Gli indifferenti - Film (1964)

Gli indifferenti
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/04/09 DAL BENEMERITO RENATO
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Renato 27/04/09 12:22 - 1648 commenti

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Formalmente ineccepibile, ma l'emozione latita quasi del tutto. Dramma borghese ambientato durante il ventennio (ma i riferimenti al periodo storico sono assenti), mi ha lasciato perplesso: troppi interni, troppi dialoghi, troppi primi e primissimi piani. Gli attori saranno anche bravi, ma si fatica a seguirli; ed alla fine rimane in mente solo lo spettacolare lavoro sulle luci del grande Gianni Di Venanzo.

Enzus79 5/11/09 10:36 - 3059 commenti

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Amori e pene di una nobile famiglia italiana, che deve far di necessità virtù in tempi di crisi. Con un finale che lascia l'amaro in bocca. Ci sono pochissime (se non nessuna) scene in esterno, con dialoghi (soprattutto quelli con Milian) cinici. Il tutto però condito da una lentezza che non fa bene alla storia. Superbo il cast.

Rickblaine 5/11/09 09:51 - 635 commenti

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La casta degli indifferenti è sempre più alta. Quelle persone che a chiare situazioni rimangono impassibili nonostante la drammaticità delle circostanze. Quel che interessa è la convenienza personale che rischia di far perdere la fiducia in sè stessi. Questa pellicola, anche se un po' noiosa, rende l'idea con cinque personaggi tutti con una verità sgradevole. Ottime recitazioni, sopra a tutti Steiger e Milian.

Giuliam 5/11/09 10:03 - 178 commenti

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"Gli indifferenti" è la rapprensentazione della borghesia italiana dell'epoca, vista in un'ottica inumana in tutte le sue sensibilità e falsità, dove l'unico valore rimasto è il denaro. Spietata pellicola in cui amore, tradimento e allusioni sono racchiuse nel silenzio dei protagonisti. Tutto girato in un'ambientazione teatrale ed interpretato da uno splendido cast (citiamo la bella Claudia Cardinale e il camaleontico Tomas Milian).

Stefania 19/06/10 01:59 - 1599 commenti

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E' veramente di un film di (bellissima) fotografia: la luce, o fioca o invadente, scava o sgrana i volti in primo piano, evidenziando le tristi smorfie di Maria Grazia, i sogghigni di Leo, l'ombrosità di Carla, la rabbia repressa di Michele. L'unità di tempo e di luogo configura un ultimatum: due giorni e due notti entro i quali Carla e Michele, protagonisti assai più attivi e consapevoli nel film che nel romanzo, devono decidere se cedere all'assedio del peggior nemico: la loro indifferenza. Ottimo Rod Steiger, viscido Leo Merumeci.
MEMORABILE: La sequenza nella semioscurità durante il black-out nella villa, in cui i personaggi sono ombre indistinguibili.

Ilmonco 9/11/10 19:21 - 41 commenti

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Indifferenza è il sentimento che si prova durante il film. Non c'è empatia per questi personaggi vuoti e annoiati, incapaci di cambiare vita. Riescono solo a parlare tanto (Michele) e a cambiare umore, dimenticando gioia o dolori in uno schiocco di dita. La storia procede senza sussulti fino alla fine. Attori al loro massimo (Cardinale bravissima quanto Steiger), forse con una recitazione un po' troppo eccessiva in alcuni punti ma che non stona. Non lascia molto, ma forse era questo l'intento.
MEMORABILE: La voce della Cardinale.

B. Legnani 13/12/11 01:30 - 5611 commenti

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Bel film. Maselli azzecca una scelta che inizialmente spiazza. Siamo, infatti, attorno al 1930, ma lo si capisce solo da cappelli, automoboli eccetera. I riferimenti all'epoca sono saggiamente eliminati per far concentrare l'attenzione sui cinque personaggi principali, perfettamente dipinti nella loro amoralità moraviana da un cast cosmopolita. Tutti bravissimi, con lode particolare a Steiger e alla Winters. Adriana Facchetti fa la cameriera e Consalvo Dell'Arti fa l'ufficiale giudizario...

