Horror adolescenziale che aveva buone premesse di partenza, puntando sull'abbattimento della dicotomica e banale divisione tra cattolici/buoni e satanisti/cattivi. Poi le intenzioni del regista - doppelanger varii e lacrime di sangue a parte - finiscono per fare appiattire il film nel manicheo ipoteticamente schifato: la strega era buona e ingiustamente condannata; i figli della stessa, tramite demoniaco manuale, cagionano una follia nella piccola cittadina che da corso ad una catena di suicidi. I cristiani come inquisitori? Mah... Banale, povero nelle intenzioni e mal risolto narrativamente.
Dopo un inizio di discreto livello tra suicidi efferati ed inspiegabili, lo sviluppo narrativo diventa farraginoso ed in seguito scontato. Il giovanilismo impera e la critica verso una certa forma di bigottismo cristiano è evidente. I buoni ingiustamente puniti cercano la loro vendetta. Interessanti i titoli di coda.
La provincia americana, intrisa del più bieco fondamentalismo cristiano, addita il Male, genera sentimenti di paura e orrore, per poi legittimare l'uso della violenza atta a reprimerlo. Un horror volenteroso che enuclea le implicazioni antropologiche sottese a un soggetto meno originale del modo in cui viene raccontato. La trovata del libro non è particolarmente brillante e alcune parentesi adolescenziali alla Twilight potevano essere evitate, ma il tratteggio dei personaggi è accurato, la narrazione si stratifica in modo non banale e il clima è decisamente centrato. Derivativo, ma godibile.
A causa di un maleficio organizzato, in uno sperduto villaggio qualunque americano si susseguono senza tregua macabri suicidi. Il fanatismo religioso "stile medioevo" della sua popolazione farà di peggio. Il soggetto poteva essere interessante, ma l'ambientazione di tipo adolescenziale, tanto di moda oggi, lo rende alquanto banale e privo di mordente. Finale nero.
Una strana commistione, tentata innestando il fanatismo cattolico più bieco e ottuso con il filone paranormale tipico dell’horror orientale alla Ring o Grudge, purtroppo quasi fotocopiato nelle atmosfere plumbee e nei tratti più fantastici. Il risultato globale è però buono, grazie a una regia dinamica e una bella serie di azzeccati personaggi di contorno. Peccato, però, per i due protagonisti, i soliti giovani contrastati, bellocci e maudit che diluiscono il sapore della minestra: un approccio più adulto avrebbe giovato e non poco.
Un paese intriso di devozione bigotta, alimentata dalle prediche del pastore locale, è investito da un'ondata di suicidi... Buona sulla carta l'idea di mischiare le carte fra "buoni" e "cattivi" e di conseguenza fra viventi meschini ed apparizioni vendicative, ma la realizzazione non è all'altezza del plot: troppo derivativa la parte sovrannaturale, poco fantasiose le morti. Ad affossare le ambizioni ci pensa poi il cast: se gli anziani se la cavano, i giovani sono tutti mediocri, a partire dai due banali protagonisti (la moretta giudiziosa ed il bel tenebroso emarginato).
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