Figli e amanti - Film (1960)

Figli e amanti

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dall'omonimo, celebre romanzo di D.H. Lawrence, un adattamento che elidendo l'intera prima parte in cui si raccontava dell'amore tra una donna e il suo rozzo marito, apre con i due già sposati. L'uomo (Howard) lavora nella miniera di carbone del paese assieme a uno dei suoi tre figli, mentre gli altri due hanno cercato altre strade, per fuggire da quell'incubo: uno a Londra (Lucas), dove lavora senza grandi ambizioni ma evitando di rischiare la vita ogni giorno, un altro (Stockwell), di temperamento artistico, dipingendo quadri con il sogno di riuscire a guadagnarci fino a trasformarlo in un lavoro. L'ombra della madre (Hiller) su di lui è pesante: donna possessiva, in seguito alla disgraziata morte...Leggi tutto del figlio maggiore in seguito a un'esplosione in miniera rivolge tutte le sue attenzioni sull'unico ragazzo rimastole, mostrando ingiustificata avversione per la ragazza con cui questi esce (Sears) e diffidenza per le sue scelte di vita. E' proprio Paul a guadagnarsi progressivamente il centro della scena: combattuto tra l'emozione per aver venduto a 20 sterline il bel ritratto di suo padre, il rapporto difficile con una ragazza che non sembra proprio volersi concedere, l'attrazione per una donna conosciuta sul nuovo posto di lavoro, mostra una sensibilità e una maturità nell'affrontare la vita che diventa presto centrale. Molto più della frivolezza del secondo fratello tornato momentaneamente al paese per il funerale del terzo. Se però su Paul si concentra il dramma, è impossibile non amare la figura intemperante del padre, quel suo sentirsi regolarmente disprezzato per un lavoro che ha permesso alla sua famiglia di vivere, accusato indirettamente della morte di suo figlio. Una ruvidezza esplicitata in bonari scatti d'ira che sua moglie non prende mai sul serio in un rapporto disegnato davvero gustosamente. Ambientato in un'Inghilterra grigia fotografata in un magnifico bianco e nero dal grande Freddie Francis, il film di Jack Cardiff mostra da subito - col suo Cinemascope - ambizioni alte anche nella messa in scena, con scelte di ripresa notevoli, bei paesaggi e una recitazione adeguata del cast, mai sopra le righe nonostante le apparenze. Ci si concede qualche caduta di troppo nel melodramma quando è in scena la Sears, ma tutto è gestito con buona mano. Manca però il vero coinvolgimento, così come risulta eccessivamente distaccata la prova del pur bravo Stockwell; l'assenza di una vera storia che possa superare il semplice ritratto di famiglia (più precisamente di un giovane uomo) si avverte e l'ultima parte si fa quasi posticcia, con i titoli di coda che spuntano improvvisamente come non si fosse riusciti a trovare una chiusura adeguata. Un film raffinato, ricco di personaggi autentici ma troppo spesso freddo, a tratti banale nella rappresentazione di un mondo tanto lontano da quello delle grandi città. Psicologicamente interessante, raramente appassionante.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/05/19 DAL DAVINOTTI
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