Gamera-movie col tartarugone a reazione un po' in ombra, oscurato dal più fascinoso mostro Gaos (il nome glielo affibbia un bambinello in riferimento al suono che emette, a suo dire simile a quello di un cane... mah), un gigantesco pipistrello a cui qualcuno deve aver tirato un ferro da stiro in testa, dal momento che se la ritrova appiattita. Spara raggi dalla bocca (bello l’effetto: spezza chirurgicamente in due gli oggetti colpiti), sbatte le ali alzando tonnellate di polvere trasformandosi in una sorta di aereo... Gamera infatti sulle prime le prende sonoramente e deve faticare non poco, per portare in salvo il bambino ciccione evidentemente suo amico. Completata la missione il tartarugone se...Leggi tutto ne torna sott'acqua e scompare lasciando ai poveri giapponesi una bella gatta da pelare. Il sistema studiato da questi ultimi per distruggere Gaos è talmente delirante che riesce difficile possa funzionare, ma lo scienziato che ha preso in mano le operazioni sa il fatto suo. Il contorno è quello di sempre, con un sottotesto ecologico anti-speculazione appena abbozzato, ma i combattimenti sono gustosi e in buon numero, con ampie devastazioni e mostri in azione per far divertire. La resa è al solito grossolana e l'ingenuità con cui sono condotti questi film fa inevitabilmente sorridere, tuttavia le bizzarre caratteristiche di Gaos (al sole gli comincia a bruciare la testa, non può muovere la medesima perché ha la schiena bloccata...) lo rendono più buffo del previsto.
Il terzo film della serie Gamera è uno dei più amati in Giappone, anche in virtù della presenza del mostro Gaos - sorta di volpe-pipistrello gigante che sputa un letale raggio-laser - vero beniamino dei ragazzini nipponici che seguivano la vecchia serie (tanto che lo stesso mostro venne riproposto in una breve sequenza di King Kong contro Godzilla). Il pregio del film sta nel carattere "demoniaco" di Gaos, il quale possiede caratteristiche che lo rendono simile a un vampiro (non sopporta la luce del sole) e nella particolare atmosfera.
Gamera deve vedersela con Gyaos, un mostro alato uscito da un vulcano. Si compie la trasformazione della tartaruga gigante in creatura benevola, proclamata protettrice della terra e amica dei bambini; è già la seconda volta (in tre capitoli della saga) che Gamera fa amicizia con un bambino, alleanza che si rivela puntualmente risolutrice. Grande sfoggio di modellini (da far brillare) e solita trama stiracchiata di contorno, stavolta in salsa contadina-sindacalista. Finora il meno interessante e, sembrerebbe, il più adatto al piccolo pubblico. Tenera la sigla finale.
Uno dei peggiori film di mostri tra quelli che tanto successo hanno avuto nella cinematografia giapponese. Qui si mettono da parte tutte le volontà di raccontare una storia e si strizza l'occhio al pubblico infantile. La tartarugona Gamera è irritante, il suo antagonista anche di più, i dialoghi italiani sono da antologia del trash. Da evitare accuratamente.
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