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TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/04/09 DAL BENEMERITO IL GOBBO
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Il Gobbo 21/04/09 19:13 - 3015 commenti

I gusti di Il Gobbo

La bella avventuriera Lulù, "nipote di Margherita Gautier" (sic!) si trova in Messico tra francesi e bandidos... Nicoletta Machiavelli splendida e splendidamente vestita da Piero Gherardi in un tortilla-western completamente folle e cartoonistico con curioso rovesciamento di ruoli (i francesi sono buoni e i messicani solo cattivi e per di più idioti) in cui si maneggiano con incuria diversi registri. Da vedere comunque (non fosse che per la protagonista), poi molto (pallini inclusi) dipende dal verso per cui lo si piglia. Adorato da Tarantino, pare.
MEMORABILE: "Impicchiamolo!" "Ma perchè?" "Voi messicani state sempre a fare la rivoluzione!" "Ma è la prima volta!"

B. Legnani 18/05/09 18:51 - 5523 commenti

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Didascalie iniziali: "...guerra cruente che porta con se...". Crediti: "Jvan Scratuglia". Primo tòpos (poker): dànno le carte verso destra (non sto scherzando) e fanno vincere colore contro full (nel gioco americano vale il contrario). Trama incomprensibile, dialoghi tremendi (che peggiorano quando si vuole divertire) recitazione o assente (la Machiavelli) o fastidiosa (Camaso, che pare Rigoletto). Piccole inspiegabili ellissi e lentezze che, anziché creare tensione, creano disturbo per la loro inopportunità. Disastro colossale. Della serie "se non lo vedi, non ci credi".
MEMORABILE: Impossibile scegliere: basti dire che è la cosa meno lontana, che io conosca, da Quattro carogne a Malopasso.

Homesick 27/05/09 18:27 - 5737 commenti

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Anomalo western italiano al femminile che, per far distogliere gli occhi dalla raffazzonata e frammentata sceneggiatura, si consacra a stramberie fumettistiche, incominciando dalla presenza della splendida Machiavelli, giocatrice d'azzardo aristocratica e dalla pistola infallibile nascosta nella giarrettiera, e da quella di Camaso, animalesco bandito. I toni sono parodistici e prossimi alla goliardia, sebbene nella figura di Barnes si introducano un paio di istanti di amarezza e non manchino rapide frecciate contro il razzismo della società americana.
MEMORABILE: I cartelli dei "wanted" decorati artisticamente; il pappagallo complice truffaldino; «Qui negli Stati Uniti il governo è contrario alle rivoluzioni»

124c 21/07/10 11:42 - 2913 commenti

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Sarà anche un film adorato da Tarantino, ma, a mio parere, in A 008 operazione sterminio di Lenzi, la bella Ingrid Shoeller (anche lei donna con la pistola nascosta nella giarrettiera, benchè un'agente segreto moderno in gonnella e non una cowgirl che si spaccia per nipote di Margherita Gautier) mi è sembrata molto più convincente di Nicoletta Machiavelli. Probabilmente i western-spaghetti a basso costo, alla fine degli Anni Sessanta, si giravano così, ma il personaggio di Giarrettiera Colt meritava una trama migliore (almeno per me).
MEMORABILE: Il greco Yogo Voyagis che interpreta un messicano.

Matalo! 20/03/15 12:17 - 1378 commenti

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Vi prego, ditemi che son solo dei rush di un film mai portato a termine! Sceneggiatura scollegatissima, senza raccordi tra scene madri che vagano, in tutti i sensi, a caso, come le sconclusionate mani di poker. La Machiavelli (bella oltre ogni dire) appare e scompare a casaccio nelle sontuose vesti (di Gherardi) di una gambler-pistolera che avrebbe avuto un ottimo potenziale (pur se recita male). Di tre francesi solo uno ha la tipica pronuncia, Barnes avrà lavorato nei giorni liberi e Camaso buffoneggia. Desolante. Chi è Gian Rocco?
MEMORABILE: I solitari della Machiavelli ci permettono primi piani delle splendide scollature.

