A leggere il titolo italiano (ma un po' anche quello inglese, REALITY BITES) parrebbe di avere a che fare con un film corale, un ritratto generazionale. Cosa vera solo in parte, perché al centro della storia esiste una protagonista ben precisa: Winona Ryder (minuta, deliziosa e decisamente a suo agio nel personaggio di ragazza spigliata, intelligente ma incapace di procurarsi un lavoro fisso). Gli altri, in ordine d’importanza Ethan Hawke, Janeane Garofalo e Steve Zahn, sono suoi amici e compagni di casa, ognuno di loro alle prese con problemi grandi e piccoli, comunque sullo sfondo rispetto a quelli affrontati da Lelaina (Ryder), della quale si innamorerà poi Michael (Ben Stiller, bravo in una...Leggi tutto parte per una non comica). Il mondo e il cast girano attorno a lei mentre si diverte a filmare i suoi amici per un video amatoriale che permette all'opera di aggiungere qualche ripresa e qualche stacco molto trendy. Così come molto “al passo coi tempi” e vivace risulta l'intero progetto, scandito da una colonna sonora zeppa di vecchi evergreen (“My Sharona” degli Knack, Peter Frampton...) e canzoni vere e proprie. Regia (di Ben Stiller) e sceneggiatura (di Helen Childress) concorrono a dare un taglio molto “easy” (leggasi anche superficiale) alla storia, destinata ai giovani coetanei del gruppo protagonista. Dialoghi furbi, recitazione attenta (con un Ethan Hawke che ce la mette tutta per giocare a fare il “bello e dannato”), focus sui problemi del momento (Aids, difficoltà lavorative, velleità artistiche frustrate...). Un prodotto costruito a tavolino per piacere a un pubblico che sa già molto bene cosa attendersi.
Discreta commedia sul mondo post-adolescenziale negli anni Novanta e i suoi problemi: precariato, noia, insoddisfazione, amori fuggevoli, AIDS, ambizioni frustrate… La banalità è dietro l’angolo, ma il buon cast di talenti consolidati (la Ryder) e nuove promesse (Hawke, Garofalo), unitamente a una sceneggiatura spigliata e ad una buona colonna sonora ricca di classici, consente di evitarla, almeno in parte. In una scena del video amatoriale compare David Pirner dei Soul Asylum, all’epoca fidanzato della Ryder.
Commedia giovanilistica il cui obiettivo presunto è quello di ritrarre la società post adolescenziale degli anni '90 attraverso un opera ricca di dialoghi e situazioni che riflettano il senso di smarrimento e confusione (ma anche di noia) generazionale. Dopo un inizio scoppiettante tuttavia, il film si affloscia e diventa più convenzionale (alla fine una risaputa storia d'amore) anche se si lascia vedere fino alla fine grazie a un cast di attori simpatici e di talento.
Insoddisfacente. Il cast di attor giovani si impegna poco e male e la regia di Ben Stiller presenta davvero pochi guizzi. Noiosetto, film che non ho mai potuto sopportare e non riesce a raggiungere neanche la sufficienza, a mio avviso.
Film che si basa sui problemi post laurea di quattro ragazzi. L'amore, la disoccupazione e gli stili di vita da affrontare sono problemi evidenziati malamente dalla sceneggiatrice. Il buon cast non basta (anche se la più brava può sembrare la Garofalo). Buona la colonna sonora.
Racconto di una storia di giovani che dopo la laurea affrontano il mondo del lavoro incontrando difficoltà ambientali e le prime discordie nel gruppo. Il cast è buono. La Ryder, stupenda, tiene bene la parte come anche l'ottimo Ethan Hawke. Interessante e quindi curiosa sceneggiatura, che rapporta il vero stato d'animo dei giovani "post-pacchia".
Sorprendente film di Stiller, qui in seconda fila come attore. È un ritratto generazionale sincero e disincantato, tutt'ora molto attuale vista la difficoltà dei neolaureati nel trovare un lavoro e una dimensione stabile. Le due ragazze sono perfette, con una Ryder dalla faccetta giustissima e una Garofalo fantastica. Alla lunga è un po' fastidioso il dandy rockettaro con le sue frasi fatte. La narrazione è molto scorrevole e accompagnata da musiche ben scelte. Peccato per l'happy-end ruffiano, perché il resto è davvero buono.
MEMORABILE: La madre consiglia alla Ryder: "Prova a chiedere lavoro al fast food, ho visto che hanno addirittura messo un ragazzo ritardato a lavorare alla cassa!"
Piccolo trattato generazionale di chi cerca un’identità nel post-sbronza degli anni 80. Mostrata l’incertezza di chi riporta l’attenzione all’individuo, dove le spalline delle giacche si abbassano, i capelli tornano lunghi, dalla musica disco si torna al rock e l’Aids preoccupa. Buona confezione e vivacità, specie nella prima parte, fino all’apparire del personaggio di Stiller, che vanifica l’analisi e mostra la corda col finale sdolcinato.
MEMORABILE: Il balletto in “My Sharona”.
Steve Zahn HA RECITATO ANCHE IN...
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