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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Più che una vera storia è piuttosto il racconto dell'approccio a una comunità di recupero da parte di un uomo abituato a tutt'altro stile di vita. Daryl Poynter (Keaton) è un agente immobiliare che fuma troppo ed esagera con la cocaina. Esagitato, costantemente coi nervi a fior di pelle, si trova a guardare in faccia la morte quando la ragazza con cui ha passato la notte non si risveglia: overdose. In ospedale dove la ricoverano Daryl decide che è arrivato il momento di darsi una regolata e si rivolge a una clinica specializzata, dove accetta inevitabilmente le rigide regole imposte. Ma come si può immaginare non sarà facile: costantemente attaccato al telefono anche per via della sua seconda...Leggi tutto attività di speculatore finanziario con l'occhio fisso sulla borsa, prova ad adeguarsi alle terapie di gruppo, alle "prove" organizzate dai medici e soprattutto dal più in vista di questi (Freeman), che con serafica calma, senza mai alzare la voce, sa come mettere in riga i propri pazienti. E' un viaggio nelle privazioni, nelle costrizioni e, infine, l'approdo a un sentimento più profondo provato per la schiva Charlie (Baker), alcolista dal carattere mutevole, indeciso, legata a un uomo che sembra disinteressato a lei ma che forse invece non lo è. Nella relazione di Daryl con la donna il film trova finalmente la sua ragion d'essere; perché fin lì, al di là della sentita caratterizzazione di Keaton, poco sembrava poter dire. L'esposizione della terapia, la promozione a "sponsor" di persone che si occupano di te come una sorta di angeli custodi si erano realizzate nelle non così numerose scene con Freeman; per il resto si viaggiava senza troppa gloria in territori ampiamente esplorati, con crisi isteriche presto domate, qualche paziente che dava di matto e un rapporto davvero poco stretto di Daryl con i compagni di avventura. Tranne che con Charlie appunto, con la quale il protagonista dall'inizio coltiva una relazione distante dal sesso ma possessiva, che pretende esclusività e genera dialoghi interessanti, lontani dalle consuetudini del caso. Alternando dolcezza e un'irragionevole irritazione che poi, a contatto con una certa difficoltà nella comunicativa di lei, danno origine alle fasi più genuinamente divertenti, con qualche colpo di scena e un tira e molla gustoso (impagabile quando lui invita lei al cinema per il giorno dopo e sotto la pioggia si ritrovano all'ingresso con un unico film in programmazione: GLI ORSETTI DEL CUORE!). Si nota insomma una certa predisposizione ironica nella sceneggiatura, che quando vuole sa colpire nel segno. E' il resto della vicenda ad apparire più sterile e stucchevole, schiavo di dinamiche risapute e salvato solo dalla bella verve di Keaton o comunque da un cast indubbiamente ben diretto (eccellente anche la performance della Baker). C'è grazia nella regia di Glenn Gordon Caron, consapevolezza, ma anche un certo imbarazzo nel gestire in più punti un'immersione nel mondo della comunità di recupero che risulta piuttosto vacua e che trova una sua giustificazione solo quando arricchita dalle reazioni di Daryl, davvero esplosivo e originale soprattutto nel rapporto a due con Charlie. Una durata più contenuta (il film supera le due ore) avrebbe portato a un giudizio maggiormente positivo.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/05/20 DAL DAVINOTTI
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Rambo90 2/03/24 15:59 - 7697 commenti

I gusti di Rambo90

Ritratto delicato e che si mantiene sul filo tra drammaticità e leggerezza di un tossicodipendente che comincia un percorso di riabilitazione, quasi controvoglia e per la necessità di nascondersi, da cui acquisirà sempre maggiore consapevolezza di sé e rispetto per gli altri. Il film procede bene, pur senza regalare scossoni, cercando solo di fotografare una realtà senza mai eccedere in nessun senso. In questo caso la performance di Keaton è importante, perché da subito invita a parteggiare per lui, ben supportato dal resto del cast. Un film piccolo ma riuscito.

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