Ferry - Film (2021)

Ferry, sicario al servizio di un capo di una gang olandese, viene inviato dal boss a uccidere tre rapinatori responsabili della morte del figlio; dopo qualche ricerca si trasferisce in un campeggio in Belgio alla caccia dei tre, ma l'incontro con una gentile e spontanea Danielle cambierà le carte in tavola. Un gangaster movie sui generis per la complessità psicologica del protagonista, trucido non senza ragione (il padre) ma in fondo bisognoso di umanità anche nella spietatezza, per cui la Verheyden deve basculare tra due registri, per una narrazione prevedibile specie nel finale.

Braccio destro di un malavitoso, dopo il ferimento del figlio di questi durante una rapina riceve l'incarico di rintracciare ed uccidere i responsabili, ma la missione è complicata da un imprevisto sentimentale... Tra Orlanda e Belgio, un noir che non racconta niente di particolarmente originale ma lo racconta bene e soprattutto azzecca la figura del protagonista, interpretato dal bravo Lammers: un omone dall'aspetto ruvido ed il carattere aspro, del tutto privo del glamour  che spesso ammanta le figure dei sicari, brutale negli omicidi ma non immune ai soprassalti del cuore.

Non certo originale nella struttura, ma interessante nello sviluppo di una trama semplice e scorrevole. Alla storia d'amore che inceppa i meccanismi di lealtà criminale del protagonista si contrappone una messa in scena brutale e realistica nelle sequenze d'azione (le esecuzioni, i pestaggi, il finale). Il film, tuttavia, si fa ricordare soprattutto per la singolare immagine di Lammers, ruvido, slabbrato e antieroico che, nel rapportarsi alla gentile figura della Schaap, ribadisce la polarità espressiva dell'intera pellicola. Non male.