Lucius 14/03/12 19:52 - 3029 commenti

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La decadenza della borghesia, ma anche le decadenza dell'animo. Un'inaspettata sorpresa questa pellicola di grande cinema italiano, caratterizzata da una fotografia ineccepibile e da preziosi tagli di regia. Un grande cast al centro del film ci racconta le vicissitudini di una ricca famiglia agli albori dello splendore in cui ha vissuto per decenni. Si aprono le porte del baratro, in un'opera di forte identità cinematografica. Notevole.

Nando 18/08/12 00:57 - 3864 commenti

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Dal romanzo di Moravia si snoda questa pellicola elegante e raffinata dotata di un bel cast in cui la depressione dei personaggi è ben congegnata. Validi i dialoghi e le scenografie. Cardinale meravigliosamente oscura, Milian romanticamente idealista, Steiger laido ed arrivista, Winters intrigante e Goddard carampana al punto giusto.

Homesick 6/05/13 07:34 - 5737 commenti

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La borghesia devitalizzata e inerte del romanzo di Moravia grondava liquami neri e putidi, ma la storia che ne trae Maselli non appaga per nulla: sembra abbia fretta di giungere alla fine – questa volta l’eccessiva brevità costituisce handicap – semplificando, annacquando, tacendo, ripulendo e cambiando, senza far emergere le enormi incertezze che dilaniavano i due fratelli del libro. Questi ultimi e gli altri personaggi ritrovano all’opposto precisa corrispondenza esteriore in cinque interpreti fisicamente perfetti, velati dall’elegante b/n di Gianni Di Venanzo. Blando e generico.
MEMORABILE: La figlia che agghinda la madre per il ballo in maschera: unica scena degna di nota, peraltro inedita rispetto al romanzo.

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Saintgifts 16/09/13 15:13 - 4098 commenti

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Giovani incapaci, inetti, indifferenti, nelle mani e nelle brame di chi li ha visti bambini e ora vuole la loro freschezza, indifferente a ogni questione morale. Un compito svolto bene, con diligenza e con gli strumenti giusti (cast, fotografia, sceneggiatura), ma senza sussulti, senza un coup de théâtre (forse solo nella scena finale); troppo lineare, indifferente nell'osare. Rimane comunque un film degno e una discreta trascrizione dell'opera letteraria. Maselli si rivela regista attento e capace di far muovere gli attori nel giusto modo.
MEMORABILE: La Cardinale si scopre donna e desiderata guardando il suo corpo allo specchio.

Cotola 3/11/13 11:01 - 9309 commenti

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Inutile soffermarsi troppo sulle qualità "tecniche" del film che sono oggettive: la cura per le immagini, l'ottima fotografia e la bella prova del cast. Però alcune scelte narrative non convincono: non tanto il non aver sottolineato quasi per nulla l'ambientazione durante il Ventennio (forse figlia della volontà di universalizzare certi caratteri e situazioni), quanto piuttosto una durata troppo breve che, forse, non permette di approfondire al meglio la psicologia dei personaggi. Non che quest'ultima sia tirata via, ma probabilmente un affresco più ad ampio respiro avrebbe giovato.

Rufus68 9/04/16 20:17 - 3896 commenti

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Maselli decontestualizza il romanzo di Moravia e non è una gran perdita. Nella trasposizione viene, invece, a mancare il tratto laido, grossolano e patetico di alcuni personaggi che, nel film, guadagnano in purezza ed eleganza di lineamenti (e qui il regista sfiora persino il calligrafismo). La fotografia è, però, eccezionale e tutto il cast, a cominciare da un Milian risentito e sarcastico, d'altissimo livello.

Giùan 2/07/16 09:42 - 4776 commenti

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Maselli rispetta nella sostanza il controverso romanzo del giovane Moravia costruendo un film formalmente ineccepibile, sotto la cui fredda luce decadente palpitan come fuochi fatui pulsioni irreversibilmente destinate a spegnersi, perchè geneticamente già morte. Restituito dunque il pervasivo senso di morbosità funerea che caratterizza la lettura. Un po' polverosi risultan però la spinta teatralità e certa manierata apoditticità. Formidabilmente sensuale Claudia (vicina alla Sandra di Vaghe stelle dell'Orsa...), ottimi Steiger/Winters, un tono o'sotto Milian/Goddard.