Noodles 13/08/19 00:16 - 2204 commenti

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Western di ambientazione messicana in cui il pistolero senza paura di turno è rappresentato da una donna. Buona e innovativa idea. Poi? Poi, il nulla. Assistiamo per 85 minuti (per fortuna c'è anche una versione tagliata) a una stucchevole sequela di scene dilatate all'infinito per raggiungere un minutaggio decente e una serie di dialoghi completamente inutili e fastidiosi a contorno di una sceneggiatura priva di idee. Di trama se ne vede poca. Completamente inutile.

Caesars 28/01/21 09:43 - 3778 commenti

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Semplicemente terribile. Di trama non se ne parla nemmeno, semplicemente i vari personaggi fanno cose, non necessariamente legate tra loro da un filo logico, e compaiono e scompaiono a casaccio dalla pellicola. Certo il fatto che l'edizione visionata durasse 87', a fronte dei 102' della versione cinematografica non aiuta a rendere comprensibile la storia, ma la sensazione è che le cose non dovessero essere molto diverse. Livello delle interpretazioni bassissimo, non si salva nessuno. Da citare il "décolleté" della bella Machiavelli, unica cosa davvero interessante della pellicola.

Alex1988 28/03/21 17:55 - 728 commenti

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Sulla carta il soggetto poteva sembrare anche interessante, con finalmente una donna a interpretare una pistolera che mette in ordine le cose. E invece nel film c'è poco e niente che funziona; se non la bellezza di Nicoletta Machiavelli e la curiosa scelta delle location: la Sardegna (che pur non si nota, ovviamente). In particolar modo è il villain interpretato da Claudio Camaso (Volonté) ad irritare: altamente sopra le righe, gli spetta una fine altrettanto sopra le righe. Perdibile.

Medusa 21/11/22 14:16 - 33 commenti

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E' estremamente evidente l'intenzione di fare una parodia del western all'italiana... Tutto accade al rovescio, i cattivi diventano buoni e viceversa, le vicende d'amore sono per vari motivi impossibili, il Rosso è troppo stupido e la bella pistolera troppo bella... Da segnalare Yorgo Voyagis giovane e splendido, le ambientazioni sarde spettacolari (certo, bisogna saperlo, ma sono belle egualmente!) e il leit motiv musicale non disprezzabile. Menzione d'onore al pappagallino parlante. Divertente e godibile.
MEMORABILE: Il generale cattivo ma buono che involontariamente uccide sempre la persona sbagliata.

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  • Curiosità Homesick • 30/05/09 09:09
    Scrivano - 1364 interventi
    Da un'ntervista a Nicoletta Rangoni Machiavelli raccolta dal suo fratellastro Niccolò:

