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MMJ Davinotti jr
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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Davvero notevole!:
Ale56 - Quello che si dice un buon film:
Marcel MJ Davinotti jr., Fabbiu, Lovejoy, Ciavazzaro, G.enriquez - Non male, dopotutto:
Undying, Cangaceiro, Daidae, Ale nkf, Piero68, Modo, Mco, Rambo90, Deepred89 - Mediocre, ma con un suo perché:
Sunchaser, Herrkinski, Stefania, Disorder, Dengus, Il ferrini, Ultimo, Smoker85, Trivex - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Taxius, Il gipeto, Siregon, Gabrius79, 124c, Mutaforme, Alex75, Pesten, Minitina80, Gugly, Nick franc, Redeyes - Gravemente insufficiente!:
Cotola, Max92, Samuel1979
C'è da dire che la "ressurrezione" puzzava già di "manovra commerciale" quando il film era appena annunciato. Tuttavia c'è da dire che l'epilogo sul motivo per cui Fantozzi resuscita (posti pieni in paradiso) è ben riuscito e ben si collega alla trama. Purtroppo non si ride più per quella perfida ironia che umiliava il ragionere, ma si ride per banalità e scene sempliciotte. Tuttavia è migliore di Fantozzi in Paradiso perché le scene, se pur più stupide e spesso infantili, sono molto più efficaci e longeve.
Dal Paradiso il rag. Fantozzi ottiene la (dis)grazia di una resurrezione, motivo per cui viene (s)fortunatamente premiato con un periodo di oblìo, nel quale può rivivere le classiche esperienze (pseudo)mistiche: il rapimento della nipotina Uga; l'eccitazione provocata dalla pubblicità (televisiva) di casalinghe erotiche e l'esperienza della chat line; il trauma della Silvani incinta... Dignitoso, pur se puerile in certi contesti, e sullo stesso tenore degli ultimi capitoli dell'odissea fantozziana...
Penultimo film della lunga saga del ragioniere. Non vale certo i primi episodi, ma di una spanna almeno superiore ai tre che lo hanno preceduto e a quello che seguirà. Buon ritmo, gag divertenti, anche se alcune risapute e un cast come sempre perfetto. Ultimo film per il grande, indimenticabile Gigi Reder, scomparso qualche mese dopo la fine delle riprese.
Colpo di reni della premiata ditta Villaggio/Parenti che sforna il miglior capitolo della saga limitatamente agli anni '90. A tratti si rivede con piacere il Fantozzi autentica "belva umana" che tirannizza la Pina come nell'episodio delle telefonate erotiche. Segue a ruota la vicenda con la Silvani in cui Paolo nel viaggio in treno è semplicemente perfetto riuscendo a far ridere come ai bei tempi. Divertenti le apparizioni dei sosia di D'Alema e Berlusconi così come il finale.
MEMORABILE: In paradiso si oscura la luce divina causa una pausa pubblicitaria (voluta da Berlusconi) che durerà "tutta l'eternità"...
Molto altalenante. Sacrilegio la decisione di sostituire Fernando nel ruolo di Uga, in compenso nel primo episodio possiamo vedere Filini (purtroppo per l'ultima volta) in tenuta da metallaro. Poi si parte in quarta con l'ottimo episodio delle linee erotiche che nel finale fa anche riflettere. Terzo episodio ancora ottimo con la bravissima Mazzamauro ma lacrimuccia finale e poco sufficiente l'ultimo. In sintensi l'ultimo buon film della saga fantozziana prima dello sfacelo dell'ultimo capitolo.
MEMORABILE: Fantozzi sbaglia a comporre linea erotica e contatta Mandingo: "Sono Mandingo e nel culo..."
Nono capitolo della saga Fantozziana, sicuramente uno dei più stiracchiati e meno buffi. La sceneggiatura è strutturata in quattro sketch, incorniciati da un prologo e un epilogo ambientati in paradiso (la scenografia è identica a quella della pubblicità Lavazza). Pessimo il primo episodio; il secondo episodio, il migliore, ritrova l'amalgama tra comico, satirico, drammatico, di Fantozzi va in Pensione; il terzo è in parte ravvivato dall'incontenibile Anna Mazzamauro; nel quarto Villaggio si permette qualche frecciatina politica, ma è poca cosa.