Vitgar 27/03/17 15:44 - 586 commenti

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Film particolarmente lento, a volte trascinato. Viene da chiedersi se è la sceneggiatura o se forse il romanzo di Moravia sia stato sopravvalutato, ai suoi tempi. Sta di fatto che non mi convince. Innegabile un certo tocco di qualità, specialmente nella fotografia. La Cardinale la preferisco più solare e meno "musona", Milian agli inizi della carriera fa la sua parte. Steiger e Winters non convincono.

Faggi 14/04/17 22:54 - 1551 commenti

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Lettura minimale e algida del capolavoro di Moravia. Si direbbe che l'artefice abbia introiettato a tal punto il romanzo da riuscire, tramite astrazione, a restituire un oggetto sguinzagliato, personale, di buona fattura tecnico-formale a cui la sintesi - anche in termini di metraggio - giova. L'impresa era ardua e se non tutto è perfetto fa niente; c'è gusto per le immagini e l'uso della mdp (movimenti, lente su certi dettagli) è espressivo. Bravi gli attori, immersi con trasporto in un'atmosfera dal colore malinconico e turbato.

Lythops 9/12/18 17:39 - 1019 commenti

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L'irrinunciabilità della condizione borghese, l'illusione di non perdersi, vendersi all'unico offerente purché nulla cambi pur sapendo che questo è impossibile, il rifugio nell'indifferenza quale unico porto. Il film, più che altro una pièce teatrale, presenta i personaggi per quello che sono, con tanta apparenza, incapaci di profondità come nella sequenza iniziale che costituisce la base di tutta l'opera. Buone tutte le prove attoriali, con Steiger bravissimo nella parte di Murumeci.

Buiomega71 27/08/20 00:38 - 3017 commenti

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Maselli occhieggia a Antonioni e Visconti, ma difetta di una propria personalità autoriale. Noioso, prolisso, alla fine racconta del nulla con un andamento fiaccamente teatraleggiante. Ben resa la decadenza della famiglia altoborghese in via di disfacimento, come è superlativa la fotografia di Di Venanzo, ma manca la passionalità e tutto si riduce a un gelido esercizio di stile. Tracce di divismo alla Viale del tramonto sul volto grottescamente truccato della Goddard che chiude il film, ma quello che resta è appunto l'indifferenza, con pochissime emozioni.
MEMORABILE: La Winters curiosamente sexy in sottoveste nera; La collana di perle strappata durante la crisi della Goddard; Steiger e le pulsioni "incestuose".

Paulaster 6/07/21 09:50 - 4668 commenti

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Alcuni ufficiali giudiziari si presentano in una villa per inventariare i mobili. La sconfitta della classe borghese viene rappresentata descrivendo i rapporti incrociati del piccolo nucleo familiare: gli adulti sono ipocriti e i giovani disillusi. Il comparto maschile è più incisivo a livello di scontri e le donne sono solo oggetto di egoistico desiderio. Pochi i riferimenti agli anni Venti (salvo automobili e balli), a rendere la critica universale ma asettica. Il dramma vero sembra sia la perdita dello status sociale e questo viene bene approfondito.
MEMORABILE: Milian che dà del ladro a Steiger; I soldi per il taxi della Cardinale dopo la nottata d’amore; La collana strappata.

T. hermill 17/09/21 01:26 - 17 commenti

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Attorno alla figura del viscido e ambiguo Leo Merumeci si consuma il declino morale, economico e sociale della prestigiosa famiglia degli Ardengo. Da un romanzo di Moravia un bel film di Maselli che indaga con toni algidi e morbosi la condizione della classe borghese, prossima allo sfacelo. Superbo il bianco e nero di Di Venanzo, disturbante la bellezza della Cardinale.

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  • Discussione Zender • 16/04/12 08:15
    Capo scrivano - 48430 interventi
    Lucius ebbe a dire:
    La fonte è:
    intervista a Maselli rilasciata a Roma il 27 maggio 2004,alla giornalista Chiara Gelato contenuta negli extra del dvd targato Cristaldi Film.

