Analisi di Moore su come Trump abbia potuto essere eletto. Poche armi per fare inchiesta costringono a notizie di stampo giornalistico. L'inquinamento dell’acqua a Flint, il movimento dei ragazzi, gli errori dei democratici, danno solo un'immagine ma che non sembra scardinare l’arroganza del Presidente in carica. Stile ampiamente già visto con una sola boutade (l'innaffiamento), solite sparatorie in classe, qualche volgarità inutile e l'assurdo paragone coi nazisti.
MEMORABILE: "Adoro l'odore degli oli essenziali la mattina"; Obama che si bagna solo le labbra dell'acqua inquinata; Trump che guadagna di meno di Gwen Stefani.
Un Michael Moore schietto e ironico come di consueto analizza la vittoria di Donald Trump e riavvolge il nastro per individuare le ragioni sociali del suo "scioccante" trionfo, puntando il dito anzitutto contro l'establishment del Partito Democratico. Finché ci si sofferma sulle figuracce dei liberal (l'incredibile risposta di Obama alla popolazione di Flint nei riguardi della crisi idrica) e sull'ottimistico supporto dei movimenti di giovani attivisti, la dissertazione suona convincente; molto meno efficaci le solite comparazioni allarmiste fra Trump e Hitler. Buono nel complesso.
MEMORABILE: Compilation di uscite controverse di Trump; Sanders tradito dal suo partito; Moore innaffia il giardino del governatore Snyder con acqua contaminata.
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Conoscendo il recente Moore (diciamo dal 2007 in avanti) e il tema che intendeva affrontare, mi aspettavo, sinceramente, un doc piuttosto sottotono. Invece, anche se non manca qualche tirata evitabile (l'arresto popolare del governatore Snyder...) e qui e lì le conclusioni tratte sono ancora piuttosto generalizzate/generalizzanti (i sondaggi sull'opinione pubblica americana), devo dire che qualche freccia al suo arco questo Moore ce l'ha, se non altro per un approccio alla materia molto più sobrio e maturo delle ultime "sbracate" - e per l'importante riconoscimento che il mostro Trump altro non è se non un prodotto del sonno della ragione democratico.
Obama ne esce a pezzi, ed è giusto così.