È arrivata la felicità - Film (1936)

È arrivata la felicità
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Titolo originale: Mr. Deeds Goes to Town
Anno: 1936
Genere: commedia (bianco e nero)
Note: E non "E' arrivata la felicità". Soggetto dal racconto "Opera Hat" dello scrittore statunitense Clarence Budington Kelland.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/02/09 DAL BENEMERITO PIGRO
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Pigro 13/02/09 09:43 - 9623 commenti

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Ragazzotto di provincia eredita una fortuna da un magnate di New York, ma in città lo aspettano avvoltoi per spennarlo o per beffarsi della sua ingenuità, come fa una giornalista di cui avventatamente si innamora. Spendida fiaba in puro stile Capra, che affonda il coltello nella piaga della sperequazione economica. Il lieto fine d'obbligo non smorza del tutto le riflessioni sulla necessità di una politica capace di far girare il denaro per incentivare la produzione. Quasi attuale... e comunque piacevole.

Renato 26/01/10 12:30 - 1648 commenti

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Commedia romantica à la manière di Frank Capra. Quindi onestà, ingenuità, esaltazione della vita semplice, romanticismo, patriottismo e così via, ma diamine il film è scritto e diretto come si deve. Straordinario cast specialmente nei ruoli secondari (Lionel Stander e H.B.Warner impagabili) ed una storia che -in alcuni momenti- mi ha persino commosso, ed è tutto dire vista l'improbabilità pressoché totale della vicenda narrata. E Gary Cooper è perfetto nei panni di Longfellow Deeds.

Stefania 15/11/11 02:25 - 1599 commenti

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Costruito sulla polarizzazione campagna-città, innocenza rurale e corruzione urbana, il film è una fiaba perfettamente ancorata alle realtà della Grande Depressione, del cinismo della stampa scandalistica, dell'ottusità del sistema giudiziario, della frivolezza del jet-set. Prima parte brillante, delizioso l'evolversi, tra equivoci, tenerezze e rimorsi, della storia d'amore tra Cooper e la Arthur, purtroppo la seconda parte, quella... "giudiziaria", è una zavorra: troppo lunga, e il finale "facilone" spazza via frettolosamente la sottile inquietudine che pervade il film.
MEMORABILE: La notte brava di Longfellow. La testimonianza delle due vecchiette al processo.

Giùan 18/04/13 16:58 - 4528 commenti

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Se certa sdolcinatezza a buon mercato può risultar indisponente e alcuni schematismi del suo cinema son prossimi alla superficialità, il tocco di Capra brilla ancora per speditezza narrativa e coerente volontà di dire qualcosa di americanamente democratico in un contesto filmicamente “leggero”. Cooper è imprevedibilmente quanto disarmonicamente in parte e la sua alchimia con Jean Arthur palpabilmente erotica. E che caratteristi! L’autarchico doppiaggio spesso distoglie l’attenzione (Cincinnato per Cinderella non si può proprio sentire).
MEMORABILE: Le sorelle zitelle di Mandrake falls; L’eco notturno nella casa; Lo psicanalista austriaco; Il final con Cooper che rientra in aula per prender la Arthur.

Rambo90 10/06/17 18:12 - 7661 commenti

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Uno dei grandi classici di Capra. Una commedia molto divertente ma anche con una sua condivisibile morale (che il regista riproporrà altre volte). Cooper è fantastico: tratteggia alla perfezione il suo personaggio di campagnolo dal cuore puro e lo spettatore fa subito il tifo per lui. Non da meno il cast di contorno con la brava Arthur e un simpatico Stander. La sceneggiatura (pur con qualche momento di stanca) è frizzante e il film ha retto molto bene al passare del tempo. Da vedere.

Daniela 2/02/18 23:12 - 12606 commenti

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Giovanotto ingenuo ma dotato di un robusto buon senso oltre che di buon cuore si ritrova al centro dell'attenzione quando eredita una grossa fortuna... Favola morale incentrati su alcuni dei temi cari a Capra, in particolare quello secondo cui il denaro non è in grado di dare la felicità, che può essere trovata solo nella cose semplici della vita. Anche se non siamo ai livelli dei massimi capolavori del regista, il film è una commedia amabile e rasserenante, interpretata con brio da Arthur, giornalista scaltra che si scopre vulnerabile, e da Cooper, adorabie miliardario "picchiatello".