    «GIARRETTIERA COLT fu un’esperienza incredibile: avevo già girato dei western “normali”, cioè con storie più o meno classiche, un po’ di violenza, per incassare sul filone spaghetti-western. Ma come GIARRETTIERA COLT, non ne avevo mai visti: la storia di questa donna con la colt nella giarrettiera la quale, tutta vestita e pettinata stile ottocento, con grande scollo e spacco laterale per, appunto, avere facile accesso alla giarrettiera, che cavalca tra le praterie e le saline della Sardegna e fa incontri con personaggi a dir poco strani...in più mio fratello era il produttore, il mio fetido boyfriend il vice produttore, mia madre era sul set (e venne da un giornalista scambiata per Shelley Winters). Ero circondata dai familiari e sapevo di non essere all’altezza. Ero stata programmata per non sentirmi all’altezza; e come sempre la mia reazione fu quella di nascondermi, fuggire. Il costumista/scenografo Piero Gherardi, di fama mondiale, il quale era anche colui che mi aveva “scoperto” qualche anno prima, si era offerto di creare il mio costume per Giarrettiera gratuitamente, ed era proprio un costume alla Gherardi! Uno scollo vastissimo, stoffa setosa di colore rosa/beige, cappellino appena appoggiato sui boccoli neri, con una veletta vezzosa...La trama del film era inusuale e non la ricordo tanto bene, ricordo l’albergo sulla spiaggia in Sardegna nel quale si abitava praticamente tutti; le note facce di truccatori elettricisti e maestranze che avevo già conosciuto in altri film; le facce sconosciute di attori e attrici che andavano e venivano per qualche giorno secondo la loro partecipazione; gli scrittori del film che erano comici e sempre agitati; il mio boyfriend fetido che urlava quando andavamo a letto e scopava con gran diletto giovani attrici in cerca di parti che gli capitavano sottomano. E poi due personaggi maschili che non dimenticherò mai: l’istruttore dei cavalli, il “cavallaro” Enzo e l’attore greco, Yorgo. Ogni mattina, vestita e truccata con ciglia finte e tutto il resto, avevo qualche oretta per imparare a cavalcare all’amazzone (cioè di traverso, ahi ahi!). Enzo era l’addetto ai cavalli per il film, li curava, li faceva muovere a seconda delle esigenze della scena, e aveva scelto per me il cavallone “Bimbo” : un cavallo mansueto e bonaccione che galoppava a ridotta velocità in paragone agli altri. Mi sforzavo ad essere una brava cavallerizza, anche se quella posizione traversa era scomodissima. Dovetti imparare a tirar fuori la colt dalla giarrettiera mentre con l’altra tenevo le redini e Bimbo galoppava. Su quella sella western piena di borchie, le mie calze a rete non proteggevano le mie povere gambe: quanti lividi la sera, e che dolore! La velina del mio cappello a volte impediva la vista. Ma grazie ad Enzo, che m’incoraggiava e con il suo forte accento romano mi diceva tutte le mattine quanto ero bella e quanto ero brava, le scene a cavallo riuscivano. Almeno in parte. Mi ricordo la prima mattina in cui dopo che Bimbo aveva cominciato un lieve trotto, Enzo che cavalcava parallelo a me, vicinissimo, mi disse di infilare i talloni degli stivaletti nei fianchi del cavallo, e Bimbo partì al galoppo. Il balzo mi spaventò, persi il cappellino, ma Enzo era lì che mi spronava: ”Brava, brava, piegati davanti, lasciati andare, stringi forte le ginocchia...”. Dopo pochi minuti ero esilarata: il vento in faccia, la sensazione di velocità e quella di essere tutt’una con l’animale che correva, l’impressione di aver finalmente imparato. Poco dopo, da ferma, risi tanto. Una delle poche risate di quel mio periodo buio. Yorgo, invece, fu l’amore a prima vista: bellissimo, caldo, morbido e affettuoso, era venuto per un periodo di due settimane e appena conosciuti, ci vedevamo di nascosto dove potevamo. Alla fine della sua permanenza, abbiamo girato insieme una scena d’amore, in una stalla adibita a studio cinematografico, con letto e tutto. Nella troupe, chi lavorò in quella scena, fra macchinisti, elettricisti e truccatori, senz’altro gustò il sapore di cosa c’era nella realtà tra noi due. Perfino la mia mamma mi diceva: “State così bene insieme, dovresti proprio pensarci”, ben sapendo che il mio trucido e vile boyfriend osservava tutto e non mi avrebbe mai lasciata. Ero la sua gallina dalle uova d’oro. Le uova d’oro della gallinella attricetta. Anche Yorgo aveva una bella ragazza rossa che un bel giorno arrivò da Roma e gli piantò una di quelle grane...La vita, però, ci rimise insieme qualche anno dopo, in quel benedetto anno 1969 che cambiò la mia vita insieme quella di tanti altri…».
  • Discussione Guru • 20/07/10 18:38
    Servizio caffè - 460 interventi
    Io potrei intitolare questo mio intervento "La gita". San Salvatore situata nella penisola del Sinis era tra le mete preferite dei ragazzi per le gite scolastiche. E'accaduto anche a me!! Anch'io sono andato in gita e sono entrato in quel saloon " La Posada" assaporando l'atmosfera ancora intatta che lo circondava.
    Ho letto di recente che Nicoletta Macchiavelli con Gian Rocco, crearono una società per la gestione di quella particolare zona che doveva essere location per film western. La società però fallì!
    Ultima modifica: 20/07/10 21:14 da Guru
  • Discussione Guru • 20/07/10 21:46
    Servizio caffè - 460 interventi
    Ciao Gobbo, sai qualcosa in più su questo progetto degli anni 60, relativamente alla fantomatica società "in fieri" e probabilmente mai decollata... Aspetto una tua considerazione anche perchè tu come me hai visitato i luoghi..
    Ultima modifica: 20/07/10 21:50 da Guru
  • Discussione B. Legnani • 20/07/10 22:03
    Pianificazione e progetti - 14947 interventi
    Guru ebbe a dire:
    Ciao Gobbo, sai qualcosa in più su questo progetto degli anni 60, relativamente alla fantomatica società "in fieri" e probabilmente mai decollata...

