Et cetera - Corto (1966)

Sagomina usa ali sempre più grandi per saltare da una sedia all'altra, poi ricomincia, ecc ecc; sagomina di ammaestratore e animale si scambiano i ruoli, ecc ecc; sagomina disegna una casa e la cancella, ecc ecc. E' all'insegna dell'eccetera questo delizioso cortometraggio dedicato alla circolarità dell'azione, gaio e spiritoso, con una sensibilità grafica del disegno e della sua animazione davvero raffinata. Una cosa piccola piccola, ma seducente nella sua implacabilità, ecc ecc...

Svankmajer stupisce in ogni epoca in cui lavora: che siano gli anni sessanta o gli ottanta poco importa. Prodotto molto interessante, realizzato con una buona tecnica d'animazione. Nella prima parte c'è quasi la rivisitazione del mito di Icaro con la figurina protagonista che vola con delle ali; da citare nel secondo episodio il continuo ribaltamento di ruoli e nel terzo la tipica ossessione della casa piccola e stretta (già presente in altre opere del nostro). Ottimo!

Bizzarro è riduttivo, surreale è poco: trascende nella follia più totale. Realizzato in "passo uno" (un fotogramma alla volta, lavoro lentissimo e privo di realismo), è in verità folle e inquietante al contempo. Consigliato alle menti più suonate...

La stupidità umana, in un crescendo di tre parti. Un cortometraggio meccanico e ripetitivo dalle poche ma inquietanti suggestioni, l'uomo si ripete, cataloga inutilmente, sbaglia senza capirne il perché. La tecnica è davvero particolarissima e soprattutto nella prima parte è coadiuvata da un montaggio davvero ansiogeno fino ad arrivare all'accelerazione ripetuta della terza parte che conclude il corto con un tocco di spensierata negatività.

L’aspetto che più salta agli occhi del corto è la reiterazione (nello specifico) circolare che lo caratterizza che è poi uno degli stilemi che è possibile trovare in tanto cinema del ceco. Eppure guardando i corti di questo regista, pur nella loro diversità di risultati, non ci si annoia mai. Non fa eccezione nemmeno questo lavoro che si rivela al solito gradevole e ben più complesso di quando sembrerebbe ad una prima ed immediata analisi.

La reiterazione continua porta a una sorta di movimento perpetuo che finisce per incantare. Che siano ali, fruste o case poco importa perché il gesto prende forza con la ripetizione ossessiva che stordisce i sensi nell'attesa che tutto cambi. Ogni movimento è calcolato per anestetizzare e ricominciare ancora da capo. Così la finzione può assomigliare alla realtà che copia se stessa senza soluzione di continuità.