Opera tutt'altro che indegna di Margheriti, addirittura uscita prima del film pasoliniano. Il regista bada sì a mettere poppe al vento, ma costruisce storielle divertenti, sfruttando anche un cast nel quale non abbondano solo femmine toracicamente e sinuosamente interessanti, ma anche caratteristi di ottimo livello. In più c'è qualche garbato effetto speciale. Guardabilissimo. Fra i migliori in assoluto del decamerotico.
MEMORABILE: L'unico modo per tornare a terra col tappeto volante...
Ricchissimo e sfarzoso decamerotico con grandi scenografie e curatissimo nei costumi e pure negli effetti speciali. 3 episodi ambientati in oriente: il migliore è il secondo, quello del tappetto volante. Le attrici si spogliano un po' tutte (dalla Benussi alla Bouchet). Sicuramente divertente ma nulla più. Non possiede l'allegoria dei decamerotici ambientati nel medioevo italiano, comunque la confezione è davvero notevole. Nessuna traccia di Carla Mancini. Il mio decamerotico preferito resta Quando le donne si chiamavano madonne.
Tema non nuovo, per il bravo Margheriti (l'anno prima sigla Novelle galeotte d'amore), qua all'opera in una produzione "decamerotica" che anticipa uno dei tre segmenti della "trilogia della vita" pasoliniana. Lo stile del regista non si lascia soggiogare dal nudo di necessità (presente e piacevole più che altrove) e Margheriti riesce a mantenere altissimo il livello del girato, pure facendo ricorso a curiosi effetti speciali ed arrivando a spingersi verso un risultato quasi eccellente quando propone il segmento dell'uomo invisibile, alle prese con una bella (e brava) Barbara Bouchet.
Nel lontano '72 anche Margheriti rese doveroso omaggio al decamerotico ponendosi però vari gradini più su rispetto alla media di un filone che, da Enrico Bomba a Amasi Damiani, annovera anche autentici orrori. Sorretto da un discreto budget e dalla sua indiscutibile perizia di artigiano, Margheriti confeziona un prodotto tecnicamente più che dignitoso, piacevolmente condito con uno stuolo di belle figliole poco vestite fra cui le sempre intriganti Barbara Bouchet e Femi Benussi. Vari caratteristi assolvono al lato comico della faccenda.
Tra i migliori film del filone. Fra i tre episodi il più bello è sicuramente il secondo. Gigi Ballista è esilarante doppiato in siciliano, ma divertono anche gli altri caratteristi che regalano un sorriso in più di un'occasione. Bellissime Femi Benussi e Barbara Bouchet (qui è castana). Buoni i costumi, la scenografia e gli effetti speciali. Nel complesso è godibile: molto meglio di tanti altri “decamerotici” coevi.
MEMORABILE: Gigi Ballista doppiato in siciliano; la disavventura di Aladino; lo specchio magico che parla in romanesco.
Logica vuole che, anche se ambientato in Oriente, si tratti di un decamerotico. Indubbiamente questo film vanta una fattura superiore alle mille pellicole di derivazione pasoliniana. Belle inquadrature, eccellente fotografia di D'Offizi, abile regia, discreti effetti speciali. Ma è l'humour che, sebbene più leggero e articolato della media, resta sempre becero e con doppi sensi gratuiti. Curioso l'incipit del terzo episodio, spaghetti western style e il finale con un inno a Lesbia anche se Capitani rovina tutto.
Non mi è piaciuto tanto, a parte l'ottima fotografia e le bellezze delle attrici si tratta di una mediocre commedia a episodi, non mancano i momenti azzeccati come il ballo di Zumulù (Femi Benussi) che si leva i sette veli e il tappeto volante. Davvero troppo noioso, mi aspettavo di meglio dal buon Margheriti.
MEMORABILE: Il sistema per far atterrare il tappeto volante.
Autori di pregio realizzano un decamerotico superiore alla media: Verde scrive tre storielle agili e divertenti, d’Offizi fornisce una fotografia raffinata per un lussuoso décor orientaleggiante e il maestro Margheriti dona il suo personale tocco negli accenni macabri (le decapitazioni) e negli effetti speciali (il tappeto volante, il genio della lampada, l’invisibilità). Il cast poggia sulla bellezza delle starlets e sulle buone caratterizzazioni di Capitani, Karis, Ballista, De Luca, Pescucci. Peccato per i grossolani accenti regionali, perenne nota dolente di questo tipo di pellicole.
