Funny face - Film (2020)

Funny face
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Titolo originale: Funny Face
Anno: 2020
Genere: drammatico (colore)
Regia: Tim Sutton
Note: Presentato al 38° Torino Film Festival nella sezione "Le stanze di Rol".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/11/20 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 28/11/20 10:40 - 9009 commenti

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Una ragazza musulmana scappa di casa ed incontra sulla sua strada uno squilibrato che vuole vendicarsi di uno speculatore edilizio che ha tolto la casa ai suoi nonni. Cosa succederà? Poco, a dire la verità. Eppure il film non manca di un suo fascino, in primis grazie ad un tappeto sonoro molto interessante. La storia è semplice e non presenta particolari guizzi o grandi svolte narrative, ma sa trasmettere il malessere esistenziale di due persone non a loro agio nel mondo in cui vivono. Visivamente parlando nulla di particolare da segnalare, ma alla fine il film non è male.
MEMORABILE: Lui dà incredibilmente di matto perché la sua squadra ha perso e lei gli dice: "Puoi sempre cambiare squadra, no?".

Bubobubo 6/04/21 12:42 - 1847 commenti

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Sta diventando difficile raccapezzarsi nella filmografia di Sutton, che al terzo lungometraggio in un lustro cambia nuovamente rotta e - dopo il cupo nichilismo dell'ottimo Donnybrook - gioca la carta di un atipico revenge road movie caricato sulle spalle di due underdog alla deriva come Saul (Jarvis) e Zama (Meskienyar), alla ricerca di un riscatto sociale e individuale accessibile solo tramite l'impersonificazione di altri Sé (la maschera ghignante, il niqab). Nonostante la compattezza, tuttavia, il ritmo latita e la narrazione, di per sé involuta, sfocia in un finale insapore.

Herrkinski 1/09/21 04:59 - 8072 commenti

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Dopo il livido e doloroso dramma d'autore Donnybrook, il cinema di Sutton sembra ambire a diventare sempre più arty e introspettivo; l'estetica urbana è qui magnificamente fotografata, tra luci e ombre di una Coney Island al neon surreale, ma la storia latita e nonostante il rapporto tra i due protagonisti sia interessante, il finale offbeat delude e lascia un senso d'incompiutezza. Avrebbe meritato un minutaggio più sostanzioso in cui sviluppare un'intera seconda parte che qui pare assente per rispettare velleità autoriali pretenziose; ottimi comunque Jarvis e la ost minimalista.

Schramm 18/01/22 14:38 - 3490 commenti

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Se ricondurre un'opera al solo assioma “la maschera è il volto” lanciandosi in una riconfigurazione indie-sundance di McTeigue non è un tentativo di suicidio autoriale, pochissimo ci manca. E dicendola come va detta, anche quanto a suicidio spettatoriale non si scherza. E considerato che nel servirci e riverirci, Joker aveva già più dato (doppio) fondo al tema, davvero non si capisce il pro di riportarsi alla bocca il megafono per dar voce alla cantilena del turbocapitalismo male del secolo se poi la si deve sussurrare al limite dell'afonia e snobisticamente scodellare in low-fi.
MEMORABILE: L'orgia dall'alto.

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