Irriconoscibile. Certo non siamo ai livelli (penosi) di Fantozzi la clonazione, ma questo film è scadente pure rispetto agli ultimi non proprio bellissimi Fantozzi. Alcune battute sono azzeccate, altre trite e ritrite (guardate la scena in galera durante lo sciopero della fame). Diciamo che questo episodio raggiunge la sufficienza di un pelo.
MEMORABILE: Dopo che Uga mostra il medio a Fantozzi che gli impone di rientrare entro la mezzanotte, lui risponde a Pina: "Ha detto che torna all'una!"
Deludente nono episodio della serie. Stavolta si ride pochissimo, tra gag viste e riviste e approssimazioni di vario genere. Discreto il primo episodio (ma suvvia, senza Plinio Fernando, Ughina non è certo la stessa cosa!); già visto in precedenza il secondo (che non risparmia la malinconia tipica dei Fantozzi anni '90); abbastanza noioso il terzo (tranne la gustosa scena in cui Fantozzi cambia identità sul treno); accettabile l'ultimo, più in linea coi classici della serie. Non so se era lecito aspettarsi di più, ma il film non diverte molto.
Di ritorno dal paradiso dove era finito nel film precedente, Fantozzi torna in questo film suddiviso in 4 episodi. Nel primo è alle prese con la nipote Uga e con il suo rapimento (con Filini andrà dappertutto per cercarla; il più divertente), nel secondo è in linea con una chat erotica che gli cura la sua depressione da andropausa, nel terzo vediamo il finto parto della Mazzamauro (l'episodio più truce) mentre per ultimo viene incarcerato dal Duca Conte e (il momento più amaro) durante una finale deve tornare in paradiso. Uno dei migliori.
MEMORABILE: Fantozzi: "Ma come mi ha fatto vestire?" Filini: "Da Zucchero Fornaciari. Sa chi è?" Fantozzi: "È uno che in una tazza ha messo dello zucchero e poi...".
Nono episodio del ragioniere più famoso d’Italia. Ora la corda è logora (a dir poco) con l’aggravante di affidarsi ad una volgarità che infastidisce. Regia pedestre, sceneggiatura inesistente, attori svogliati. Difficile da difendere anche per i più sfegatati appassionati della serie.
Anna Mazzamauro HA RECITATO ANCHE IN...
Penultimo capitolo della saga fantozziana e ultimo film in cui compare Filini. Ormai il personaggio di Fantozzi è alla frutta, non ha più niente da dire e la regia certo non aiuta; a peggiorare ulteriormente la situazione la sostituzione di Plinio Fernando con un'attrice nella parte di Uga. A tratti si ride, o ridacchia, ma resta una tristezza di fondo causata anche da certe volgarità che non sono mai appartenute all'universo fantozziano. Evitabilissimo.
Buon film dal ritmo elevato (cosa fondamentale in questo genere) e ricco di gag, non tutte nuovissime ma tutte ben strutturate. Un unico errore, non so se di sceneggiatura o di scenografia: Fantozzi muore per la prima volta nel 1993, mentre sulla tomba, come data di morte, è impresso "1995". Ma è solo per trovare il pelo nell'uovo in un sorprendente nono film della mitica saga. Saga che andava chiusa appunto con questo capitolo, dove la messa in scena di Neri Parenti è curata come al solito e non con l'ultimo imbarazzante Fantozzi 2000.
Ultimo film della serie (Fantozzi 2000 è un orrendo corpo estraneo che si poteva e doveva evitare). Villaggio è sempre più penosamente intento a copiarsi, con l'aggravante di una recitazione lentissima, piena di farfugliamenti che non fanno ridere nessuno. Triste vedere come siano ridotti gli attori spalla: Filini e Pina inutili, Ughina odiosa, Silvani un'ultras della peggior specie. Si ride poco poco, si inorridisce tanto tanto.
Inutile: Fantozzi de-contestualizzato da quell'entità metafisica, quel crudele Moloch che è la Mega Ditta, quella giungla di corridoi e di cubicoli ove vigono le spietate leggi e le infami tattiche della sopravvivenza aziendale... non è più Fantozzi! Qui, si misura con spunti di attualità: le mode giovanili, le hot-lines, i processi per corruzione... ma non ha avversari alla sua altezza, niente che riesca ad umiliarlo quanto una sola occhiata del Mega-Galattico! L'episodio più vario e meglio costruito è il terzo, ma manca la verve di un tempo!