Pessoa 28/09/22 13:35 - 2476 commenti

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Tipica commedia intrisa dello "spirito capriano" in cui il messaggio del regista italo-americano viene fuori in modo prorompente. La storia è di quelle che procurano allo spettatore medio americano un salutare bagno di umiltà (il denaro dovrebbe fare la felicità degli altri che vivono peggio) e la grande sceneggiatura di Riskin gli dona un'universalità che la rende straordinariamente attuale. A completare il quadro ci pensano le grandi prove attoriali dei protagonisti e dei tanti azzeccati caratteristi anche nei ruoli minori. Confezione da manuale. Un gran bel film, sicuramente.

Silvia75 6/12/22 20:25 - 154 commenti

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America 1936: un miliardario muore in un incidente stradale in Italia e il suo erede è un nipote che non lo hai mai conosciuto. Da un paesino si trasferisce a New York ma si imbatte in una società cinica e senza scrupoli. Una ambiziosa giornalista lo inganna ma quando si innamora di lui si pente. Bellissima regia di Frank Capra, ottimi attori (da Gary Cooper a Jean Arthur e tutti gli altri), sceneggiatura perfetta. Il film mescola commedia romantica, toni brillanti e opera a sfondo sociale.
MEMORABILE: La testimonianza dello psichiatra austriaco; Il finale.

Paulaster 4/03/23 18:26 - 4375 commenti

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Campagnolo riceve in eredità venti milioni di dollari. L'approccio favolistico, che racconta l'ingenuo inseguito da chi non ha scrupoli, ha una certa profondità per via della natura genuina di Cooper: i suoi tratti solidali e patriottici vengono calpestati da chi ambisce solo al denaro e stavolta la componente sentimentale è solo a corredo. Capra infonde un gran ritmo nella prima parte e perde compostezza nelle fasi in tribunale. Il lieto fine è un inno al personaggio pulito del protagonista.
MEMORABILE: I titoli sui giornali; I pugni agli scrittori; La divisione della terra.

Il ferrini 7/04/23 23:58 - 2337 commenti

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Grandioso film di Capra, forse non al livello del precedente capolavoro ma notevolissimo. Campagnolo apparentemente sempliciotto eredita una fortuna e viene accerchiato da sfruttatori che cercano di farlo passare da pazzo per interdirlo, meccanismo che nel cinema rivedremo spesso (Serafino). Gary Cooper, pur giovanissimo, è encomiabile, soprattutto nella sua "arringa" finale e straordinaria la trasformazione della giornalista Arthur che diventerà attrice feticcio per Capra. Molte scene, fortunatamente recuperate in alcuni DVD, furono tagliate in italia dal regime fascista.

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  • Discussione Pigro • 17/09/11 11:56
    Consigliere - 1658 interventi
    Zender, è proprio una piccolezza, ma ho visto che in genere si mette la e accentata anziché con l'accento/apostrofo come ho messo io nel titolo quando ho inserito la scheda. Quindi, sarebbe più elegante uniformare: È arrivata la felicità anziché E' arrivata la felicità.
  • Discussione Zender • 17/09/11 12:19
    Capo scrivano - 47698 interventi
    In realtà non esiste una regola, per questo. Anzi, io inizialmente li mettevo tutti con l'apostrofo, per cui credo che la maggioranza siano ancora così...
  • Curiosità Daniela • 2/02/18 23:26
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Fra le tante licenze prese dagli adattatori della versione doppiata in italiano (più breve dell'originale), segnalo in particolare questa:
    nei dialoghi si accenna più volte al soprannome affibbiato dai giornali al novello miliardario, "Cincinnato". La traduzione avrebbe dovuto parlare piuttosto di "Cenerentolo", come dimostra l'inquadratura del giornale che Cooper tiene fra le mani:

  • Curiosità Daniela • 2/02/18 23:39
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Frank Capra vinse l'Oscar 1937 per la migliore regia.
    Fra le altre quattro candidature figurava anche quella a Gary Cooper come miglior attore protagonista, che venne però battuto da Paul Muni con "La vita del dottor Pasteur".
  • Curiosità Pessoa • 29/09/22 13:44
    Formatore stagisti - 417 interventi
    Mentre Gary Cooper fu "la prima, l'ultima e l'unica scelta" di Frank Capra per il ruolo del protagonista maschile ("first, last and only choice"), non si può dire altrettanto per la protagonista femminile.
    La parte doveva essere interpretata da Carole Lombard che declinò tre giorni prima dell'inizio delle riprese, tanto che le prime scene furono girate quando ancora la scelta di Jean Arthunon si era concretizzata e dovettero essere girate nuovamente dopo la sua definitiva conferma.
    La Arthur diventò poi una delle attrici-feticcio del regista palermitano interpretando per lui altri due film.

    Fonte: Wikipedia