A Stu il piccolo schermo va stretto e ci infila le sue zampate che elevano il prodotto da mero horroretto da bancarella straight to video (la lingua mutante, il volto mostruoso dagoniano, la setta di vampiri che ghermisce, famelica, Mia Sara, le vittime lobotomizzate o legate con la camicia di forza, la metà faccia di Perkins ridotta a un hamburger, la leccata sul collo della Bodnár) e Gordon ha il tempo pure per citare l'Inferno argentiano. Cupa atmosfera goticheggiante e gran finale tra fuoco e fiamme con il vampiro dal look tromesco. Limiti tv, ma non malaccio.
MEMORABILE: Perkins che ciccia il braccio della Sara; La statua indicatrice; Le sacche di sangue trafugate; Le bare date alle fiamme; La cicatrice cronenberghiana.
Valido film su vampiri e dintorni diretto da Stuart Gordon, regista con alcuni buoni horror all'attivo. Film a suo modo originale: per una volta il conte Dracula è solo citato e non fa da personaggio principale; anche i vampiri presentano alcuni elementi insoliti. La prova del cast è molto buona, ci sono delle ottime atmosfere e non ci si annoia. E' un film per la tv ma non si nota. Da riscoprire.
Gordon si concede una gita nella Bucarest squallida e povera pre-caduta di Ceausescu e sembra quasi, nella prima parte, introdurre qualche elemento di critica politico-sociale. Poi inizia la parte più propriamente horror e si comincia a ridere: la combriccola di vampiri sembra presa da una parodia italica con Franco e Ciccio (c'è un vampiro identico a Rascel). L'impianto è così miserrimo che l'unica idea, la lingua dentata dei vampiri, è resa in modo pietoso. Si salva sola Mia Sara, brava attrice di poca fortuna.
MEMORABILE: Anthony Perkins dovrebbe essere il principe delle tenebre ma fa una specie di Norman Bates rumeno impacciato; Le vittime legate alle reti dei letti.
Viaggio in Romania di una ragazza sulle tracce del padre. Gothic horror in tema vampirico trattato in maniera "quasi" tradizionale (pessima la trovata della lingua succhia sangue), con virate nel dramma sentimentale e solo una scena davvero erotica (poco per il soggetto). Non è di certo una superproduzione, anzi la pellicola è invecchiata piuttosto male e di per sé sembra provenire dai primi '80, ma l'atmosfera c'è: un viaggio nei meandri di Bucarest, nella sua vita notturna, i suoi monumenti, il suo folclore, con il carisma di Perkins.
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