MEMORABILE: Il viaggio fino a Rimini con moglie e signorina Silvani sullo stesso treno.
Sufficiente. Non tocca i livelli dei primi due, ma comunque la figura di Fantozzi comico con la lingua fuori dalla bocca regge ancora molto bene. Notevoli le sequenze in cui Fantozzi si intrattiene di notte con una chat-line erotica, ma ancora più divertente quando la moglie Pina è costretta a essere lei dall'altra parte del telefono per pagare la bolletta. Cambia anche l'attore che dà il volto a Mariangela, che già dall'inizio deciderà di scappare di casa. Caduta di stile quando si vede (senza l'uso del cannocchiale) un antiberlusconismo patetico.
La saga è stanchissima, i personaggi ormai esausti eppure Villaggio qualche buona gag riesce ancora a infilarla. Sprazzi di comicità come la serata in discoteca con Filini o i massi dal cavalcavia (gag scorrettissima e molto criticata all'epoca), oppure la lunga scena della hot-line (ovviamente la sfiga di Fantozzi lo farà collegare per sbaglio prima con un gay, poi addirittura con la moglie!). Di tutto il resto c'è poco da salvare, si respira un'aria tristemente malinconica e di "stanca" generale.
MEMORABILE: Memorabile Gigi Reder in Harley-Davidson e tuta di pelle; Villaggio che sbaglia numero nella sexy-chat e si collega con Mandingo "lo stallone"!
Paolo Villaggio è suonato, Anna Mazzamauro spara scemenze senza ritegno e Milena Vukotic (e forse è la cosa più grave) sembra convinta di quello che fa. In questo rozzo nono capitolo della serie non si salva nulla: le poche gag riuscite sono stra-riciclate, il cocktail già pietoso di per sé viene reso micidiale dalla gommosa e inenarrabile voce fuori campo di un Villaggio stanco, invecchiato e svogliato, che avrebbe fatto bene a lasciare morto e sepolto il personaggio che gli aveva in passato portato sì tanta fortuna.
Da amante della saga mi sarei fermato al buon Fantozzi in Paradiso, ma si è voluto far risorgere il mitico Ragioniere; direi che nonostante la stanchezza del personaggio e del cast il risultato non è così gramo. Si tratta di argomenti all'epoca (1996), in voga, come i sassi dal cavalcavia, il dualismo Berlusconi/D'Alema e le chat line (gli ex 144); commovente e malinconica la reazione di Fantozzi alla falsa gravidanza della Silvani; per i veri fan.
MEMORABILE: Filini coi capelli lunghi; Fantozzi che chiama le chat line e Pina che fa la telefonista erotica mentre lava i piatti e i panni!
Non infimo e irritante quanto l'ingiustificabile Fantozzi 2000 ma poco ci manca. Il ritmo è fiacco, gli attori logori e svogliati e le gag un pasticcio di situazioni più o meno viste. Si salva comunque lo spunto graffiante sulle chat line telefoniche, a mio avviso uno dei migliori dell'intera serie. Villaggio torna per qualche momento il grande attore che era, cinico e lucido nella sua caratterizzazione. Davvero brutto.
Forse uno dei peggiori Fantozzi. Eppure gli va dato atto che, come mai avevano fatto altri film, c'è all'interno un'aspra satira politica e di costume dei tempi coevi. Era il 96 ed il Cavaliere era sceso da poco in campo. Gag su di lui, su D'Alema, sul milione di posti di lavoro promessi e sul ribaltone. E poi la chat line erotiche molto in voga allora, i sassi dai cavalcavia, un certo teppismo giovanile che si iniziò a sviluppare in quel periodo... Villaggio non è più quello di una volta eppure riesce ancora ad infilare battute vincenti.
Neri Parenti HA DIRETTO ANCHE...
Episodio insulso dall'inizio alla fine: attori fuori forma, (Villaggio in primis) e scene già viste e riviste fino alla nausea. La sequenza girata in discoteca con Filini che indossa una parrucca è a dir poco patetica. L'assenza di Plinio Fernando non è da sottovalutare.