    Visto il livello di questo film e la cura riversata nei particolari (perdonami se mi auto-cito, ma ti invito a leggere le prime righe dl mio commento), forse per il cinema italiano è stato meglio così...
  • Discussione Il Gobbo • 21/07/10 08:42
    Segretario - 762 interventi
    Ignorando lo sdegnoso commento del finto cinico Legnani :-) no, Guru, non ne so di più. Da tempo avevo l'idea di fare una ricerchina per sapere se è rimasta qualche documentazione sul villaggio ma vivendo ormai da anni lontano dalla Sardegna e conoscendo pochissime persone nell'oristanese (senza parlare della mia atavica pigrizia) la cosa è diventata difficile. Ma non si sa mai... Sei sardo anche tu?
  • Discussione Guru • 21/07/10 13:03
    Servizio caffè - 460 interventi
    Il Gobbo ebbe a dire:
    Ignorando lo sdegnoso commento del finto cinico Legnani :-) no, Guru, non ne so di più. Da tempo avevo l'idea di fare una ricerchina per sapere se è rimasta qualche documentazione sul villaggio ma vivendo ormai da anni lontano dalla Sardegna e conoscendo pochissime persone nell'oristanese (senza parlare della mia atavica pigrizia) la cosa è diventata difficile. Ma non si sa mai... Sei sardo anche tu?
    Mi hai proprio letto...sulla carta d'indentità, ma certo Gobbo!!!, Gobbo, sto cercando di portare avanti un progetto e se sei attento come io credo, te ne sarai già accorto. Sto cercando di inserire dei film poco conosciuti ma alcuni anche con un certo peso culturale della nostra Sardegna. Non è facile reperirli ma prima o poi chissa!!!. Comunque sono contenta(o)di averti contattato. Anch'io non abito più lì, ma ogni anno ritorno nei pressi della location "Trenta winchester per el diablo. Un peccato il fallimento di quel progetto.., i posti sono incantevoli...Al momento i western girati in Sardegna di cui ho certezza sono solo 3, ti rimando ai miei forti dubbi su "Per un pugno di dollari" leggi il link di rimando.Ciaooooooo
  • Discussione Il Gobbo • 21/07/10 13:49
    Segretario - 762 interventi
    Guru ebbe a dire:
    Sto cercando di inserire dei film poco conosciuti ma alcuni anche con un certo peso culturale della nostra Sardegna.
    Su Per un pugno di dollari sarei drastico, non sono mai passati per l'isola. In Sardegna di sicuro è stato girato L'ultimo killer di Vari, su tutt'altro registro ti segnalo El Che Guevara di Heusch (v.), in entrambi i casi però secondo me siamo più in Gallura.
    Altre segnalazioni:
    - Disperatamente l'estate scorsa
    - L'isola delle svedesi
    - I protagonisti
  • Discussione Matalo! • 20/03/15 11:43
    Call center Davinotti - 614 interventi
    GIARRETTIERA COLT

