Ritorna Harry Palmer, stavolta incaricato di aiutare un ufficiale russo a oltrepassare il muro di Berlino. Palmer si serve di uno stratagemma, che si ritorce però contro il suo ideatore. Ottimo spy del ciclo Ipcress, con una delle trame più ingarbugliate della storia del genere (e non è primato da poco), azzeccate atmosfere e, naturalmente, un Caine/Palmer affilato e sardonico come non mai. L'insopprimibile rimpianto per la guerra fredda trova in film del genere ampie giustificazioni...
Bel film di spionaggio in cui torna come protagonista l'agente segreto Harry Palmer, sempre interpretato da un Caine assoluto mattatore. Storia un tantino ingarbugliata e almeno due o tre passaggi a vuoto, ma per il resto si mantiene su buoni livelli, pur se inferiore al precedente. Buono anche il resto del cast e discreta la regia di Hamilton. Godibile.
Tipo film di spionaggio di impostazione britannica, sequel di Ipcress e come quello interpretato dal grande Michael Caine.Sebbene la trama sia piuttosto ingarbugliata e a tratti confusa, il film riesce a divertire e interessare lo spettatore grazie all'accorta regia di Guy Hamilton che rende bene il clima "spionistico" e all'ottima interpretazione del cast.
Flemmatico e occhialuto, Harry Palmer, agente segreto suo malgrado, costituisce la migliore alternativa a James Bond, con cui condivide i rischi ma non certo la bella vita. Questa volta deve far passare il muro di Berlino ad un colonnello russo, ma la vicenda si complica e nella bara - che doveva servire da nascondiglio per il fuggitivo - ci finisce un vero cadavere. Perfetto Caine (il ruolo di Palmer sembra scritto apposta per lui), gustoso il viennese Homolka come russo, trama ingarbugliata e a tratti poco comprensibile ma thriller piacevole e di classe, come pure la confezione.
MEMORABILE: La lunga sequenza notturna e lo scambio di impermeabili
Secondo capitolo di un trittico spionistico, pur essendo inferiore al capostipite (il notevole Ipcress) risulta abbastanza gradevole sebbene troppo confuso in fase di sceneggiatura. Il ritmo non manca, la vicenda si lascia seguire e l'umorismo va spesso a segno. Anche la regia non è malvagia. Consigliato soprattutto a chi ha apprezzato il primo film.
Impeccabile, forse troppo, lascia poco spazio alle emozioni. Molto inglese, con qualche scimmiottamento a James Bond, non al personaggio, Harry Palmer ha un suo preciso carattere e Caine lo interpreta benissimo, ma all'ambiente londinese e alle varie gerarchie dei servizi segreti. Si vede che è proprio così. Bella fotografia, con un parallelo tra le due Berlino: non solo il muro le divide, ma un abisso. All'altezza anche gli altri interpreti, con il debutto della berlinese Eva Renzi, che lavorerà anche con Dario Argento.
Harry Palmer ha fatto carriera, e infatti lo mandano a Berlino a ritirare un pacco. Dentro dovrebbe esserci nientemeno che il capo russo della sorveglianza del Muro, ma ovviamente niente è come sembra nel cuore grigio della guerra fredda. Buon seguito di Ipcress, più spigliato nei dialoghi (ricchi di humor nero) ma meno fascinoso e nel complesso più convenzionale. Non male il cast e l'ambientazione. I colpi di scena non mancano e l'intrattenimento è garantito, specie per i fan del genere.
Più budget e miglior qualità visiva ma minor appeal per questo ingarbugliato gioco di scambi "fasulli" di cadaveri e buste. Visto il successo di Ipcress si punta più in alto (segnalo la presenza dell'immenso Ken Adam per le scenografie) ma, nonostante Caine abbia un fascino irresistibile, il gioco degli stereotipi vuole ancor più del primo stabilizzarsi al livello Bond. Paga due penali: l'eccesso di contrappasso verso 007, più meccanico, e la fatica, spesso inutile, nel seguire una trama ingarbugliata. Il film non vola.
Un po' più soft e quindi meno avvincente del precedente Ipcress, tanto che ci sono diversi cali di tensione che si abbandonano quasi alla comicità, ma nondimeno è intricato come una spy-story dovrebbe sempre essere. Fra l'altro Berlino Est è ben raffigurata, l'ufficiale disertore è geniale e caricaturale anche se la parte della leonessa la fa una splendida Eva Renzi nel ruolo di una spia israeliana. Lei è davvero un'attrice che abbiamo amato troppo poco, mentre Caine promette già bene, ma avrà più successo con prestazioni memorabili in seguito.
MEMORABILE: La lista dei nomi sottolineati; Lo scambio delle bare.
Una ingarbugliata storia di spionaggio e controspionaggio, dove fino in fondo non si sa chi è dalla parte giusta, si scrive sulla faccia attonita di Michael Caine, più giovane e irresistibile che mai. Tra scenari metropolitani, fughe rocambolesche, qualche sparatoria, si avvicendano rapide le situazioni e su tutto si sparge una spolverata di ottimo humour inglese.
La trama degli spy-movie è inevitabilmente un po' ripetitiva; ciò che li differenzia va ricercato nella qualità della regia, negli interpreti, nella scenografia. Funerale a Berlino è un discreto film di questo genere con una regia valida, un ottimo Michael Caine che strizza un po' l'occhio a Bond, una buona scenografia con ambientazioni in una Germania est un po' diroccata. Nel complesso è film che si vede volentieri ma non aggiunge nulla di nuovo.
Ci sono film che fanno storia non perché particolarmente significativi, ma in quanto ambientati in luoghi e tempi che non sono più. Funerale a Berlino non sfugge a questa legge e fa calare lo spettatore nell'epoca della guerra fredda e una parte della sua realtà. Caine è di per sé una garanzia di serietà e il film, forse narrato in modo non sempre agile, si lascia vedere comodamente senza che però si avverta il bisogno di fare il bis. Prodotto professionalmente ben confezionato.
La seconda avventura di Harry Palmer è nettamente superiore alla prima. L'ambientazione in una Berlino divisa dal muro ci fa respirare al meglio l'atmosfera della guerra fredda, il ritmo è più vivace, la confezione più lussuosa e la trama, inizialmente abbastanza lineare, diventa sempre più intricata e complessa con il passare dei minuti. Michael Caine conferma la sua perfetta aderenza al personaggio, simpatico il colonnello russo di Homolka, la Renzi avrà modo di farsi apprezzare anche in Italia lavorando con il primo Argento e con Tessari.
Harry Palmer, occhialuto, freddo e compassato in pure stile british, sarcastico ma con in fondo idealista, è l'anti Bond per eccellenza e forse proprio per questo non ha avuto grande successo in un'epoca che ha poi celebrato le smargiassate bondiane. Eppure questa è un'ottima spy story, antispettacolare, intricata il giusto, con qualche bella sorpresa. Inconsueta e intrigante l'ambientazione nella Belrino Est del Muro. L'allora giovanissimo Michael Caine è perfetto nel ruolo, ma lo è anche il "russo" Homolka nel suo. Spionaggio classico da gustare.
MEMORABILE: I colloqui col colonello russo; La sorpresa nella bara; "Preferisco andare a piedi...".
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