Nono capitolo della saga fantozziana e il nostro mito mostra più che mai la corda. Ultimi rantoli di forzata comicità che ci fa rimpiangere i bei tempi andati. Ultima apparizione di Gigi Reder nel ruolo di Filini (esilarante nella scena della partita a bocce). Primo film senza il mitico Plinio Fernando, qui sostituito da Maria Cristina Maccà. Mazzamauro e Vukotic sempre brave, ma il film non le aiuta.
Triste penultimo capitolo della saga del ragioniere più perdente d'Italia fra miracolose e momentanee resurrezioni e sosia del Bagaglino di Massimo d'Alema e Silvio Berlusconi, che comandano pure in cielo, si consumano le solte scenette slegate. La più riuscita è quella del call center, che coinvolge pure la Vukotich, mentre quella con Anna Mazzamauro che vuole andare in ospedale per "ritoccarsi" qua e là fingendo d'aspettare un bambino da Villaggio è fra quelle che arrancano. Ultimo film con l'ormai inutile Filini di Gigi Reder.
Il migliore degli ultimi Fantozzi. Tornato sulla terra, il ragioniere ci regala ancora momenti di grande divertimento alternati ad altri sottotono. Nonostante l'età che avanza Villaggio si impegna ancora e nella scena della telefonata erotica è irresistibile. Filini ci lascia con una piccola parte. Un'epoca che si conclude, con un bel colpo di coda (se si tralascia l'ultimo capitolo, poco riuscito).
Veramente poco da salvare in questo episodio (forse la vicenda delle hot line, soprattutto perché la Vukotic è maldestramente comica). Villaggio è sempre più stanco e Fantozzi ne subisce l'effetto. Anche il pubblico è cambiato e le vicende del ragioniere ormai fanno parte dei libri di storia. Evitabile.
Siamo temporalmente (ed emotivamente) lontani dal capostipite fantozziano ma il nostro caro ragioniere riesce ancora a far (sor) idere. Le gag sono trite e ritrite ma una vena di malinconia, quasi commovente, scorre lungo tutta la direttrice filmica diventandone valore aggiunto. La scoperta della telefonista erotica e la successiva ricongiunzione con la moglie valgono l'intera visione. E le bocciate "fuori campo" del fido Reder-Filini rimangono sempre un must. Niente di trascendentale, sia chiaro, ma si lascia guardare con piacere.
MEMORABILE: La pancia finta della signorina Silvani; Le posizioni assunte a letto da Fantozzi neo operatore erotico.
Inevitabile quanto prescindibile seguito di Fantozzi in Paradiso. Il cinico acume, migliore qualità della serie, si vede solo a sprazzi (nell’episodio dedicato alle hotline); il resto affonda nel patetico giovanilismo del primo episodio (con la tristissima ultima apparizione di Reder e la sostituzione di Plinio Fernando) oppure è inutile (Mazzamauro e Paoloni non incidono). Il “ragioniere” aveva evidentemente fatto il suo tempo, eppure sarebbe stato nuovamente riesumato da Saverni per il colpo di grazia.
MEMORABILE: Fantozzi alle prese col “cesburgher”; Bernabucci volgarissimo impiegato Telecom.
La saga perde un attore importante, Plinio Fernando, ma soprattutto perde la capacità di far ridere. Tutta la vicenda del parto della Silvani è francamente irricevibile, pur sospendendo qualsiasi pretesa di credibilità. Villaggio è pressoché immobile e ricicla gag già viste (per l'ennesima volta quella delle polpette), Reder si vede poco ma regala gli scorci migliori. Non male invece il beffardo finale con la condanna alla prigione, in cui si riaffaccia timidamente quella satira sociale che era la forza del compianto Fantozzi di Salce.
Sempre più avanti negli anni, il povero ragioner Fantozzi continua a combinarne e subirne di tutti i colori. Tra i più tristi episodi della serie, questo film si segnala per un Paolo Villaggio particolarmente ispirato, ma dopo un po' anche lui non può fare miracoli. Buona la parte delle "telefonate notturne" e divertenti i pochi scambi con Filini. Per il resto c'è parecchia tristezza e tanta nostalgia dei primi, grandi film della serie.
