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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/12/12 DAL BENEMERITO PIERO68
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- Quello che si dice un buon film:
Dusso, Galbo, Vito - Non male, dopotutto:
Mickes2, Nando - Mediocre, ma con un suo perché:
Piero68, Greymouser, Tomastich - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Daniela, Jandileida - Gravemente insufficiente!:
Jena
Questa volta Ayer, che tra regia e sceneggiatura aveva regalato piccole chicche come Training day o Il silenzio della notte e che da sempre cerca di raccontare violenza e corruzione nelle strade di L. A., si aggrappa più alla forma che non al contenuto. E così si perde nell'applicare lo stile mockumentary a un poliziesco dimenticandosi della sceneggiatura. Soluzione oltremodo fallimentare non solo per l'inutilità dello stile ma anche per la scelta dei due protagonisti, che non hanno le carateristiche per dare spessore a un impegno del genere.
Al di là delle varie sottotrame sull'amore e sull'amicizia, il film è eminentemente descrittivo e fenomenologico, sul tema della lotta quotidiana di una coppia di agenti contro droga e corruzione. Niente di nuovo sotto il sole, compreso il solito impianto documentaristico a base di riprese video che ormai non risparmia alcun genere. E' un lavoro ben fatto, ben interpretato, ma lascia una sensazione di freddezza: troppo studiato, troppo telefonato nelle situazioni e nello sviluppo prevedibile, troppo avaro di emozioni vere.
Oramai siamo abituati a vedere film girati stile Blair Witch Project... Questo poliziesco d'azione con la ottima coppia Jake Gyllenhaal-Michael Peña sfrutta questo espediente solo per rendere più realistico il tutto (non era necessario ma ben venga lo stesso). La Kendrick non sbaglia un'espressione e Ayer ci rifila qualche momento disturbante per gli occhi dello spettatore. Finale tostissimo e chiusura scanzonata molto simpatica.
Immerso in uno dei contesti metropolitani col più alto tasso di criminalità al mondo, Ayer, con perizia, imbastisce un dramma mocku/documentaristico che segue febbrilmente la vita quotidiana di due poliziotti (amici per la pelle) tra le violente strade losangeline e i piccoli squarci di vita privata. L’approccio è facile, l’empatia pressoché retorica, ma i personaggi non risultano eroi bensì uomini che con coraggio e dedizione compiono il loro dovere. Si può storcere il naso sulla veridicità dei fatti, sul monito proposto, ma il film funziona.
MEMORABILE: Il finale; Le note di "Hey ma" soavemente canticchiate dalla graziosissima Kendrick.
Pellicola cronachistica e tendente al documentaristico con telecamera a mano in cui si osservano le peripezie di due poliziotti di Los Angeles. Situazioni estremizzate nella violenza belluina ma l'artefazione è spesso in agguato con esiti lievemente scontati. Appropriati i due protagonisti. Prologo finale inutile.
Le vicende quotidiane di due poliziotti losangelini, che fanno squadra sul lavoro e sono amici anche nella vita privata, alle quali il carattere para-documentaristico delle riprese dovrebbe garantire un surplus di realismo rispetto alla tradizionale pellicola poliziesca di finzione. Come spesso accade nei fake-doc, questa scelta stilistica non risulta efficace, anzi produce un fastidioso senso di pretestuosità, per cui anche episodi verosimili sanno di forzato. Gyllenhaal è bravo ed anche Peña se la cava, ma il film nel suo complesso è banale, a tratti pure noioso.
MEMORABILE: Durante l'incendio, invece di parteggiare per i personaggi in pericolo, ha continuato a chiedermi: qui la telecamera chi la dovrebbe tenere in mano?
L'espediente narrativo del finto documentario, assai utilizzato nel cinema americano è abbastanza funzionale narrativamente in un film che entra in modo efficace nella vita di due poliziotti di una metropoli americana (siamo in un quartiere di Los Angeles). Il risultato è uno spaccato credibile dell' ambiente e della quotidianità di due tutori dell'ordine, colleghi e amici. I due protagonisti se la cavano egregiamente e la regia funziona. Godibile.