MEMORABILE: La danza dei sette veli eseguita da Femi Benussi.
Anthony M. Dawson (Antonio Margheriti) HA DIRETTO ANCHE...
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Hal 9000 ebbe a dire: Il naso è il suo. Si notano anche le labbra sottilissime che sono una caratteristica di Carla Mancini, se non sbaglio.
P.s. Si è discusso molto sul forum di Nocturno della presenza di Carla Mancini in questo film. Tra l'altro compare anche un altro C.S.C.: Antonio Luigi Guerra. Lui l'ho trovato subito: compare nel secondo episodio.
Vero. Nel finale c'è una ragazza nuda che le somiglia (indicata da Pulici), ma non è lei. Lei mostra fugacemente il... torace in ERIKA.
Premetto che fino a ieri notte non conoscevo questo C.S.C. e che la mia non era una ricerca mirata a trovare lui ma Carla Mancini. Qualora non fosse lui posso impegnarmi a fare una ricerca specifica.
L'attore sotto compare per 5 secondi nel secondo episodio.
Hal 9000 ebbe a dire: Premetto che fino a ieri notte non conoscevo questo C.S.C. e che la mia non era una ricerca mirata a trovare lui ma Carla Mancini. Qualora non fosse lui posso impegnarmi a fare una ricerca specifica.
L'attore sotto compare per 5 secondi nel secondo episodio.
Il motivo che unisce svariati cantastorie a raccontare piccanti episodi è, testualmente, quello di guarire un sultano "il cui uccello più non svolazza".
Da segnalare che, rispetto al coevo Novelle galeotte d'amore (sempre diretto da Margheriti) in questo caso il cineasta ha potuto usufruire di una discreta produzione, garantita dal nome della Medusa.
Non è quindi casuale che, cosa rarissima, pure la critica del tempo accolse benevolmente il film:
"Ha il merito di una certa cura formale, di uno sviluppo narrativo più elaborato, di un'ambientazione più ricca e suggestiva." 1
NOTA 1 Fonte: V. Rossi, ne Il Secolo XIX del 07/01/1973
Hal 9000 ebbe a dire: Undying ebbe a dire: "Ha il merito di una certa cura formale, di uno sviluppo narrativo più elaborato, di un'ambientazione più ricca e suggestiva." 1
NOTA 1 Fonte: V. Rossi, ne Il Secolo XIX del 07/01/1973
Ho notato molte citazioni di critiche dei quotidiani dell'epoca: dove posso trovare gli articoli?
Gli altri non so. Io prendo o dal Poppi-Pecorari (che riporta solitamente una critica d'epoca per ogni film), o dai miei ritagli o dalla raccolta delle recensioni di Kezich (Il Millefilm).
B. Legnani ebbe a dire: Gli altri non so. Io prendo o dal Poppi-Pecorari (che riporta solitamente una critica d'epoca per ogni film), o dai miei ritagli o dalla raccolta delle recensioni di Kezich (Il Millefilm).
Undying ebbe a dire: Ritagli d'epoca (da puro collezionista maniaco) o, in alternativa, Poppi-Pecorari e altri svariati testi sui film.
Grazie, ragazzi.
Ho già sentito parlare del Dizionario del Cinema italiano. Appena potrò comprerò il Vol. 4 che mi interessa molto.
CuriositàZender • 12/09/12 19:33 Capo scrivano - 47726 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film, esaustivo e fantastico:
HomevideoGeppo • 7/01/13 14:45 Call center Davinotti - 4269 interventi
Qui vediamo il DVD francese di "Finalmente le mille e una notte" uscito nel 2007 per la BAC Video.
Master: Qualche graffio nei primi minuti ma comunque un master accettabile.
Audio: italiano e francese
Video: 2.35:1 (4:3)
Durata: 01:30:13
Extra: Raccolta di Trailer (audio solo francese)