Fra le tue braccia - Film (1946)

Alla vigilia della seconda guerra mondiale, l'orfana Cluny Brown, a servizio presso una aristocratica famiglia, conosce lo scrittore polacco Belinski, profugo per motivi politici. Da un divertente romanzo, Lubitsch trae una delle sue incantevoli commedie, romantica, ricca di ironia nel ritrarre usi e costumi della buona società inglese, nei confronti della quale sia Cluny che Belinski appaiono pietre dello scandalo. Spiritoso Boyer, bellissima Jennifer Jones, finale deliziosamente allusivo.

L'ultimo film di Lubistch è un'opera che, pur inferiore ad altri lavori del regista, dimostra come l'austriaco non abbia perso il suo tocco raffinato e la sua capacità di graffiare. Dietro l'apparenza di una commedia romantica (con finale più che prevedibile) e un po' fine a se stessa, si intravede invece in modo chiaro (anche se non immediatamente) lo spirito satirico del regista che ne ha per tutto e per tutti: l'aristocrazia, la servitù, la "borghesia", gli scrittori, se stesso. Tra il buono e il notevole.

Splendido ritratto degli stereotipi e dei luoghi comuni, sferzante nei suoi contrasti e disarmante nella capacità di far ridere sfruttando situazioni sciocche quanto banali. La regia, solidissima, segue la linea perfetta del tratteggio deciso di un amore incondizionato, conflittuale quando non impossibile. Ma le emozioni trascinano lo spettatore in un vortice vertiginoso che fa ribaltare i punti di vista cui si è abituati e dove anche "un coniglio può andare alle rape". Eccellente Boyer, bravissimi tutti gli altri. Immarcescibile.

Lubitsch non irresistibile. Il suo tocco si vede a tratti e tocca il vertice nei due austeri domestici e nella scena in stazione, ma spesso si impantana in situazioni meno fluide rispetto a quanto ci ha abituato. Forse è l'assunto (la bella ragazza che fa l'idraulico) a non essere in grado di prendere troppo. Boyer impeccabile, Jennifer Jones bellissima, facce di tutti gli altri perfette. Ma si sente che manca qualcosa.

Battute sagaci a raffica, spirito frizzante, doppi sensi erotici a gogò, trama volutamente improbabile (congegnata sulle coincidenze) che però calza come un guanto sulla psicologia dei personaggi, ironia doc, buon ritmo, attori perfetti. Il tocco di Lubitch colpisce ancora: impossibile perdersi questa perla di umorismo, vero piacere per l'intelligenza, nonostante non sia un capolavoro indiscutibile del maestro.

Deliziosa e raffinata commedia, forse poco adatta ai tempi che stiamo vivendo. Il tono del film è meraviglioso, perfetto. I dialoghi intelligenti e maliziosi, gli attori superbi, da Charles Boyer a Jennifer Jones, fino alla mitica Una O'Connor che qui non dice mezza parola ma recita praticamente coi colpettini di tosse. Film che merita di stare appena dietro i (non pochi) capolavori di Lubitsch.

Lubitsch a fine carriera sforna una commedia che prende nemmeno troppo bonariamente in giro certa provincia inglese legata a schemi sociali antiquati. Benché non manchino battute al vetriolo e gag godibilissime, nel complesso la sceneggiatura mostra i segni del tempo e risulta a tratti oggi superata. Impeccabile la prova dei protagonisti, con Boyer che fa lavorare la celebre vena temporale, senza dimenticare l'apporto degli ottimi caratteristi. La regia appare quasi svogliata, priva dei "tocchi magici" del regista berlinese, ma quel che resta basta e avanza per una visione appagante.