di una seria politica d'integrazione. Tutto il cast se la cava egregiamente ma si distingue sicuramente la giovane Ahney Her, vero motore degli eventi (è lei a "stanare" il burbero Eastwood e è ciò che le accade a scatenare il finale). Divertenti i duetti col barbiere italiano e l'addestramento di "tardo". Da vedere.
MEMORABILE: "Avete mai fatto caso che ogni tanto si incrocia qualcuno che non va fatto incazzare?"

Ultimo 29/12/16 14:44 - 1652 commenti

I gusti di Ultimo

Un intenso viaggio nella mente di un signore anziano burbero, egoista e ancora segnato dall'esperienza in Corea, apparentemente incapace di provare sentimenti. Un giovane ragazzo asiatico lo porterà a cambiare. Grande film di Clint, ove il dramma viene a galla a piccole dosi fino a coinvolgere fortemente lo spettatore sopratutto nell'ultima parte. Piacerà a tutti e a molti farà venire il magone. Regia matura e superba interpretazione dello stesso Clint. Riflessivo, magistrale, grande cinema.

Magi94 1/08/17 22:02 - 944 commenti

I gusti di Magi94

Un ottimo film di Clint Eastwood, che riesce a trattare un tema scottante rimanendo fedele ai suoi valori repubblicani ma senza sfociare nel populismo o nell'esaltazione retorica tipicamente americana. Perché bisogna dire che in Gran Torino Clint non si contraddice: ci sono i buoni e ci sono i cattivi, punto. Ma non è né la nazionalità né il colore della pelle a far dei cattivi i cattivi e l'opera diviene quindi un riuscito manifesto dell'antirazzismo, con un ritmo adeguato che culmina nella bellissima sequenza finale.

Piero68 23/05/18 09:28 - 2955 commenti

I gusti di Piero68

Grande spaccato della periferia americana: multietnica, razzista e con poche vie di redenzione. Solo Eastwood riesce ad affrontare certi temi senza cadere nella retorica e regalando momenti di grande cinema. Da buon reazionario inserisce un simbolo che esprime l'americanismo e attorno al quale ruoteranno tutti i personaggi della pellicola. E ovviamente non poteva che essere un'autovettura a marca Ford. Qualcosa che ancora oggi esprime un forte senso di appartenenza. Un po' ingessato nella interpretazione, è quasi perfetto nella regia.

Minitina80 22/06/18 10:29 - 2976 commenti

I gusti di Minitina80

Eastwood è un uomo burbero e inaridito dalle vicissitudini della vita che abita uno dei tanti quartieri multietnici delle sterminate periferie americane. Il suo destino cambierà lì dove meno se lo aspetta, come facilmente prevedibile in questo genere di storie. Tuttavia, è il modo di raccontare una storia che a volte fa la differenza e Eastwood riesce a coinvolgere suscitando un ampio spettro di emozioni. L’epilogo ha un valore simbolico e un tono crepuscolare, in grado di lasciare una sensazione positiva nonostante la tragicità dei fatti.

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Rocchiola 1/01/20 09:51 - 952 commenti

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Film testamentario che riassumere al meglio le tematiche preferite del regista come i conflitti familiari, il suo particolare rapporto con la religione e una sempre più percepibile presenza di morte. Nel vecchio Kowalski infatti c’è un po' di Callaghan, Gunny, Frankie Dunn e Will Munny. Affetto da un eccessivo buonismo di fondo, non è il capolavoro indicato da gran parte della critica, ma un buon film ironico e sensibile con un'uscita di scena iconica al pari di quella di John Wayne nel Pistolero. Peccato solo che Clint non si sia fermato lì.
MEMORABILE: La difesa del proprio giardino fucile alla mano; Gli scontri verbali con il barbiere; Lo scontro finale disarmato; La lettura del testamento.

Westonberg 1/06/20 00:39 - 31 commenti

I gusti di Westonberg

Grande film. Eastwood con la sua regia asciutta, composta riesce a confezionare un film sull'uguaglianza, sull'esclusione, sul pregiudizio e sulla capacità di rialzarsi e di ritrovare lungo la strada persone come Thao, capaci di colpire anche il burbero Walt. Notevole la regia, la colonna sonora e lo spaccato di vita crudo meravigliosamente raccontato da Eastwood. Da vedere.