    Stufa di fare la stellina in affitto, Nicoletta creò, col suo fidanzato, una società cinematografica: primo progetto affidarsi ad uno script del regista Gian Rocco. Insieme al fratello Brandino (anche produttore e attore nel ruolo del capitano dei francesi), rilevarono un villaggio messico-western vicino Cabras, in Sardegna, dove il film fu girato nelle classiche “sette settimane”, con Marisa Solinas e Yorgo Voyagis. “Gian Rocco riscriveva le scene la notte, aveva in mente scene surreali che costavano comunque troppo. Una delle poche scene di quel tipo che riuscì a girare fu quella dove si vede una foresta di alberi bruciati, resti di tronchi anneriti. Gherardi fece i costumi. Quando si trattò di venderlo, dietro ad una richiesta esosa di denaro, la loro società andò fallita” (Brandino dixit). Nicoletta interpreta una bella pistolera europea (nipote di Margherita Gauthier!) nel Messico del 1867, durante la rivoluzione contro i francesi: ha una mira infallibile e s’innamora d’una spia che contrasta il traffico di armi d’un bandito cattivo (“Il rosso”). Una pellicola dimenticata che, sodata l’inettitudine del regista, nella sua mediocrità merita un ripescaggio per il personaggio di Nicoletta (servita dai décolleté di Piero Gherardi) e per certe bizzarrie che potrebbero fare la gioia dei cultori del “trash”. Il racconto non ha né senso né meta, le scene sono attaccate con lo sputo, eppure è proprio quel grossolano mix, operato da Rocco, fra pretenziosità formali e incuria, fra epica e demenziale che, infine, può divertire con idee strambe come quella del nano/baro, delle bombe a sombrero, del cattivone di turno con fare animalesco. Gian Andrea Rocco è un oggetto misterioso: di lui si sa solo che è nato a Rovigno, Istria, nel 1927 e che nel 58/59, a quattro mani con Pino Serpi, diresse due documentari, BALLATA SPAGNOLA e CAROSELLO SPAGNOLO (o sono due titoli per lo stesso film?). Sempre con Serpi, nel 1961, esordì nel lungo con MILANO NERA. GIARRETTIERA COLT fu il suo testamento.

    http://www.spietati.it/speciali/nicoletta-machiavelli/kill_bill_e_giarrettiera_colt.htm
  • Homevideo M.shannon • 13/11/15 19:42
    Disoccupato - 307 interventi
    Il dvd Fabbri Editore (collana i Grandi Classici del Western all'Italiana) presenta una buona qualità (fotogramma minuto 2:38)

    Ultima modifica: 14/11/15 09:44 da Zender
  • Homevideo Caesars • 28/01/21 09:52
    Scrivano - 16800 interventi
    Il film uscì nel 1968 (in un primo momento ottenne il divieto ai minori di anni 18, poi revocato). La pellicola era lunga 2790 metri, corrispondenti a 102', mentre la versione da me visionata (su Prime Video, ma è disponibile anche su Dailymotion, diviso in due parti da 42'46" e 44'46") dura solo 87' (la stessa durata riportata sul dvd giapponese).Non ho idea se il dvd italiano, uscito solo in edicola e reperibile a prezzi piuttosto alti, proponga la versione "completa" o quella "tagliata" (il retrocopertina riporta 102', ma credo non faccia molto testo).
    Ultima modifica: 28/01/21 14:34 da Zender