Sembra quasi un megaspot per arruolarsi nei corpi di polizia degli Usa, tanto i due agenti sono cool, simpatici e sembrano divertirsi un mondo nel fare i gradassi, spaccare grugni e mitragliare i cattivi. La telecamera a mano raggiunge livelli di mal di mare insopportabili e tanto più ci si sforza nel far sembrare tutto "realistico" tanto più il film appare artificiale e pompato. Incredibilmente per un film così ci si annoia pure, tanto è una sagra del già visto. Gyllenhall insopportabile.
Devo ammettere che non sono un amante delle telecamere che sballonzolano o dei finti documentari, anzi mi danno decisamente sui nervi: difficile quindi che potesse garbarmi questa pellicola dedicata alle giornate lavorative di due poliziotti losangelini. Se si aggiunge una storia che oscilla tra il banale (spicce considerazioni su amore e amicizia) e l'incredibile (in ogni casa in cui entrano i due, un cartello messicano ha compiuto qualche crimine inverecondo), il film finisce per poter essere relegato in un anfratto oscuro della scatola cranica.
Molto fazioso - e furbo - il fatto che venga utilizzata la camera a mano come espediente narrativo quando in realtà è proprio il regista uno che non sa dove mettere la macchina da presa. Passi Sabotage per via di Schwarzy, passi Harsh Times per il sempre buon Bale, ma qui il grande Gyllenhall ci mette anche del suo per non elevare il personaggio. Notevole la moglie del messicano che simula a parole una fellatio (grande scena).
David Ayer HA DIRETTO ANCHE...
Pellicola che parte con l'idea di un falso documentario sulle imprese di due poliziotti contro il crimine di L.A.: peccato che tutto venga gettato alle ortiche con inquadrature sballate e scene in cui non si capisce chi sia a filmare i due! Il film in sé non è male, la coppia di attori è ben affiatata e la sceneggiatura solida; dispiace appunto la scelta dello stile mockumentary, assolutamente inutile.
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- Il film è uscito al cinema
- In dvd (e BR) per CDE, disponibile dal 10/04/2013
http://www.kultvideo.com/DVD/DVD.aspx/aid17339aid-DVD-End-of-Watch-Tolleranza-zero-10-04-End-of-Watch?__lang=it-IT - @Daniela
Per una volta non ci troviamo daccordo: ho visto il film un pò di tempo fa (anche se non l'ho ancora commentato) e devo dire che mi ha convinto. Anche se parecchio sfruttato, a mio parere l'espediente del finto documentario in questo caso funziona e gli attori sono assai convincenti.... - Galbo ebbe a dire:
@Daniela
Per una volta non ci troviamo daccordo: ho visto il film un pò di tempo fa (anche se non l'ho ancora commentato) e devo dire che mi ha convinto. Anche se parecchio sfruttato, a mio parere l'espediente del finto documentario in questo caso funziona e gli attori sono assai convincenti....
e meno male che ogni tanto non siamo d'accordo... il 100% di concordanza (o "accordamento" alla Dark City) mi darebbe delle preoccupazioni identitarie ;o)
End Watch mi è piaciuto assai poco, ma sono disposta ad ammettere la prevenzione: avevo visto il giorno prima The sacrament di Ti West (che ti sconsiglio vivamente) ed appena mi sono accorta che anche questo era in forma di fake doc mi è venuto spontaneo un "santa polenta, ancora un altro, noooooo". Colpa mia, non avevo letto nulla sul film, mi sono lasciata guidare nella scelta dalla presenza di Gyllenhaal e c'è da dire che la sua prestazione, insieme a quella di Pena e anche dalla graziosa Kendrick, è almeno di livello professionale
