Educazione fisica - Film (2022)

Educazione fisica
Locandina Educazione fisica - Film (2022)
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MMJ Davinotti jr
Anno: 2022
Genere: drammatico (colore)

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La nostra recensione di Educazione fisica

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Quattro genitori in scena e tre figli fuoricampo, che giocano in giardino e mai entrano all'interno della palestra dove i loro genitori sono stati convocati dalla preside (Mezzogiorno). I quattro sono Franco (Santamaria), padre di Cristian, Carmen (Rea), madre di Giordano, e la coppia composta da Aldo (Rubini) e Rossella (Finocchiaro), il cui figlio Arsen, di origine africana, è stato adottato. Non si sa perché siano stati chiamati e nella prima parte, mentre cominciano a conoscersi meglio, provano ad azzardare qualche ipotesi. La verità, purtroppo, è per loro drammaticamente più dura: i tre ragazzini, appena tredicenni, pare abbiano stuprato in gruppo una loro...Leggi tutto compagna di classe.

La preside, quando finalmente arriva, li mette di fronte a una realtà che i quattro non riescono nemmeno a mettere a fuoco, giudicandola impossibile; e che negano recisamente accusando la donna di parlare senza prove, giustificando prevedibilmente in ogni modo le azioni dei figli. Sarà meno facile farlo quando spunterà un video... L'ambito è quello del film d'impostazione teatrale, interamente girato nella penombra di una palestra fatiscente nella quale gli unici cinque attori in scena mostreranno prevedibilmente il peggio di loro stessi secondo uno schema in auge da parecchi anni (lo riportò alla ribalta il seminale CARNAGE di Polanski) e che permette di far salire la tensione in un crescendo quasi sempre attanagliante. Difficile distrarsi, infatti, se alle spalle esiste non solo un buon testo di base (in questo caso l'opera teatrale “La palestra” di Giorgio Scianna) ma anche una sceneggiatura (di Damiano e Fabio D'Innocenzo) che sa come toccare certi tasti e, nella seconda parte, riesce a trovare i giusti espedienti per mostrarsi imprevedibile e cambiare le carte in tavola.

Sulla carta insomma, e anche nella corretta regia di Stefano Cipani, il film funziona, gira come deve; anche se poi, a ben vedere, non è facile mostrarsi autentici e credibili in una situazione tanto ai limiti dell'improbabile (specificatamente nelle scelte della preside ma si sa, il cinema ha la facoltà di poter giocare ai confini con il reale senza dover necessariamente apparire plausibile fino in fondo). Salire sopra le righe era inevitabile ed è parte di questo particolare “sottogenere”, ma farlo rimanendo nei panni sinceri del genitore lanciato a difendere il proprio figlio ad ogni costo è assai complicato, e fra tutti forse il solo Rubini della prima parte vi riesce appieno. Santamaria, complice un personaggio gretto, suscettibile e materiale, cade spesso nell'artificioso, così come anche le colleghe femminili (con l'esclusione della Mezzogiorno, tuttavia alle prese con un ruolo in cui l'esuberanza non è richiesta) e non si contano i momenti in cui sembra che certi toni non siano quelli più indicati ad affrontare la situazione.

Sarebbe stato forse meglio abbreviare la fase di attesa della preside (quasi un Godot che faceva pensare non dovesse più arrivare) per approfondire l'ultima parte, decisamente più interessante dal punto di vista psicologico e azzeccata nella sua chiave ricattatoria. Un film imperfetto insomma, con più di un impaccio ma piacevole da seguire fino alla fine (anzi, si sarebbe voluto vedere anche di più, arrivati a quel punto), capace di sviluppare in modo intelligente un tema di stringente attualità e ricco di potenzialità nelle sfumature caratteriali dei protagonisti (pur se non tutte colte al meglio, a dire il vero). Un filone – quello del confronto crudo in un ambiente chiuso - che continua anche in Italia ad arricchirsi di opere d'un certo valore. Più di una somiglianza con il superiore I NOSTRI RAGAZZI e l'americano THE DINNER.

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Tutti i commenti e le recensioni di Educazione fisica

TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/10/22 DAL BENEMERITO RAMBO90 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 4/08/23
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Rambo90 21/10/22 19:48 - 8057 commenti

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Sorta di Carnage ancora più crudele e mostruoso, che recupera la tradizione della commedia all'italiana fatta di personaggi orribili ma anche umani che entrano subito in empatia con lo spettatore nonostante le loro crudezze. Fantastico lavoro del cast, ben assecondato da una regia veloce che sa usare l'unità di luogo e da una sceneggiatura che rilancia spesso la situazione senza farla mai diventare statica. Bella la scelta musicale in colonna sonora. Da vedere.

