Girl 6 - Sesso in linea - Film (1996)

Girl 6 - Sesso in linea

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Benché alle prese con un tema (le chat line erotiche) potenzialmente a rischio di volgarità e gag grossolane (o forse proprio per questo), Spike Lee confeziona una commedia che strizza invece l'occhio al cinema più mainstream, limitandosi - come massimo oltraggio al perbenismo - a farci sentire un bel po' di prevedibili orgasmi simulati (è dai tempi di HARRY, TI PRESENTO SALLY che la trovata funziona). Theresa Randle è la classica bella ragazza (di colore) che, vistasi sfuggire la carriera d'attrice per il rifiuto di mostrare il rigoglioso seno (davanti a Quentin Tarantino, nella parte...Leggi tutto di se stesso!), accetta di iniziare la carriera di “call-girl" (Girl 6 è il suo codice in ufficio): riceve telefonate da ogni tipo di cliente perverso e, naturalmente, diventerà la migliore. Da Spike Lee non ci saremmo aspettati tanta banalità: se anche la mano di un ottimo regista si sente, è un peccato constatare quanto poco sia rimasto in GIRL 6 dell' autore di FA' LA COSA GIUSTA. Incanalato sui binari della ruffianeria meno sapida, non riesce a trovare quegli spunti originali in grado di distinguere il suo lavoro da uno dei tanti che Hollywood sforna ormai su ogni tipo di argomento, anche il più scottante. La Randle è brava, ci sa fare in tutti i sensi, sa anche rendere credibile il suo personaggio, e non è certo da imputare a lei la modesta riuscita del film, né al resto del cast. Si rileva invece una stanchezza compositiva nella sceneggiatura, prigioniera di reazioni causa-effetto che andavano analizzate con maggior cura. Presi singolarmente i dialoghi sono apprezzabili, nell'insieme si ripetono. Un film troppo leccato. Forse c'era la paura di sconfinare nel volgare…

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Il Gobbo 20/12/07 08:55 - 3015 commenti

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Così così, lo spunto è interessante, e di tanto in tanto Lee piazza qualche zampata, ma il film nell'insieme manca di nerbo, di amalgama come le squadre di Gianni Di Marzio: e finisce per sembrare sostanzialmente superfluo. Molto bella la Randle, gustoso il cammeo di Tarantino che si autoparodia poco prima di litigare con Lee su usi e abusi dell'epiteto "nigger". C'è un omaggio ai Jefferson!

Cotola 6/12/09 22:47 - 8998 commenti

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Non male ma poteva essere molto meglio. Qualche zampata alla Lee qua e là c'è, ma alla fine è come se il regista non sapesse bene come riempire il tutto e soprattutto come completare l'opera (il finale è abbastanza inadeguato). Modesto ma a tratti riesce comunque a divertire. Bravissima la Randle (sicuramente ancor più apprezzabile in lingua originale). Varie comparsate famose, tra cui spicca quella di Tarantino.

Capannelle 25/01/10 15:44 - 4394 commenti

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All'inizio sembra prendere, complice la spontaneità della Randle e un tema, quello del sesso telefonico, attuale da tempo ma del quale è raro trovare trattazione al cinema. Qualche gag spiritosa, tipo Tarantino nel ruolo di sè stesso, qualche frecciatina sociale ("ai clienti dite sempre che siete bianche") e una naturale simpatia per la protagonista. Ma lo sviluppo del film si prende troppe pause e risulta artificioso, anche per un eccesso di lucido (uffici del call center che sembrano una corporation e colleghe troppo carine e collaborative).

Giacomovie 17/06/10 09:14 - 1397 commenti

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Analisi parodistica ed a tratti spiritosa del mondo delle hot-line (riesce a far emergere la latente solitudine di chi vi ricorre) ma che alla fine risente della ristrettezza dei confini del soggetto, risultando stiracchiata ma efficace nel contrasto fantasia-realta. Uno Spike Lee minore ma non per questo da scartare a priori. **!

Luchi78 11/10/12 16:30 - 1521 commenti

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Non così male, anche se Spike Lee ha fatto cose di ben altro spessore. In realtà c'è una vena molto romantica anche in un ambito così grossolanamente sessuale come quello delle chat erotiche, e Lee è molto bravo a non incappare in banali volgarità e a rendere estremamente sensuale la protagonista anche quando soddisfa telefonicamente i clienti più aberranti. C'è poi molta ironia, con vere e proprie gag da antologia, qualche comparsata d'autore e un finale che poteva essere decisamente meno scontato.

Saintgifts 23/04/13 10:17 - 4098 commenti

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Come Dorothy Dandridge (prima attrice afroamericana ad aver ricevuto una nomination all'oscar come miglior attrice) rifiutava parti che di solito erano destinate agli attori di colore, Judy-Lovely (Theresa Randle) aspirante attrice, rifiuta ai provini di mostrare il seno (cosa che forse nemmeno le star più famose possono fare) e così per sopravvivere diventa una brava callgirl. Non è un film sulle hot-line, ma piuttosto sulla dignità delle persone (specie quelle di colore) che, come Judy, dimostrano sensibilità e amore verso il prossimo.
MEMORABILE: Lovely che aspetta Bob a Coney Island e quello che ne segue...

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  • Curiosità Lucius • 21/12/11 03:37
    Scrivano - 9063 interventi
    Il film si avvale di molti camei d'autore, quali Naomi Campbell, Madonna, Halle Berry e Quentin Tarantino.
  • Discussione Raremirko • 18/11/18 21:58
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Avevo saputo qualcosa delle litigata tra Tara e Lee, se Il gobbo vuole poi magari mi spiega; fecero comunque pace?


    Comunque abbastanza d'accordo con i commenti: potenzialità varie ma storia solo a tratti convincente.

    E' praticamente un Tutta la vita davanti al pepe (e anche For a good time, call... pescherà qualcosa da qui), con un pò di volgarità e camei notevoli.

    Sprecato Turturro: lo si vede troppo poco, e con quel look poteva caratterizzare in maniera interessante il personaggio.

    Un discreto sprazzo/spaccato di vita cittadino, sul tirare avanti ed arrangiarsi.

    Bene la Randle (purtroppo non fa più nulla da 8 anni, ma ha un buona filmografia all black).