Erano tutti miei figli - Film (1948)

Erano tutti miei figli
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Titolo originale: All my Sons
Anno: 1948
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Basato su un dramma teatrale di Arthur Miller.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/03/13 DAL BENEMERITO SAINTGIFTS
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Saintgifts 12/03/13 00:50 - 4098 commenti

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Nell'imperfetto del verbo essere, aggiunto nel titolo in italiano, c'è la chiave di questo forte dramma racchiuso in un ambito famigliare ma che espande le sue riflessioni, anche se in modo meno esplicito, fino alla condanna delle guerre. Si rimane colpiti dai passaggi repentini della sceneggiatura, da momenti di grande tensione, subito cancellati (in apparenza) da parole e risate che vorrebbero far dimenticare una tragedia di fondo che comunque avanza inesorabile, fino a un epilogo che non lascia più spazio a nessuna giustificazione.
MEMORABILE: La notevole performance di Edward G. Robinson.

Rigoletto 1/08/14 19:57 - 1785 commenti

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Film costruito alla vecchia maniera che conserva tuttora un bel fascino, pur denunciando la non verdissima età. Su tutti si conferma Edward G. Robinson, attore di strepitosa bravura che in questi ruoli sguazza che è una meraviglia. L'ottimo Reis riesce a mantenere il prodotto su un livello di contenutezza e discrezione notevoli, sapendo confondere le acque attorno agli episodi che caratterizzano la storia.

Daniela 23/02/18 13:12 - 12625 commenti

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In apparenza imprenditore assai stimato nella comunità in cui vive, in realtà affarista con lo stomaco foderato di pelo che antepone i propri interessi ad ogni scrupolo, ma la nemesi è in arrivo... Adattamento fedele al dramma di Miller, conserva un impianto fortemente teatrale nei dialoghi. Nonostante una certa pesantezza, evidente soprattutto nella parte finale, merita la visione per la memorabile prova di Robinson nel ruolo di un uomo che rifiuta caparbiamente di ammettere le proprie responsabilità per una visione distorta del ruolo di "pater familias".
MEMORABILE: "E'un delitto soltanto se ti scoprono"; "La famiglia prima di tutto"

Myvincent 5/09/18 08:07 - 3726 commenti

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Il passato è come un'ombra che perseguita chi non ha pareggiato i conti e a cui non si può in alcun modo sfuggire. Arthur Miller gira con lo stile da teatro (inclusi i tempi e le apparizioni dei personaggi), con tutte le sfaccettature e le ombre che fanno di un animo umano un complesso di fattori. Si tende al melodrammatico dunque e lo spregiudicato affarismo che sfrutta la guerra è la pietra dello scandalo. Inutile soffermarsi sulla bravura degli interpreti, fra cui primeggia Burt Lancaster.

Pessoa 14/09/22 19:07 - 2476 commenti

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Reis porta il dramma di Miller al cinema un anno dopo il successo ottenuto in teatro, rispettandone la potente escalation emozionale, da una prima parte quasi brillante fino al drammatico, tragico finale. Inutile dire che a fare la differenza è il testo del drammaturgo newyorkese, che trova due grandi interpreti in Robinson e in Lancaster, ansioso di scrollarsi di dosso i ruoli da duro che lo avevano portato al successo. Le location giocoforza piuttosto statiche non sono valorizzate adeguatamente da una confezione a tratti trasandata. Vale comunque la visione.

Paulaster 20/09/22 09:50 - 4389 commenti

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Industriale ha sulla coscienza alcuni piloti di guerra, oltre al figlio disperso. Il tema dell'avidità è trattato col sorriso forzato sulle labbra, anche se i valori familiari cercano di ripristinare il vivere civile. Buona interpretazione di Robinson, mentre Lancaster incide poco come bravo figlio. I pochi personaggi sono anche troppo intrecciati tra loro, ma ciò snellisce il racconto. Ultima parte che, nonostante una leggera piega melodrammatica, ha un ottimo crescendo tragico e ricco di significati.
MEMORABILE: La versione data in carcere; La lettera del figlio; L'assoluzione del tribunale.

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