Nicola81 9/12/20 23:29 - 2831 commenti

I gusti di Nicola81

Un film che pur raccontando una storia semplice affronta argomenti davvero importanti: la vita e la morte, la religione, la malattia, l'incapacità di comunicare tra padri e figli, una società sempre più multietnica. Il tutto filtrato dallo sguardo di un vecchio e rancoroso reduce della guerra di Corea, che proprio grazie a una famiglia orientale troverà la sua redenzione e la sua espiazione. Il finale non sarà realistico al cento per cento, ma sorprende ed emoziona. Peccato che non sia stato, come invece sembrava, il canto del cigno di Clint: sarebbe stata un'uscita in grande stile.
MEMORABILE: Il finale.

Piovrone 14/01/22 23:54 - 34 commenti

I gusti di Piovrone

Michele Kalamera: per capire la bellezza e l'intensità di Gran Torino occorre partire da chi dona la voce italiana al grande Clint e riesce, con un fantastico campionario di grugniti, sofferenza fisica, esplosioni verbali, violenza dialettica ma anche tagliente sarcasmo, a restituirci l'immagine della vecchia roccia reduce e solitaria, che troverà inaspettatamente la redenzione nel donarsi alla gente che ha sempre cercato di allontanare. Il Nostro si prende quasi tutta la ribalta, ma la ragazza offre una prova straordinaria.

Katullo 14/01/22 17:37 - 325 commenti

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Probabilmente l'ultima grande affermazione di Eastwood, che a quasi ottant'anni sa ancora affermarsi. Non un vero misantropo, Walt, piuttosto un burbero con data di scadenza, legato agli acidi ricordi della guerra ma anche a quelli vissuti con la compagna di una vita, e qui l'attore e regista riscatta lo scialbo femminismo rappresentato fino a Gli spietati, scevro dalle ideologie più vicine alla misandria che alla parità di genere. Lo scioglimento duro e dolce dell'uomo che sa di essere arrivato a fine corsa si fonde con la sua catarsi epica, il puro ravvedimento c'entra poco.
MEMORABILE: Dal barbiere; I regali e la reazione alla proposta della casa di riposo; La Ford.

Noodles 1/05/22 09:03 - 2196 commenti

I gusti di Noodles

Sulla regia di Clint Eastwood, sulla bellezza del film in generale e sul suo significato c'è poco da dire. È un film che passa da un'emozione negativa a una positiva con grande facilità, regalando allo spettatore due ore intense. A non convincere c'è però un buonismo di fondo che, per quanto parte integrante del significato della pellicola, emerge troppo presto e soprattutto del tutto improvviso. Poco credibile, se consideriamo come parte il personaggio di Clint. C'è l'impressione, insomma, dell'occhio strizzato allo spettatore. Comunque da non perdere.

Silvestro 28/11/22 07:25 - 357 commenti

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Il film che forse meglio rappresenta Clint da un punto di vista ideologico: un conservatore illuminato. E illuminato è questo film, capace di colpire duro e dire tante cose senza mai scadere nella retorica. Eccezionale interpretazione di Eastwood, il cui volto scavato nella roccia è perfetto per il personaggio interpretato. Regia impeccabile e di stampo classico. Grande, anzi grandissimo, film!
MEMORABILE: Lo scontro con la gang di neri.
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  • Homevideo Homesick • 27/06/09 13:45
    Scrivano - 1364 interventi
    In dvd il 25 agosto per Warner.
  • Discussione Santatecla • 30/07/09 14:28
    Galoppino - 24 interventi
    Esilarante e crudo al tempo stesso. Uno dei film più belli che ho visto al cinema negli ultimi tempi
  • Curiosità Il Dandi • 15/07/10 14:08
    Segretario - 1488 interventi
    La Ford Torino deve il suo nome alla precisa intenzione di utilizzare una parola itaiana: venne scelta Torino perché essendo la sede della FIAT e della Lancia era considerata la città delle automobili, una sorta di Detroit italiana.

    La serie parallela denominata Gran Torino (quella del film è un modello sport del '72, simile a quella del '75 di Starsky & Hutch, ma con disegno della calandra frontale molto diverso) gioca inoltre sulle iniziali che producono l'acronimo GT.

