Gli occhi dell'assassino - Film (1992)

Gli occhi dell'assassino
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Titolo originale: Through the Eyes of a Killer
Anno: 1992
Genere: thriller (colore)
Note: Tratto dal racconto "The master builder" di Christopher Fowler.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 23/06/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 23/06/20 00:56 - 2910 commenti

I gusti di Buiomega71

Markle realizza un thriller claustrofobico, angosciante e serrato, che inizia pian piano per aumentare di tensione e oppressione tra voyeurismi depalmiani, complessi di edipo, casette di bambola, carpentieri tanto ambigui quanto brutali (fa specie vedere MacGyver nel ruolo dello psicopatico) e un inquietante occhio vitreo alla The wicker man che tutto sovrasta e domina. Il romanticismo si tramuta in ossessione e morbosità e verso il finale si ammanta di chiaroscuri horror giocandosela tra Bad Ronald e La casa nera, con chiusa sospesa e incerta. Ottima la confezione hitchcockiana.
MEMORABILE: Laurie in una delle scene nella doccia più belle mai girate dopo quella di Psyco (e il braccio insanguinato); Gli elettrodomestici che impazziscono.

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  • Discussione Buiomega71 • 23/06/20 11:05
    Consigliere - 25998 interventi
    Markle realizza un thriller angoscioso e claustrofobico, che comincia piano piano per poi inalzare l'asticella della suspence e della tensione, tra voyeurismi depalmiani, romanticismo che diventa ossessione morbosa, casette di bambola, un'appartamento trappola dove gli elettrodomestici impazziscono come in Pulse, e in tv si proietta Gli occhi che non sorrisero , disturbato dalla televisione che fa le bizze, e un occhio dipinto sulla vetrata della finestra, così inquietantemente luccicante, da vago sentore pagano alla The Wicker Man che tutto osserva e tutto sovrasta.

    Fa un pò specie vedere il buon MacGyver nei panni del carpentiere psicopatico con complesso di edipo (la madre possessiva, non per nulla, è Tippi Hedren), rozzo e grezzo ma anche passionale, con qualche problemino con l'altro sesso.

    La Helgenberger è bravissima nel ruolo della vittima predestinata e presa di mira , si concede in autoreggenti e Markle le regala una delle scene nella doccia più belle e intense dopo quella di Psycho (attenzione al braccio insanguinato che la ghermisce), che passa da un'uomo sbagliato all'altro, fino a essere spiata e osservata nell'intimità da occhi indiscreti nascosti tra le mura del suo appartamento bostoniano.

    Confezione impeccabilmente hitchckockiana, dove Markle sà ricreare , soprattutto negli interni, barlumi da ottimo psychothriller , con attese spasmodiche e colpi di scena ben assestati (l'amica della protagonista sola in casa che scompare misteriosamente, l'appartamento funesta tana , in passato, di un serial killer che uccideva studenti per poi murarli tra le pareti-Il messaggero dice niente?-) che in dirittura di arrivo sfocia nell'horror , dove se la gioca tra Bad Ronald e La casa nera, con reminiscenze più recenti che fanno venire in mente The Pact e The Boy, e con quella chiusa sospesa e incerta che mette più di un brivido (con riprese in esterni notturni del palazzone, con quell'aria così minacciosa dai vaghi sapori acri alla Sentinel).

    Gran classe registica, ottima direzione degli attori, che carbura lentamente, per prendere pieghe sempre più oscure e torbide, fino alle battute pseudoslasher da scomodare pure sua maestà Wes Craven.

    Tra il marasma dei b-movie da discount usciti prettamente in straight to video è forse uno dei più interessanti , che nulla ha da invidiare a titoli più blasonati usciti nei nostri cinema all'epoca.

    Le vie tortuose delle pene d'amore che si mutano in molestie, poi in tormento e infine si sprofonda nell'incubo, tra letali porte d'acciaio che fungono da ghigliottine e nascondigli tra le intercapedini delle pareti (in parte debitore al Frank Darabont di Strategia di una vendetta), dove gli occhi dell'assassino spiano da dietro i muri accarezzando morbosamente l'inconsapevole preda.

    Sicuramente tra le uscite più originali e intriganti del regista di Bat 21

    Suggestiva la fotografia di Frank Tidy che dona sprazzi argentiani e penetrante lo score di George Clinton.

    Di culto la Helgenberger che dopo essersi scolata una bottiglia di champagne, si toglie le scarpine e si dirige, a piedi nudi, verso la doccia, in un piano sequenza degno del miglior De Palma.




     
    Ultima modifica: 23/06/20 18:17 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 23/06/20 11:15
    Consigliere - 25998 interventi
    Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs Cic Video/Paramount.

    Edizione: ottobre 1993

    Durata effettiva: 1h, 30m e 48s

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images53/cogliocchi.jpg[/img]
    Ultima modifica: 23/06/20 14:27 da Zender