    Certo, infatti la fonte è chiara. Va però capito se il regista ha detto una cosa vera o se invece ha parlato di una cosa senza conoscere realmente tutti i termini della stessa.
  • Discussione Fauno • 12/06/16 19:55
    Contratto a progetto - 2749 interventi
    Una cosa però andrebbe sottolineata: in Imdb nello spazio in alto a destra c'è scritto V.M.18 (per un film del '64) e ho avuto conferme che in Italia è uscito vietato ai minori di 16 anni. Quindi non mi meraviglierei se anche in Francia qualche rallentamento almeno all'inizio l'avesse avuto, senza per questo arrivare alla censura. Tutto starebbe a decifrare e a verificare l'esistenza di quel canale di distribuzione pronunciato da Maselli nell'intervista. Speriamo che in una direzione o nell'altra il tempo sia galantuomo.
  • Discussione Fauno • 12/06/16 20:13
    Contratto a progetto - 2749 interventi
    E in effetti, sempre su Imdb, se si va a cercare le società di distribuzione, si vede che in Francia è stato distribuito nel '67, ben 2 anni e mezzo dopo l'uscita nelle sale italiane, e addirittura dopo la distribuzione americana, nonostante la co-produzione fosse italo-francese. Quindi secondo me in questo gap di quasi 3 anni è più che plausibile che la pellicola abbia stagnato in altri circuiti. Ammesso che Maselli non imiti i registi citati da Buio, ma non ne vedrei l'interesse.
    Ultima modifica: 12/06/16 20:14 da Fauno
  • Discussione Lucius • 12/06/16 21:46
    Scrivano - 9078 interventi
    Infatti:

    En 1966, le cinéma devient le premier véritable complexe parisien en proposant une deuxième salle baptisée "Studio-Saint-Lazare" et installée dans le volume d'un appartement surplombant la salle d'origine : elle est consacrée aux films d'art et essai.

    Quelques mois plus tard, une troisième salle baptisée "Cinévog III" voit le jour.
    A partir de 1971, ce sont 4 salles qui composent le "Cinévog", puis assez rapidement 6 salles.
    Dans la foulée, le lieu succombe aux sirènes du porno et devient le premier complexe de ce type dans la capitale !

    Maselli parlando di Gare de Saint-Lazare si riferiva allo Studio-Saint-Lazare.

    https://sallesdecinemas.blogspot.it/search/label/Cin%C3%A9vog%20Saint-Lazare
    Ultima modifica: 13/06/16 10:34 da Lucius
  • Discussione Fauno • 12/06/16 23:28
    Contratto a progetto - 2749 interventi
    Quindi niente di più probabile che nel '67 non esistendo cinema a luci rosse, i film con qualche scena o contenuto spinto per quei tempi siano passati nelle sale d'essai. E in effetti i film d'essai (a Bologna tutti si ricorderanno il cinema Roma d'Essai in via Fondazza!) hanno avuto una distribuzione molto più limitata dei film commerciali. Che non sia stato apprezzato e che qualcuno l'abbia in seguito rivalutato è un'altra storia...
    Ultima modifica: 12/06/16 23:33 da Fauno
  • Discussione Faggi • 15/04/17 16:36
    Addetto riparazione hardware - 434 interventi
    Un paio di osservazioni in margine a questo film della nostra gloriosa celluloide "che fu".

    Il capolavoro di Moravia non è un romanzo fiume, ma molto denso e ricco di goloso materiale per fare cinema. Maselli ha trovato una sintesi e una sua lettura figurativa; l'annosa questione "meglio il libro o il film?" non ha dimora e ancora una volta si vede come linguaggi diversi si manifestano in forme necessariamente diverse.

    Oltre all'astrazione ("il trarre fuori") tramite immagini, l'artefice è riuscito in un'altra impresa (ho detto che il romanzo non è lungo ma è intenso e pieno di materiale): ovvero rimanere entro i 90 minuti: cosa che ho molto apprezzato.
    Ultima modifica: 16/04/17 09:15 da Faggi
  • Discussione B. Legnani • 29/03/19 17:17
    Pianificazione e progetti - 15077 interventi
    Fantastico, l'ultimo post in Verificate. Complimenti a Lucius e grazie ai diplomatici intervenuti. E a Travis.
    Ultima modifica: 29/03/19 17:38 da Zender
  • Discussione Lucius • 29/03/19 17:24
    Scrivano - 9078 interventi
    Grazie. Sono immagini in esclusiva assoluta per il Davinotti.
    Ultima modifica: 29/03/19 19:15 da Lucius
  • Discussione Buiomega71 • 27/08/20 10:31
    Consigliere - 26624 interventi
    Rassegna estiva: Italian Graffiti d'agosto 

    Maselli guarda a Antonioni e a Visconti, ma le manca una personale vena autoriale e il film ne risente.

