Embrione - Film (1966)

Embrione
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Titolo originale: Taiji Ga Mitsuryosuru Toki
Anno: 1966
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Secondo episodio della serie Japan, Avant–Garde, Pop & Violence Movies. Il titolo originale significa "L'embrione caccia di frodo". In inglese "The Embryo".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/08/08 DAL BENEMERITO REBIS
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Rebis 21/08/08 12:41 - 2332 commenti

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Sequestra una propria dipendente (somigliante all'ex moglie e alla madre, defunte) e la sottopone a un rapporto morboso. Il sadismo misogino è qui espressione di virulento orrore per la vita e il masochismo, accolto come unica soluzione possibile, sostiene una dilaniante possibilità di sussistenza: ombre e pioggia inondano incessanti le stanze vuote, palcoscenico di una parabola esistenziale ineludibile, forse un pò satura e a tratti didascalica, ma che coglie e inquadra il fattore umano da inattesi scorci. Elegante, letterario e desadiano.
MEMORABILE: "Con il mio sangue puro ricomporrò la tua carne e la tua anima scisse". Le scudisciate sulle note del Dies Irae.

Lattepiù 27/06/11 15:49 - 208 commenti

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Un uomo imprigiona una donna in un appartamento e la costringe, con ripetute sevizie, ad una sottomissione assoluta. Wakamatsu realizza un film che è un viaggio senza sconti nel profondo dell’ossessione umana e sfocia in un nichilismo totale, doloroso e lacerante. Opera morbosa, durissima e allucinata, raggiunge livelli di crudeltà e sadismo difficilmente eguagliati. La dinamica psicologica carnefice-vittima è portata alle estreme conseguenze con una profondità insuperata. Claustrofobico, spietato, senza speranza. Capolavoro assoluto.

Mickes2 23/08/12 09:33 - 1670 commenti

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Un legame materno indissolubile e un rapporto matrimoniale passati, ora consumati dalla voglia di lei di diventare madre e la riluttanza di lui, tragicamente impaurito da tale responsabilità. Il dramma nel dramma sfocia nella morbosità paranoica e visionaria di un autore estremo. Radiografia nichilista tra le deviate cavità sibilline della mente umana che sonda claustrofobicamente i meandri più nascosti e perversi dell’ossessione. Sevizie imposte come valvola si sfogo tra due anime diversamente alienate. Senso del tragico da lasciare annichiliti.

Cotola 5/09/16 14:46 - 9009 commenti

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Come spesso accade nei film di Wakamatsu, anche qui ci si trova davanti ad un'opera dagli elementi molto eterogenei: situazioni e "grafica" da fumetti porno; stile interessante, elegante e con svolazzi autoriali spesso riusciti; tematiche importanti trattate a volte con acume a volte in modo più usuale. Meno estrema, ma per l'epoca mica poco, e più fruibile di altre sue opere, lascia sempre il dubbio su questo autore-regista: è sempre animato da genuino interesse per ciò che fa e racconta, o c'è anche del voyerismo compiaciuto e del sensazionalismo fine a se stesso? A ognuno l'ardua sentenza.

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