Xamini 2/04/23 22:59 - 1299 commenti

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Location unica, impianto teatrale, lo abbiamo visto diverse altre volte; in questo caso trattasi della palestra parecchio scalcinata di una scuola nella quale la preside Mezzogiorno invita gli altri quattro per un colloquio riservato. Regia abbastanza scolastica, fotografia un po' cupa ma efficace, un Santamaria piuttosto aggressivo e una sceneggiatura che procede per passi facendoci accettare, via via, la discesa negli inferi dell'animo umano dei protagonisti. C'è qualche momento di stanca, qualche personaggio forse meno efficace (la Finocchiaro) ma nel complesso funziona.

Capannelle 5/07/23 19:36 - 4590 commenti

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Meritorio prendere di petto un problema epocale come quello dei genitori gretti e incapaci che scaricano sul corpo insegnante le proprie mancanze, ma onestamente l'opera di Cipani poggia su fondamenta che si sgretolano strada facendo per il troppo peso che devono sopportare. Ci sono momenti di angoscia, Rubini e la Finocchiaro danno vita a una coppia dall'evoluzione interessante e lo scambio finale è pensato bene. Però certi snodi drammatici fanno sorridere e dalla rappresentante del bene ci si aspetterebbe un maggiore acume. Apprezzabile la scelta di non far vedere i ragazzi.

Pinhead80 10/10/23 08:33 - 5526 commenti

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I genitori di tre ragazzi di tredici anni vengono convocati dalla dirigente scolastica dell'Istituto Comprensivo frequentato dai loro figli in una palestra fatiscente. Lì verranno informati di un grave gesto compiuto ai danni di un'adolescente. I fratelli D'Innocenzo alla sceneggiatura sono una garanzia e il film, che è un atto d'accusa nei confronti di una generazione che ha barattato l'educazione con l'assenza mascherata dall'iper protezione, è potentissimo e ha contenuti importanti e attuali. Da gelare il sangue la totale assenza di empatia nei confronti della vittima.
MEMORABILE: I genitori che guardano il cellulare mentre in sottofondo passa una canzone di Leonard Cohen.

Nando 9/11/23 15:11 - 3918 commenti

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I genitori di tre tredicenni vengono convocati dalla preside della scuola per essere informati di un incresciosa vicenda capitata nell'istituto. Tratta da una pièce, la pellicola mostra una narrazione claustrofobica, fatta di dialoghi serrati e accuse reciproche che culminano con un evento altamente drammatico. Cast valido con un cinico Santamaria, i dimessi (inizialmente) Rubini e Finocchiaro e una Rea sottomessa; l'unica a convincere poco è la Mezzogiorno poco credibile come preside.

Galbo 25/11/23 16:40 - 12695 commenti

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Un film tratto da un'opera teatrale la cui impostazione viene mantenuta anche sullo schermo; la storia è una sorta di resa dei conti tra la preside d'una scuola e un gruppo di genitori i cui figli vengono accusati di violenza sessuale su un'altra studentessa. La trama mostra qualche inverosimiglianza di troppo, ma il film nel complesso funziona, soprattutto per la capacità del regista (che può contare su una buona sceneggiatura) di far salire progressivamente la tensione e per la bella prova degli attori, Rubini e Santamaria in particolare. Particolare e azzeccato il commento sonoro.

Reeves 27/11/23 06:28 - 3120 commenti

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I genitori devono fare i conti con quanto hanno saputo (o non hanno saputo) insegnare ai loro figli, che fanno una bella vita ma forse qualche problema ce l'hanno. Tesa riproposizione cinematografica di una pièce di successo, ben diretta e ben recitata, capace di tenere alta la tensione per tutta la durata di questo incontro. Bravi gli attori, Claudio Santamaria su tutti.

Cotola 13/07/24 11:05 - 9603 commenti

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Carnage all'italiana, ma più spietato. L'origine teatrale è palese, ma la sceneggiatura ha il merito di ravvivare la storia ogni volta che sembra stia languendo. Dopo una prima parte introduttiva, si entra nel vivo di una vicenda che regala diverse svolte narrative anche imprevedibili. La tensione è di buon livello, si mantiene costante e non si tirano inutilmente le cose per le lunghe. I personaggi sono tutto sommato ben caratterizzati. Colpisce per una ferocia che lascia sgomenti e che, purtroppo, è credibile. Lo è un po' meno l'agire della preside, ma siamo al cinema.

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