    La versione Gran Torino è stata prodotta in soli 1.000 esemplari (fino al '76); le sue quotazioni sul mercato superano abbondantememte le 30.000 euro, con picchi di oltre 60.000 per gli esemplari più rari (cabriolet, tettuccio apribile, 4 porte).


    p.s. In Italia ci siamo dovuti accontentare della Capri, guarda caso anche lei battezzata con un nome italiano: quello di un'isola solare e minuscola!
  • Discussione Lupoprezzo • 17/05/11 23:03
    Fotocopista - 38 interventi
    Ciao Zender,come mai nel cast non sono presenti Christopher Carley,Bee Vang e Ahney Her (rispettivamente il prete,Thao e Sue!).C'è un motivo particolare?,oppure ci sono ed è il mio pc che dà i numeri?
  • Discussione Zender • 18/05/11 08:42
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Perché i nostri non son mica cast completi. Anche mettendo questi tre ne mancheranno altri 8000, di attori... Comunque li ho inseriti.
  • Homevideo Gestarsh99 • 17/12/11 00:40
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per Warner Home Video:



    DATI TECNICI

    * Formato video 2,40:1 Anamorfico 1080p
    * Formato audio 5.1 Dolby Digital: Italiano Inglese Francese Tedesco Spagnolo
    Dolby TrueHD 5.1: Inglese
    * Sottotitoli Olandese Spagnolo Francese Tedesco Italiano Coreano Danese Norvegese Svedese Finlandese Cinese
    * Extra Manning the Wheel - il concetto di mascolinità nella cultura americana dell`automobile
    Gran Torino: più che un`automobile - una visita a Detroit e alla Woodward Dream Cruise evento annuale sulle auto d`epoca con appassionati che descrivono il legame speciale che unisce l`uomo alle automobili
    The Eastwood Way - un approfondimento sul modo di lavorare del grande regista e attore
  • Discussione Gugly • 20/09/12 15:57
    Portaborse - 4711 interventi
    Grandissima spoilerata del Corriere.it con i commenti sarcastici dei lettori:

    http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/12_settembre_20/tumori-cinema_eff1086a-0301-11e2-a615-3f0c0f40ef8a.shtml
  • Discussione Zender • 20/09/12 20:06
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Esempio di come il nemico dello spoiler sia allerta in ogni campo :)
  • Discussione Piero68 • 23/05/18 12:22
    Contratto a progetto - 241 interventi
    SPOILER
    Ho letto molti commenti sull'epilogo di questo film. C'è chi ci vede una specie di "deriva" pacifista. Chi una sorta di ispirazione "cristologica" e altre.
    Il mio modestissimo parere è che invece l'epilogo riflette in pieno la personalità, reazionaria e conservatrice se vogliamo, di Eastwood. Oltre che essere anche il più credibile da un punto di vista narrativo.

    Intanto non è sicuramente pacifista perchè il ricorso all'uso delle armi c'è eccome. Anche se ad usarle non è Kowalski.
    Non c'è ispirazione cristologica perchè quello di Walt non è un sacrificio di salvezza. Ma è una sorta di suicidio mirato e di vendetta.

    Il succo secondo me è che Kowalski è un duro fino alla fine e, invece di "sprecare" la sua morte (non dimenticate che nel film si capisce che è molto malato e che la fine è vicina), la utilizza per vendicarsi.

    Uccidere qualche teppista non avrebbe fermato la spirale di violenza e lui non avrebbe potuto reggere l'urto fino in fondo, viste anche le sue condizioni di salute. Così, decide che la sua morte può ancora servire a mettere fuori gioco i teppisti.

    Perfettamente in linea con il personaggio Kowalski/Eastwood. La morale ultima secondo me è proprio questa: nella parabola della vita di un uomo, nulla va sprecato. Nemmeno la morte!
    Ultima modifica: 23/05/18 14:29 da Zender
  • Homevideo Rocchiola • 1/01/20 09:52
    Call center Davinotti - 1236 interventi
    Ottimo prodotto. Video panoramico 2.40 praticamente perfetto. Audio 5.1. un pò basso ma impeccabile.