MEMORABILE: Filini e Fantozzi in discoteca.
Un passo indietro rispetto al capitolo in Paradiso, ma comunque vedibile, soprattutto grazie ai due episodi centrali divertenti e teneri e che ci mostrano un Fantozzi meschino e sentimentale al tempo stesso, specchio dell'italiano medio. Più rabberciati il primo e, soprattutto, l'ultimo, figli di una povertà di idee che si paleserà in toto nel capitolo finale. Villaggio tiene ancora, così come i suoi compagni di viaggio (straordinaria la Mazzamauro) e il ritmo è discreto. Peccato per la sostituzione di Fernando. Simpatiche le musiche.
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Ormai il duo Parenti/Villaggio sembra non volersi fermare e continua questo lavoro di coppia per tenere vivo il mito cinematografico di un personaggio che probabilmente doveva essere messo a riposo per sempre qualche anno prima. Il risultato è come quello degli ultimi lavori: altalenante, poco convincente, con rari momenti divertenti. Per il resto tanto mestiere e una scontatezza che fatica ad accontentare anche gli aficionados.
Il temuto momento è giunto: anche la saga di Fantozzi cede alle atmosfere da tv-movie tipiche delle nostre commedie novantiane. Ci vuole qualche minuto per abituarsi a questo nuovo gusto un po' amarognolo e la sostituzione di Fernando con Maria Cristina Maccà non aiuta, ma fortunatamente il film ha una notevole carta da giocare: le trovate comiche. Senza preoccuparsi troppo del budget o degli ormai lontani spunti di critica sociale, Parenti mette in scena un susseguirsi di gag di assoluta efficacia, come non se ne vedevano dai gloriosi tempi di Fantozzi contro tutti.
Un altro inutile capitolo di cui non si sentiva proprio il bisogno. Si salva poco e niente dal disastro generato da quella che appare come una mera operazione commerciale. La maschera di Fantozzi ha esaurito da tempo la linfa vitale e riscaldare la stessa minestra per l’ennesima volta non ha alcun senso. Quando non si ha più nulla da dire, l’espressione della comicità travalica la linea che conduce al patetico e le sequenze con la Mazzamauro e Reder sono lì a testimoniarlo. L’aggiunta di quel linguaggio a tratti volgare peggiora soltanto le cose.
Penultimo film della ormai logora saga, in cui si ride sempre meno. Qualche episodio strappa ancora la risata, come quello in cui Fantozzi, colto dall'andropausa, si dà alle chat erotiche (con inevitabili problemi di bolletta e simpatica apparizione di Bernabucci, sempre "eccessivo" ma oggettivamente divertente) e finisce per parlare proprio con la Pina (che, per pagare le bollette, all'insaputa del ragioniere si presta a quel genere di chiamate). La prova della Vukotic e gli sforzi di Villaggio rendono comunque dignitoso il film.
Pretesto a dir poco risibile e fotografia televisiva (eufemismo); Villaggio e Fantozzi si amano sempre ma perché intristire i fan con il fondo del barile? Anche il personaggio della Silvani aveva il suo perché, qui è solo una volgare imbrogliona; da salvare solo l'imperitura dignità della Vukotic, sul resto si sorvola ridacchiando e ricordando il Mauro Vestri (sì, c'è anche lui) dei tempi d'oro, qui uno di passaggio.
Caduta ormai inarrestabile per la saga del ragioniere. Rimandato sulla Terra per mancanza di posti in paradiso Fantozzi questa volta torna esclusivamente per farsi spillare soldi da tutti in una serie di episodi dal fiato corto sciocchi e volgari, zeppi di ricicli (le parti del sequestro della nipotina e con la Silvani sono tremende, si salvano quella della Fajolada e la sequenza sul treno). Brutti e scialbi tentativi di satira politica. Meglio di uno stanco Villaggio sono la Vukotic, Reder (che si vede troppo poco) e Paoloni. Purtroppo ce ne sarà ancora un altro.
MEMORABILE: La Fajolada; La parte sul treno.