    Freddo, prolisso e noiosetto esercizio di stile che racconta del nulla, dove le uniche cose che rimangono sono la decadenza della famiglia altoborghese in disfacimento e la suggestiva fotografia, fatta di chiaroscuri, di Gianni Di Venanzo.

    Impianto teatraleggiante piuttosto statico, riverberi goticheggianti nell'immenso giardino della funerea villa con fontana, eppoi una marea di dialoghi più o meno interessanti (che sfociano nel didascalico come quelle del ribelle rampollo di Tomas Milian) e le solite manfrine degli amorazzi incrociati e della fredezza dei sentimenti.

    Non si capisce poi il perchè Maselli abbia preso attori stranieri (quando il nostro cinema, all'epoca, pululava di mostri sacri) e l'unica italiana sia la Cardinale (personaggio piuttosto sciapetto e incolore la sua Carla), che seppur mastodontici (Steiger e la Winters su tutti) mancano di quell'italianità tipica di quel periodo.

    Ma aldilà della scelta del cast, l'opera maselliana (seppur abbagliata da bellissimi primi piani e da scenografie esteticamente notevoli-si veda l'appartamento di Steiger-) risulta asettica, senza particolari slanci emotivi, che ciondola nella sua verbosità sterile e nella sua tediosa messa in scena.

    A poco servono gli slanci pseudoincestuosi di Steiger verso la Cardinale, la Winters che si mostra insospettabilmente sexy in sottoveste nera nel letto con Milian, la crisi della Goddard che si strappa la collana di perle, la chiusa con la Goddard truccata dalla Cardinale, che diventa una maschera grottesca di vecchiume funereo alla Viale del tramonto, le uscite notturne di Milian sotto una pioggia battente, i ritratti da fosco melodramma nella penombra dell'immensa villa.

    Manca la passionalità, la carnalità, il livore, e tutto si risolve in una messa in scena tanto stucchevole quanto ben poco coinvolgente, dove Maselli pare più interessato alla forma che non alla sostanza, pescando dalla decadenza viscontiana e dall'incomunicabilità antonioniana , senza averne l'occhio impietoso e cinico.

     Di scarso interesse gli intrallazzi amorosi (manca la morbosità, o almeno, non è stata pervenuta, dove Steiger diventa una specie di playboy di mezza età, anzichè essere un untuoso vecchiaccio viscido e libidinoso) e men che meno la villona data all'asta su cui il personaggio di Steiger ci specula sopra.

    La colonna sonora di Giovanni Fusco, sui titoli di coda, assume poi le sonorità di uno spaghetti western (sentire per credere).

    Non resta poi molto del pomposo e algido drammone del buon Citto, se non appunto l'indifferenza spettatoriale di quel che si racconta e passa sullo schermo.

    Note a margine: Mi accorgo ora che per la rassegna avevo scelto I delfini (sempre di Maselli) , leggendo prima alcuni commenti per indirizzarmi. A film finito noto che i commenti non corrispondevano con Gli indifferenti, faccio mente locale e mi rendo conto di aver sbagliato ad acquistare il film, al posto de I delfini ho preso a occhi chiusi Gli indifferenti, convinto che fosse I delfini.

    Ormai il dardo è tratto.


    Ultima modifica: 27/08/20 22:02 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 9/09/20 19:11
    Consigliere - 26624 interventi
    Ottimo il dvd edito dalla Dolmen/Cristaldi film
    Formato: 1.85:1
    Audio:italiano
    Sottotitoli: italiano per non udenti
    Come extra: intervista a Alberto Moravia dove Duccio Tessari fa domande a Moravia e a Citto Maselli, all'interno di una sala cinematografica, sulla differenza tra libro e film (3 minuti). Intevista a Citto Maselli (19 minuti). Citto Maselli e Claudia Cardinale a confronto e i ricordi sul set del film (9 minuti). Galleria di foto e recensioni dell'epoca sul film.
    Durata effettiva: 1h, 26m e 20s

    Immagine al minuto 00.24.17. Carla (Claudia Cardinale) accasciata davanti alla fontana, nel giardino della villa, facile preda per Leo Merumeci (Rod Steiger).

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images53/PDVD-152.jpg[/img]
    Ultima modifica: 9/09/20 20:14 da Zender