Quando proprio nessuno o quasi sentiva la nostalgia di un grandissimo personaggio sempre più svilito e prosciugato negli anni, ecco che arriva il colpo di grazia. Rispetto alle ultime fatiche si aggiunge l'elemento volgarità che impregna tutta la pellicola, andando anche a danneggiare laddove ce ne fosse bisogno i rari momenti in cui si provava a ridere. La sensazione è di assistere a uno spettacolo ormai ampiamente fuori tempo massimo che cerca di stare al passo coi tempi ma con gli occhi di chi ormai non è più capace di vedere. Peccato.
Il ritorno del “Ragioniere” è un po’ in chiaroscuro. Villaggio in parte e pure i comprimari appaiono coinvolti e convinti dei loro ruoli. Nei segmenti che compongono il film c’è un po' di tutto, ma anche molto di già visto. Il tempo “moderno” non è proprio amico del nostro eroe e le mitiche atmosfere del passato si fanno rimpiangere. Marcata anche se non preponderante la componente malinconica, azzeccata la trattazione di fenomeni sociali di quel periodo (i telefoni erotici, la chirurgia estetica) attraverso la dimensione “fantozziana”. Probabilmente di più non si poteva fare.
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- MA QUAND'E' NATO FANTOZZI?
La data di nascita scritta sulla lapide (17-7-1934)...
...non è la stessa che si era letta nella carta d'identità (25-9-19XX) del film Fantozzi va in pensione (1988):
...E QUAND'E' MORTO?
La data di morte scritta sulla lapide è come si può vedere sopra il 17-12-1995, ma il giorno della sfortunata morte di Fantozzi è il 17-04-1993, come sappiamo dal film Fantozzi in Paradiso (1993).
- La partita di calcio che Fantozzi (Paolo Villaggio) non riuscirà a vedere perché richiamato in Paradiso proprio durante il fischio d'inizio è la finale dei mondiali Usa 94 tra Brasile e Italia, giocata il 17 luglio 1994 e terminata 3-2 ai rigori.
- L'attore che interpreta l'angelo alle porte del paradiso, quello che ritira la radio a Fantozzi, è Walter Nudo.
- In una scena del film viene trasmesso sul televisore di casa Fantozzi quella che viene presentata come la 20a puntata dello sceneggiato "Il re padre". Nelle sequenze il sovrano del titolo presenta ai sudditi il figlio appena nato, chiamandolo Riccardo II "Cuor di Leone". Al di là del fatto che le voci degli attori del sceneggiato potrebbero essere state aggiunte apposta per il capitolo della saga di Fantozzi, che poco prima aveva scoperto di attendere un figlio dalla signorina Silvani, sto cercando di capire a che film o sceneggiato si riferiscono le sequenze mostrate nel film ("Il re padre" è chiaramente un titolo inventato, ma dubito che si trattino di scene girate appositamente per questo capitolo di Fantozzi)
Ultima modifica: 30/03/16 18:20 da Zender - Mauro ebbe a dire:
Nelle sequenze il sovrano del titolo presenta ai sudditi il figlio appena nato, chiamandolo Riccardo II "Cuor di Leone".
Dovrebbe essere un dialogo inventato per il film. Riccardo I Cuor di Leone non ebbe figli legittimi. - Rimane lo sceneggiato o il film in costume da individuare.
- Samuel1979 ebbe a dire:
Sbaglio o c'è un piccolo anacronismo?? Quando Villaggio assiste alla partita si sente la telecronaca di Bruno Pizzul, che parla di Coppa Rimet, ma poi vengono citati i nomi di Maldini e Chiesa.
Non sono sicurissimo, perchè il film era così deprimente che a volte ho fatto fatica a seguirlo, ma penso di aver sentito bene!!
Sembra anche a me che Pizzul parli di Coppa Rimet. Probabilmente è un lapsus. - Il domicilio di Fantozzi è Via Carso 9, come possiamo leggere sulla bolletta della SIP. Nel film Fantozzi va in pensione era il civico 59.
- Al minuto 15 e 40 circa, quando i poliziotti guidati dall'ispettore (Gianni Franco) entrano nella camera di Ughina (Maria Cristina Maccà) per indagare sul "sequestro" si nota un pneumatico "per scimmie" con dei caschi di banane
nel pneumatico sono scritti dei nomi con sotto dei numeri, si notano i nomi: Nosferatu, Tarzan e Cita.Ultima modifica: 21/05/22 07:57 da Zender
